Caro Diego Dalla Valle, ti scrivo, da amante della scarpa, quella elegante e perché no, anche un po’ frivola.
Noi Italiani, siamo maestri nel proporre stili, anche con il futurismo e poi si sa, la scarpa italiana è ricercata.
Allora mi chiedo: perché non unire la scultura e la pittura all’arte di fare scarpe? Mi spiego meglio, se si facessero delle microtele, di artisti contemporanei, che riproducono il movimento, come nell’arte futurista, da applicare in quelle simpatiche, ma spoglie “ballerine”, si otterrebbe una scarpa d’arte.
Se un tacco dodici, di un’elegante scarpa da donna, fosse disegnato e cesellato, da un “Cellini” mestierante, la scarpa da donna, diventerebbe “ARTE” e non più accessorio: da collezionare, da esporre e da indossare con molta eleganza e sfilaticità di “donna”.
Sarebbe un nuovo mercato e non solo anche una nuova concezione di fare arte rappresentativa, da parte di artisti e scarparoli.
Gronchi Rosa, Cristal Ship e Zerodieci: !
Noi Italiani, siamo maestri nel proporre stili, anche con il futurismo e poi si sa, la scarpa italiana è ricercata.
Allora mi chiedo: perché non unire la scultura e la pittura all’arte di fare scarpe? Mi spiego meglio, se si facessero delle microtele, di artisti contemporanei, che riproducono il movimento, come nell’arte futurista, da applicare in quelle simpatiche, ma spoglie “ballerine”, si otterrebbe una scarpa d’arte.
Se un tacco dodici, di un’elegante scarpa da donna, fosse disegnato e cesellato, da un “Cellini” mestierante, la scarpa da donna, diventerebbe “ARTE” e non più accessorio: da collezionare, da esporre e da indossare con molta eleganza e sfilaticità di “donna”.
Sarebbe un nuovo mercato e non solo anche una nuova concezione di fare arte rappresentativa, da parte di artisti e scarparoli.
Gronchi Rosa, Cristal Ship e Zerodieci: !
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