Ogni albero ha la sua “cuccagna”
Finalmente, è finita la festa del cinema di ROMA, nelle pagine riservate alla cultura del quotidiano che acquisto abitualmente, avevano monopolizzato tutto.
È con grande piacere, che oggi ho letto in quelle pagine de “IL MESSAGGERO”: “FILOSOFI, PRET-A-PORTER” di Luigi Vaccari.
L’ho letto con piacere e devo dire in proposito e per correttezza, che da sempre gli intellettuali, non mi sono simpatici, sarà per l’aria da saputi, sarà perché lo sono veramente, ma non mi sono simpatici.
Trovo normalissimo, per come osservo la vita, che i filosofi e non solo loro, si trovino a parlare, magari di un: “POMODORO”, con aria intellettuale, anche in TV, non fanno altro che cercare il: dottor, il professor, l’onorevole, il presidente, il cavaliere, il direttore o quanti più titoli si conoscano per essere presentati, vergognandosi di apparire semplicemente per signor, o signora.
Mi tornano alla mente, quelle feste paesane, dove si trovano ancora giochi come: la corsa dei sacchi, la gara degli spaghetti, la gara delle pignatte e il famoso albero della cuccagna.
Ne ho vista una recentemente, questa estate di quelle feste e dopo tutte le gare, si è passati alla premiazione e dopo aver premiato i vincitori delle gare, si è passati alla premiazione di chi aveva permesso lo svolgimento delle gare, quindi gli amministratori locali.
Non contenti di questo, hanno premiato coloro che hanno offerto i doni per le premiazioni, poi è arrivato il turno della premiazione ai presentatori, alla fine, le gare erano dei semplici pretesti per essere premiati tra loro, solo per appartenere a: ?.
Così, alla fine risulta, che compare giobbitto, che ha chiesto a compare belletto, un premio per la gara dell’albero della cuccagna, ha ricevuto una targa d’argento, mentre colui che con fatica è riuscito a scalare l’albero untuoso, ha dovuto affettare il prosciutto con tutto il cocuzzaro.
Essere semplicemente signori e Totò diceva che signori si nasce, non è denigrante, ma se lo si è REALMENTE, significa più delle premiazioni che nella vita si danno, anche religiose.
DIO cercò e trovò uomini GIUSTI, senza che fossero stati presentati LUI da chi che sia e senza raccomandazioni gli uomini GIUSTI, furono trovati, ma con tutti questi titoli, credo che oggi sia molto difficile.
Finalmente, è finita la festa del cinema di ROMA, nelle pagine riservate alla cultura del quotidiano che acquisto abitualmente, avevano monopolizzato tutto.
È con grande piacere, che oggi ho letto in quelle pagine de “IL MESSAGGERO”: “FILOSOFI, PRET-A-PORTER” di Luigi Vaccari.
L’ho letto con piacere e devo dire in proposito e per correttezza, che da sempre gli intellettuali, non mi sono simpatici, sarà per l’aria da saputi, sarà perché lo sono veramente, ma non mi sono simpatici.
Trovo normalissimo, per come osservo la vita, che i filosofi e non solo loro, si trovino a parlare, magari di un: “POMODORO”, con aria intellettuale, anche in TV, non fanno altro che cercare il: dottor, il professor, l’onorevole, il presidente, il cavaliere, il direttore o quanti più titoli si conoscano per essere presentati, vergognandosi di apparire semplicemente per signor, o signora.
Mi tornano alla mente, quelle feste paesane, dove si trovano ancora giochi come: la corsa dei sacchi, la gara degli spaghetti, la gara delle pignatte e il famoso albero della cuccagna.
Ne ho vista una recentemente, questa estate di quelle feste e dopo tutte le gare, si è passati alla premiazione e dopo aver premiato i vincitori delle gare, si è passati alla premiazione di chi aveva permesso lo svolgimento delle gare, quindi gli amministratori locali.
Non contenti di questo, hanno premiato coloro che hanno offerto i doni per le premiazioni, poi è arrivato il turno della premiazione ai presentatori, alla fine, le gare erano dei semplici pretesti per essere premiati tra loro, solo per appartenere a: ?.
Così, alla fine risulta, che compare giobbitto, che ha chiesto a compare belletto, un premio per la gara dell’albero della cuccagna, ha ricevuto una targa d’argento, mentre colui che con fatica è riuscito a scalare l’albero untuoso, ha dovuto affettare il prosciutto con tutto il cocuzzaro.
Essere semplicemente signori e Totò diceva che signori si nasce, non è denigrante, ma se lo si è REALMENTE, significa più delle premiazioni che nella vita si danno, anche religiose.
DIO cercò e trovò uomini GIUSTI, senza che fossero stati presentati LUI da chi che sia e senza raccomandazioni gli uomini GIUSTI, furono trovati, ma con tutti questi titoli, credo che oggi sia molto difficile.
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