lunedì 11 febbraio 2008

"GRATTA:" e vinci

“Ti piace vincere facile?” è nota la pubblicità del gratta e vinci e l’Intarnazionale di Moratti e Mancini, la rispecchiano in tutto.
E siccome tutti devono eseguire il proprio compito, noi eseguiamo il nostro: gli invidiosi, ma di cosa? Della cecità degli arbitri che senza usare nemmeno le lenti a contatto e armati del bastoncino per tastare, arbitrano a tastoni, come se giocassero a mosca cieca e a volte con l’occhio di un super eroe e non da garanti delle gare.
Compito degli arbitri, è quello di garantire il perfetto svolgimento delle gare e che il vincitore abbia meritato la vittoria, senza trucchi e senza inganni e bisogna dire che con le altre squadre lo fanno, con quelle che è meglio se non vincono il campionato, ma perché? Loro lo sapranno di certo.
Per tornare all’invidia, Seneca diceva: “dopo aver pensato a quanti ti precedono, (solo l’internazionale) considera quanti ti seguono” (tutte le altre squadre arbitri piacendo) quindi verificando che nessun regalo si è avuto e quindi meritiamo il posto occupato in classifica, la squadra ci da piccole delusioni ogni tanto e molte gioie, continuiamo a pensare come Seneca, che in altri pensieri dice: “giammai sarai felice, finchè ti tormenterai perché un altro è più felice”.
Stando così le cose: “GODI HOMO ECCOTE LA ROMA” se non altro possiamo ridere di gioia per merito e non di finta goduria, che nei volti dei primi in classifica si vede, spero per l’imbarazzo, perché spero siano intelligenti e sappiano valutarsi.
Sulla carta certamente invincibili e grazie agli arbitri anche vincenti, mentre noi pensiamo che lealmente siano da X.
Gratta, a Roma significa anche un'altra cosa, che sia quella a farli ridere? Come del resto accade anche in altre circostanze in Italia? Come la corte dei conti ci ha ricordato? Speriamo nell’intelligenza di Maurizio Costanzo nel capire questo post, perché ieri alla trasmissione: quelli che… su rai due, ci ha fatto un tiramento su cosa sia il voto in una democrazia, invitando tutti ad andare a votare.
Invece noi insistiamo nella nostra presa di posizione, ovvero il non voto, so che avevamo fatto fioretto di non parlarne, ma la tentazione è forte e la carne debole, quindi ricordiamo che nostri diritti, sono anche: non avere una classe politica come quella descritta dalla corte dei conti, poter uscire di casa in sicurezza, un lavoro dignitosamente retribuito e non votato alla morte, dignità per i ceti più deboli come i pensionati che sono arrivati a chiedere elemosina e sarebbero moltissimi i diritti disattesi da elencare, quindi caro Maurizio Costanzo, noi rimaniamo con la convinzione che sia meglio dare una dura lezione alla politica attuale.
“Gratta e Vinci” fin che poi: che a rosicà semo in tanti!
GRONCHI ROSA!

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