sabato 8 marzo 2008

LA "VITA" DIECI KM. IN "SUA" COMPAGNIA 2P.

Il mattino seguente Gabriele con maniere un po’ scontrose ma sempre rispettose, mise fretta a Maurizio che prendeva una tazza di tè, invitandolo a sbrigarsi, Maurizio fece in fretta e così si misero in cammino, lasciandosi alle spalle il monastero.
- Hai già un itinerario - chiese a Gabriele - no! preferisco l’imprevisto, a volte rimango nel paese a curiosare, solo per scapolare il sabato e la domenica, vede a me non piace la confusione che si fa nel monastero in quei giorni, ma lei mi dica, io le ho accennato i motivi che mi hanno portato qui, quali sono i motivi per cui lei è qui? - chiese Gabriele mentre trovata l’andatura giusta per l’anziano signore e iniziavano a spezzare il fiato, Maurizio fece un sospiro e - mio figlio, io sono alla ricerca di mio figlio - - non mi dica che è scappato di casa rifugiandosi da queste parti, come era di moda negli anni settanta? - fece sorridere Maurizio l’osservazione di Gabriele che si voltò per guardare il monastero da lontano e riprendendo la parola disse a Gabriele - devi sapere che mio figlio non mi ha mai conosciuto, se non nei suoi pensieri, so di certo che ha un forte legame con me, ma mai ci siamo incontrati di persona e così eccomi qua a cercarlo, voglio dirgli di persona quanto io lo stimo - -beh è una bella storia, ha almeno una sua foto per riconoscerlo? Di certo non le sarà facile.- disse Gabriele a Maurizio, facendogli cenno di sostare per riposarsi, accostatisi al bordo della strada, tirò fuori dello zainetto un pezzo di cioccolata e lo divise con Maurizio che fissando Gabriele negli occhi disse - ma tu dimmi, proprio non suscito nulla in te? - Gabriele fece una smorfia con la bocca mentre masticava cioccolata e con la bocca ancora piena - se devo essere sincero un po’ di rabbia, sa anche io per certi versi ho una storia simile a quella di suo figlio, ma la differenza è che io so che di certo mio padre non verrà mai a cercarmi, sarebbe una storia troppo lunga raccontarle e potrebbe sembrare frutto di fantasia, quindi la tengo solo per me, come del resto tutta la mia vita in un certo senso devo tenere per me, quando ho provato a raccontarla, mi sono ritrovato uno psichiatra in casa, così ho scelto il silenzio e la solitudine in questa vita, decidendo di vivere il mio immaginario nel interiore, senza coinvolgere persone, sa, non è stata una scelta facile e non senza dolore, ma sarebbe difficile spiegarle.-
Ma in quello stesso istante ci fu un’esplosione nella sua testa, come solo una volta gli accadde, una voce all’interno del suo cervello disse - sono tuo padre, perché non mi riconosci - poi Maurizio disse immediatamente - se preferisci comunico con te in questo modo, come vedi sono io - Gabriele preso dalla paura di ciò che gli stava capitando, con voce tremolante disse - no! non è possibile dimostramelo - Maurizio che nel frattempo si era seduto, arrampicandosi su di una roccia da cui dominava Gabriele disse - ricordi perfettamente il timbro della mia voce, non negarlo, ho scelto questa voce per mostrarti la mia onnipotenza, ricorda quella notte che ti ho tenuto sveglio solo per mostrarti la differenza tra me e te, ti ho portato al limite della sopportazione, al limite dall’annientamento, ho fatto sentire a te al tuo corpo l’impossibilità di contenere DIO, ti sentivi esplodere e non capivi se fosse una regressione del corpo o un’espansione della tua anima e la tua richiesta che io ho esaudito è stata : che il nostro legame sia sottile come un filo di seta e saldo come una barra di acciaio - ciò che ascolto Gabriele, lo fece credere, perché era un accadimento che non aveva mai raccontato a nessuno, neanche allo psichiatra, dai suoi occhi uscirono delle lacrime e Maurizio riprese dicendo - tante volte mi hai chiesto di poter piangere, ma un’arma che tu mi chiedesti per combattere la tua guerra, è stata di toglierti la pietà, escluderla dal tuo essere, perché ciò che dovevi combattere era una guerra spietata, non hai voluto null’altro, pur sapendo che facendo ciò per te, io non avrei dovuto avere pietà per te, cosa che non ho avuto, per questo ti dico oggi di persona, ma più volte nel tuo pensiero che tu hai cercato la perfezione e ci sei andato molto vicino, non hai mai giudicato o sentenziato, rimettendo tutto nelle mie mani, è stata la tua arma di perfezione, anche se tu lo hai fatto perché non ti ritenevi all’altezza, io conosco tutti i tuoi pensieri e mai ho deciso io per te, nelle tue scelte nei tuoi dubbi in tutti gli anni passati, ripeto ti stimo ed oggi di persona ti dico che sei stato grande, ma adesso se sono qui è per farmi istruire da te, sappiamo tutti e due che tutto è stato deciso, tutto è compiuto anche se tu non conosci la sentenza, per quello dovrai tornare al mio fianco e la via è ancora lunga, ma adesso riprendiamo a camminare e non preoccuparti per la fatica perché sono anziano, puoi fermarti a tua esigenza.-

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