Il libero arbitrio!
Domenica, 26 agosto 2007, è apparso su IL MESSAGGERO, quotidiano romano, un bellissimo articolo a firma di: Vincenzo Cerami: “Il poeta barbone”.
Non posso nascondere, che alla fine della lettura, gli occhi mi si erano arrossati, non per altro, ma per il ricordo di un tempo passato.
Troverei eccezionale, se il signor Cerami leggesse questo mio post, perché ciò che lega l’uomo a DIO, è misterioso, così come il percorso del suo amico.
Il ruolo, di ogni servitore di Dio, lo stabilisce LUI direttamente e pur con tutta la buona volontà e la preparazione scolastica, nessuno può capirlo, forse agli occhi degli spettatori, la visione di un “barbone” è repellente, ma proviamo a pensare a San Francesco.
Sono sicuro, che alla visione di un rifiuto della società, nessuno si domandi: cosa sia nella Realtà, quale sia il suo ruolo non nella società così come la concepiamo noi, ma quale sia il suo ruolo nell’esercito di DIO!
Ho passato molti anni, in compagnia della mia mente a programmare il mio futuro al servizio di Dio, ma le necessità, (anziani a cui servivo) mi hanno spinto a rimanere nella “normalità” (per l’essere umano), ma insistenti erano le spinte dell’inconscio ad abbandonare tutto e soprattutto tutti, per un viaggio che chissà dove mi avrebbe portato, forse al fianco del suo amico barbone.
La felicità dei servitori di DIO, rimane nell’immaginario del sé, cosa impossibile da comunicare agli altri, a meno che, non si voglia passare per esaltati o pazzi con conseguenze a volte drammatiche.
Ho trovato con fatica, la mia posizione per mettermi al SUO servizio ed oggi posso affermare con certezza che ciò che mi è capitato negli anni passati, era il SUO richiamo, a cui io spero di aver risposto come meritava.
Ho trovato bello che nelle pagine de IL MESSAGGERO, l’articolo abbia trovato spazio e se posso permettermi di dare un consiglio al signor Cerami, provi di tanto in tanto a portare una scatoletta di carne al suo (spero non ex) amico, a contraccambiare, se lei è credente, sono sicuro che sarà direttamente il PADRONE del suo amico.
L’offerta di lavoro
Un giorno a DIO !
Mancarono servi al suo servizio
Così cerco due anime terrestri
Rapite in sogno
Per le richieste di raccomandazione
Ne scelse una figlia di signori
Di quelle in fila a battersi nel petto
E l’altra presso un oste alla fraschetta
Con l’aria di un barbon pagato a peso
Così chiamato il primo al SUO cospetto
Gli chiese per chi egli garantisse
Per occupare i posti in Paradiso
Il figlio di signori prese atto
Che bisognasse essere perfetti
Per occupare i posti nel SUO REGNO
Non ci pensò due volte e disse
Mamma , papà , mia moglie e mio fratello
Son tutti come me non c’è di meglio
Il cancelliere al fianco del SIGNORE
Incise tutti i nomi in un librone
E fece entràr dal GIUDICE il barbone
Stessa la richiesta che fu fatta
Pe i posti resi vuoti in PARADISO
Lui rise e disse : semo matti ?
Non garantisco manco pe me stesso
E tra quelli che conosco non c’è giusto
Che possa esse all’altezza de sto posto
Così intervenne DIO e disse bravo !
Tu certo si stai un pezzo avanti
Dovresti anda a spiegarlo a tutti quanti
Che IO SON sempre DIO e ME li creo
I servi sani per servire il REGNO
Puoi dire pure a tutti quanti
Che non c’è posto per raccomandati
Ho ancora gli occhi buoni e me li scelgo
Ma pure a guardar bene ne son pochi
Di esseri all’altezza di sto REGNO
Così gli disse pure : va tranquillo
Ti faccio ricordar di questo sogno
Così puoi certo ritrovar la strada
Per ritornare presso il mio cospetto
Zerodieci
lunedì 27 agosto 2007
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