domenica 3 febbraio 2008

a carnevale: ogni scherzo vale

In Italia, ci sono ancora margini per la felicità? Ci poniamo questa domanda, perché ci è ricapitato tra le mani un piccolo manuale, esposto in cinquanta massime di: Arthur Schopenhauer, dal titolo: “l’arte di essere felici”, edizioni Adelphi del 1997.
Non vi nascondiamo, che il solo riuscire a finirlo di leggerlo provoca felicità, perché è spesso un richiamo a massime precedenti, per poi andare alle successive e tornare indietro e così via.
Ma ciò che il manuale propone, ha margini di attuazione per gli italiani? Noi tre, pensiamo che gli italiani abbiano poche proposte per essere felici o per lo meno che le occasioni date siano velleitarie, come dire siamo arrivati ad essere felici solo per un pezzo di pane (che già costa caro) oppure per due frappe ed un costume di carnevale “racimolato” come Arlecchino.
Di contrapposizione, è la felicità che sprigionano i politici, nel vedere un tentativo per la formazione di un governo che riporti alcune regole alla normalità, fallire.
Sia ben chiaro la felicità, la sprigionavano già al momento che il governo precedente è imploso, ma ascoltare il no assoluto al time out che una responsabile guida prevede prima di affrontare una scalata faticosa e difficile, quale è sicuramente il riassestare una società complessa come quella italiana è quantomeno apparentemente irresponsabile a nostro avviso.
Per tornare alla felicità, siamo sicurissimi che gli esponenti politici la esterneranno dopo il voto, anche con brindisi alla vittoria, ma c’è da domandarsi: l’Italia o meglio, il suo popolo potranno permetterselo di gioire? Ripartiremo con lo sviluppo? (incremento, potenziamento, espansione) e noi aggiungiamo serenità ai ceti più deboli, affinché la felicità possa intravedersi? Troviamo risposte valide solo nel: “taoismo” ovvero l’indifferenza senza scrupoli per tutto ciò che ci circonda, andare oltre il limite politico impostoci.
Il taoismo, può renderci felici solo per il fatto che alla resa dei conti, non votando e fregandocene totalmente, si è in pace con la propria coscienza, non avendo messo nessuno in condizione di nuocere a nessuno.

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