sabato 22 marzo 2008

La "vita" dieci km. in "sua"compagnia" 3 p.

Detto ciò fece un balzo per scendere dalla roccia in cui si era arrampicato e i due si riavviarono verso il paese in silenzio, per circa venti minuti il silenzio dominò tra loro e Gabriele che nel frattempo aveva smesso di lacrimare iniziò a sentirsi invaso da una strana euforia, ma nessuna parola uscì dalla sua bocca, si voltava ogni tanto solo per guardare l’espressioni del viso di Maurizio che impassibile guardava dritto verso la strada e proprio quando Gabriele per l’ennesima volta guardò Maurizio, egli senza distogliere lo sguardo dalla strada disse - Dove sono tutte le domande che ponevi al pensiero, a cui trovavi solo risposte sussurrate? - - sei strano sai, io sono qui a domandarmi come devo comportarmi con te, a come mostrarti la mia devozione e niente non mi esce niente di eclatante, dopo averti ascoltato mi esce naturale il: tu, vuoi che io ti istruisca e non so su cosa, non so come io possa farlo, certo è vero che soprattutto la sera prima di addormentarmi pongo a te delle domande, e le risposte sussurrate sono spesso dei quiz, so che a me non è permesso sapere e forse questo è anche un bene, ma perché tu vuoi sapere dalla mia bocca ciò che già sai? - disse Gabriele con voce tremolante e guardando a terra perché intimidito dalla situazione, Maurizio con lo sguardo sempre fisso sulla strada cambiò tono della voce e diventando più umano prese a dire - vedi figlio mio tu con me non ti sei mai lasciato andare, anche nelle tue preghiere mi chiami mio DIO oppure DIO padre e mai padre mio, ciò mi dispiace è come se tu avessi paura di me, certo in tutti questi anni ti ho mostrato tutta la mia severità, ma sai anche che ti ho permesso cose che a nessuno avrei mai permesso, conoscevo i tuoi limiti, cosa che tu non conoscevi e ho dovuto mostrarteli, quella era la via migliore per farti sapere e se ricordi bene una volta dicemmo che ci facevi ammazzare dalle risate, tu così per bene, sempre a valutare i pro e i contro di ogni situazione, mentre invece volevamo te libero e spensierato in ogni condizione, certo non ti abbiamo riservato una vita facile, ma ciò era necessario per ciò che dovevi compiere e l’hai compiuto, ancora non sai cosa ma l’hai compiuto, è per questo che sono più le cose che tu puoi dire a me, che quelle che io posso dire a te - Gabriele, prese dalla tasca della giacca il suo pacchetto di sigarette e ne offrì a Maurizio, ma lui rifiutò, così egli ne accese una e dopo la prima boccata cercò di aprirsi - credo che non riuscirò mai a chiamarti, se non DIO, almeno in queste condizioni, da umano, vedi io pur avendo accettato tutto ciò che mi veniva sussurrato e mai mi sono tirato indietro a ciò che mi aspettava, non ho mai avuto la prova tangibile di tutto ciò, quindi in cuor mio ho sempre temuto di peccare nel considerarmi tuo figlio, certo è vero ho avuto tantissime coincidenze che mi confermavano i sussurri, ma con tutto ciò ho sempre avuto il terrore di peccare, spesso si legge sui giornali di gente invasata, oppure basta guardare persone di potere, a cui si legge negli occhi il credersi onnipotenti, ma quelle sono altre storie, lontane dalla sapienza divina, a me è bastato vivere tutto ciò in me, vivere te in me, per me la vita sei tu, ed io voglio arrivare a vivere in te, sai quando mi hai svelato tutto ciò che mi circondava e mi combatteva, ho sentito il bisogno di ignorare, io oggi ignoro totalmente l’essere umano, i loro affanni le loro guerre, persino i loro sentimenti ritengo stupidi e privi di spirito divino - - eppure tutta la tua vita, il tuo combattere cose che sicuramente non capirebbero è stato proprio per salvare l’essere umano, perché dici di ignorarlo? - - no, ti prego non provocarmi in questa discussione, so benissimo che l’umanità a te ti è in avversione per come hanno trattato me, e del resto a me è in avversione per come considerano te, so bene che i tuoi fedeli sono molto pochi, so anche che mi avresti riservato lo stesso trattamento anche per uno solo dei tuoi fedeli, per salvarne uno solo in mezzo all’umanità, quindi non credo che la salvezza di massa sia nei tuoi piani, perché non la meritano, ed immagino che anche tu non vorresti vederti circondato di gente che calpesta ogni giorno i tuoi dieci comandamenti e va a battersi il petto solo per sentirsi a posto con la coscienza.-
Maurizio fece cenno a Gabriele di fermarsi al bordo della strada, mentre notavano colonne di pellegrini che si avviavano al
monastero che loro avevano lasciato poco prima, sedutosi a terra, fece cenno a Gabriele di fare altrettanto e disse - tu mi parli di immaginazione e di ciò che io avrei sentenziato ai danni dell’umanità, certo non posso contestare la tua immaginazione che spesso ti è stata alleata nelle battaglie che hai fatto, per combattere i tuoi nemici, è a lei che devi l’aver saputo destreggiarti in situazioni difficili, è stata per te un’arma preziosa, ma dimmi perché secondo te non meriterebbero una salvezza di massa? Forse solo perché a te non piacciono?- Gabriele stette per qualche attimo in silenzio, fissando il volto di Maurizio e poi prese a dire - un grande attore napoletano, in un suo film ripeteva spesso: nun me importa nun me passa manco pe la capa, onestamente a me per chi o per cosa ho combattuto non mi importa, so che sentivo dentro di me, il tuo richiamo, tutto quello che ho fatto, se ho fatto qualcosa, era solo per me, perché sentivo che prima o poi ti avrei raggiunto, sicuramente ricorderai quando mi hai fatto assaporare l’estasi, bene quelle volte che l’hai fatto mi hai trasformato, rendendo insignificante tutto nella mia vita, mi hai dato la certezza che c’era qualcos’altro, ed io voglio quello, così ho cercato e cerco di non sbagliare per me, degli altri nun me importa nun me passa manco pe la capa, e se il mio essere perfetto ai tuoi occhi, sarà la salvezza per i tuoi fedeli, bene di questo te ne sono grato, ma sono sicuro che tutto ciò non è per tutta l’umanità, vedi io mi domando spesso, quanti dei santi santificati in terra, siano accettati santi e santificati da te in cielo, insomma a guardare bene, basta poco per divenire santi su questa terra per la moltitudine , non tarderà che li faranno santi ancora in vita , io stesso conosco gente qualunque che meriterebbe la santità più di coloro che proclamano santi le religioni ufficiali e non solo, spesso i fedeli scordano che i santi sono intercessori tra DIO e la terra e quindi privi di arbitrio nel tuo regno, eppure spesso, anzi troppo spesso la devozione in loro supera la devozione in te, e poi essendo sinceri fino in fondo, se i santi devono essere esempio di vita per i fedeli, io personalmente molti non li imiterei, li ritengo un cattivo esempio - riaprì lo zainetto, Gabriele e tirò fuori un altro pezzo di cioccolata offrendone la metà a Maurizio che accetto volentieri, poi con gli occhi ad osservare gruppetti di pellegrini, chiese a Gabriele - sembrerebbe che tu ce l’abbia con le religioni ufficiali, eppure loro sono la guida per molti fedeli in questo caos che è la vita - Gabriele prima di rispondere, finì di masticare ed ingoiò la cioccolata, poi prese una borraccia ed offrì l’acqua a Maurizio , quindi bevve e rispose - beh, dire che io ce l’abbia con tutte le religioni è un po’ troppo, in genere le ignoro, però devo dirti che con la mia : il cattolicesimo, non vado molto d’accordo, vedi io sono nato in una famiglia cattolica e fin da bambino indirizzato a frequentare l’ambiente cattolico, poi crescendo, la sacra Bibbia e diventata una delle mie letture preferite, in particolare mi piacciono le figure dei profeti, il loro essere insignificanti per la moltitudine ma vitali per la parola di DIO e seguendo le letture che riguardano i profeti mi sono fatto l’idea che la religione è una dittatura, io la chiamo: la perfetta dittatura, che per la sua perfezione è più elastica della democrazia, vedere che l’apparato ecclesiastico assoggetta la religione alle mode dei tempi, che la moltitudine adotta, non mi piace, penso che lo facciano per non spopolare le chiese, per non avere crolli economici: ma chi se ne frega se una chiesa è vuota, sarebbe veramente una casa di preghiera e non un posto dove andare per farsi notare e propagandarsi perfetti, non mi piace una religione che inizia a calpestare i dieci comandamenti e usa la parola di DIO solo per rimanere in piedi e poi dai il considerarsi infallibile da parte del Papa, io lo considero un po’ presuntuoso, insomma è quasi come volersi mettere al pari di DIO e questa per me è una bestemmia, anche se pensano di essere guidati dallo Spirito Santo, ma ciò non toglie la loro possibilità di scegliere e quindi di sbagliare ed uscire fuori dalla tua volontà.-
Maurizio sorrise a Gabriele nel vederlo affranto nell’esporre quei pensieri così per distoglierlo da quei pensieri gli chiese - mi farebbe piacere ascoltare una delle poesie che scrivi, dalla tua voce, so che spesso ti rifuggi nella scrittura di poesie - Gabriele sorrise a Maurizio e - sai bene che mi vergogno nel recitare le mie poesie e poi non so neanche se possano chiamarsi poesie, sono più dei pensieri, io stesso mi definisco un muratore di pensieri, visto che sentirmi costruttore di pensieri credo sia un po’ troppo, comunque per te lo faccio volentieri, te ne recito una che potrebbe essere anche in tema: Il salice parlante

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