L’impavido cavaliere
“ Filippo vien chi
che vien giù la piova “
era d’urto alla mia allegrezza
la richiesta di chi mi osservava
atto a farmi rinunciare
all’ardore di battaglia
l’attendevo con gioia da bambino
il richiamo a fronteggiarla
con lo scudo di un ombrello colorato
mi schieravo al centro del cortile
tutto intorno era il campo di battaglia
deserto di anime e animali
perché tutti rifugiati nelle tane
dietro i vetri di un casale scolorito
occhi indiscreti osservavano stupiti
la mia folle battaglia con l’insidia della mia salute
cantando affrontavo disinvolto
gli spruzzi gelidi che avvolgevano il mio corpo
sparse nel campo di battaglia
si formavan pozze inzaccherate
da stanare e calpestare al mio avanzare
poi d’un tratto sentivo un brivido nel corpo
era l’urlo di mia madre imbestialita
“ tu sei pazzo ! entra in casa o te le do”
per ciò sconfitto
incominciavo a indietreggiare
Zerodieci
sabato 29 settembre 2007
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