Premessa, questo post va contro la mia etica: “non attaccare ne anziani, ne bambini e ne donne”, queste figure, le ho sempre rimesse a mio Padre anche ingoiando amaro e mai rispondendo.
Però qui in Italia, sta accadendo una forma di cannibalismo giornalistico, che forse era anche prevedibile, data la condizione passata di frammentazione di ideali.
E sta accadendo, che un direttore di giornale, venga messo alle corde da un giornale suo concorrente, a colpi di: “ti ricordi quando?”.
Anche io ho dei ricordi, ricordi che poi mi hanno formato ed uno in particolare, risalente alla primavera/estate del 1992, oppure del 1993, di una bastonata ricevuta, da parte di un direttore di giornale, che da sempre si è definito come un dio vivente della macchina da scrivere, gia lo definii così in un post, dopo una puntata di otto e mezzo allora condotta da Ferrara, parlai appunto di Intellettuali, come pensa di essere il genio della linguistica giornalistica e senza macchia.
Sto parlando di Scalfari della Repubblica e questo post, vuole essere di solidarietà al direttore del Corriere della Sera, il capro espiatorio in questione, di colpe altrui: “lo schierarsi” a favore di futuri “Padroni”.
Ripensandoci dopo alcuni anni, tutto mi sembra frutto di una magica orchestrazione teatrale, ma mancava il “Pollo”, quello da rendere zimbello, alla gogna, per far evidenziare, che altri erano meglio di me: “meno polli” e quindi più idonei ad ereditare una corona.
Trovato il pollo: Pippo, che allora apparteneva al WWF della sua piccola città, si deve costruire la gogna, una bestia rara e mostruosa (non a caso lo ero io) libera di circolare indisturbata.
Forse non ci crederete, ma questa notizia me la riportarono, mentre io ero al lavoro, allora stavo avviando una attività artigiana che mi impegnava moltissimo.
Una mattina, si presentò da me un giornalista di repubblica e come nelle migliori tradizioni, accompagnato dal figlio di uno dei signorotti della cittadina, prestatosi al gioco, mi chiese di riferire la notizia che mi avevano passato.
Io la riferii specificando che era un racconto di altre persone, ma il giorno dopo, il grande direttore di giornale: Scalfari della Repubblica, diede a quel giovane giornalista, la facoltà di sbizzarrirsi con buone tre pagine di giornale, come un eroe dell’informazione.
Il risultato era la mia presa in giro da parte dei miei concittadini: “vede gli asini che volano”.
Beh, sapete, allora già iniziavo a credermi Figlio di DIO e poi lo sono diventato veramente, anche ridendo di quelle teatrali messe in scena da Scalfari.
Caro Scalfari e care persone che da sempre vi opponete a me, sapete purtroppo in questa faccenda, state litigando per briciolette, è tutto scritto e voi volete rinnegare anche il nero su bianco, oggi non serva apparire buoni, quello che è stata giudicata è l’anima, quindi iniziate dal principio e siate onesti con i vostri lettori: Filippo.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
Però qui in Italia, sta accadendo una forma di cannibalismo giornalistico, che forse era anche prevedibile, data la condizione passata di frammentazione di ideali.
E sta accadendo, che un direttore di giornale, venga messo alle corde da un giornale suo concorrente, a colpi di: “ti ricordi quando?”.
Anche io ho dei ricordi, ricordi che poi mi hanno formato ed uno in particolare, risalente alla primavera/estate del 1992, oppure del 1993, di una bastonata ricevuta, da parte di un direttore di giornale, che da sempre si è definito come un dio vivente della macchina da scrivere, gia lo definii così in un post, dopo una puntata di otto e mezzo allora condotta da Ferrara, parlai appunto di Intellettuali, come pensa di essere il genio della linguistica giornalistica e senza macchia.
Sto parlando di Scalfari della Repubblica e questo post, vuole essere di solidarietà al direttore del Corriere della Sera, il capro espiatorio in questione, di colpe altrui: “lo schierarsi” a favore di futuri “Padroni”.
Ripensandoci dopo alcuni anni, tutto mi sembra frutto di una magica orchestrazione teatrale, ma mancava il “Pollo”, quello da rendere zimbello, alla gogna, per far evidenziare, che altri erano meglio di me: “meno polli” e quindi più idonei ad ereditare una corona.
Trovato il pollo: Pippo, che allora apparteneva al WWF della sua piccola città, si deve costruire la gogna, una bestia rara e mostruosa (non a caso lo ero io) libera di circolare indisturbata.
Forse non ci crederete, ma questa notizia me la riportarono, mentre io ero al lavoro, allora stavo avviando una attività artigiana che mi impegnava moltissimo.
Una mattina, si presentò da me un giornalista di repubblica e come nelle migliori tradizioni, accompagnato dal figlio di uno dei signorotti della cittadina, prestatosi al gioco, mi chiese di riferire la notizia che mi avevano passato.
Io la riferii specificando che era un racconto di altre persone, ma il giorno dopo, il grande direttore di giornale: Scalfari della Repubblica, diede a quel giovane giornalista, la facoltà di sbizzarrirsi con buone tre pagine di giornale, come un eroe dell’informazione.
Il risultato era la mia presa in giro da parte dei miei concittadini: “vede gli asini che volano”.
Beh, sapete, allora già iniziavo a credermi Figlio di DIO e poi lo sono diventato veramente, anche ridendo di quelle teatrali messe in scena da Scalfari.
Caro Scalfari e care persone che da sempre vi opponete a me, sapete purtroppo in questa faccenda, state litigando per briciolette, è tutto scritto e voi volete rinnegare anche il nero su bianco, oggi non serva apparire buoni, quello che è stata giudicata è l’anima, quindi iniziate dal principio e siate onesti con i vostri lettori: Filippo.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
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