Mentre prendevo appuntamento mi è venuta un’idea, ascoltatemi bene, a Genova c’è uno studio di araldica cosa ne pensate si ci facessimo un salto con quello stemma per fare delle ricerche? Potrebbe essere un primo passo- presero tutti con entusiasmo la proposta di Valentina, Martina prese la poesia, passò il foglio allo scanner del computer e ne estrasse lo stemma da portarsi dietro, salirono in macchina e Silvia disse ad Aldo
- oggi fai il cavaliere, guida tu - - va bene - disse Aldo - ma non lamentatevi se arriviamo tardi, lo sapete che io vado piano - così partirono destinazione studio di araldica di Genova e seguendo le coordinate di Valentina arrivarono, era tardi ed un signore anziano disse che aveva poco tempo a disposizione, quindi di sbrigarsi, Martina estrasse lo stemma dallo zainetto e chiese - senta, sia gentile noi due in un vecchio cassetto della nonna abbiamo ritrovato questo stemma, vorremmo sapere se appartiene alla nostra famiglia, quindi si può risalire dallo stemma al casato?- il signore guardò attentamente lo stemma e rivolto alle ragazze disse
-veramente sarebbe più facile che voi mi diate il vostro cognome ed io cerco lo stemma per poi confrontarli - allora Valentina spiegò la reale situazione, - Vede è l’unico indizio che abbiamo per ritrovare nostro padre ce lo ha fatto recapitare, facendoci sapere che se lo volevamo cercare, da questo stemma avremmo potuto risalire a lui, perché noi portiamo il cognome di nostra madre - mostrando anche l’anello che aveva al dito con l’incisione. - Bello veramente bello - rispose facendo delle smorfie con la bocca, alternava lo sguardo con ogni uno dei presenti fissando più volte il volto di Aldo, come per scoprire cosa ne pensasse dell’iniziativa delle ragazze e con il volto dubbioso si poneva delle domande senza darsi una risposta, così prese la parola di nuovo Martina ed indicando un’immagine in un quadretto disse alla sorella - guarda è la stessa immagine che ci ha fatto trovare nostro padre in questa medaglietta - mostrandola alla gemella, improvvisamente cambiò tono e l’anziano signore disse
- lasciatemi qui lo stemma ed il vostro numero di telefono, farò delle ricerche e vi telefonerò, ma non prima di un mesetto, voglio essere sicuro di ciò che vi dirò - così dicendo accompagnò tutti alla porta spiegando che si era fatto tardi e doveva chiudere, loro quattro uscirono e si diressero verso la macchina che era poco distante, saliti in macchina Valentina ridendo disse - certo che era proprio strano quel signore prima sembrava ci volesse cacciare, poi farfugliava non so bene cosa, poi d’un tratto si è reso disponibile , prendendosela comoda… ma pare ci dia una mano - - no, non è successo nulla di strano - disse Aldo - è accaduto quello che facendo un poco di attenzione vi capiterà d’ora in poi - - non capisco spiegati meglio - disse interessata Valentina - va bene - riprese Aldo - ricorda bene cosa è accaduto con quel signore, all’inizio lui sembrava intimorito nel vedervi con quello stemma in mano, immagina come ti ho già detto, che lui sappia tutto ciò che tu ancora non puoi sapere, visto che sei giovane, lui deve dare un cognome a quello stemma e poi darlo a te che te ne approprierai - - parli della privaci - interruppe Valentina, - no non esattamente è che in queste situazioni, si fa un gradino per volta, ogni passo gia l’ho detto, è un passo verso la sapienza, ricorda bene lui si è reso disponibile quando Martina ha notato l’immagine di San Michele ed ha esibito la sua e se lui sapeva, sapeva anche dell’incisione, prova a leggere l’incisione?- Valentina tirò fuori la medaglietta e disse - “è lui che chiedo al mio fianco” quindi vuoi dire che io ho chiesto il suo aiuto solo mostrando la medaglietta, se era al corrente dell’incisione - - bravissima inizi a capire il meccanismo invocando San Michele e sotto la sua protezione ti serviva aiuto da lui, è come se gli avessi dato un ordine, perché probabilmente da ciò che lui sa, tu alla fine della ricerca occuperai un posto più alto, ma devi sempre ricordare e non dimenticarlo mai che: “il più grande serve il più piccolo” così sta scritto , adesso voi sapete che lui sa, e lui che voi saprete il tutto, in pratica vi siete presentati ma dalla vostra bocca non uscirà mai parola esplicita in presenza di altri, solo allusioni, ma vedrete che imparerete se vi affiderete alla sapienza divina - ci fu un attimo di silenzio e poi riprese
- zuppa di pesce ? - e Silvia disse - a me sta bene , dove ci porti? - ma decisero le ragazze, facendo da guida, li portarono dalle parti del porto in una trattoria non molto raffinata, che loro già conoscevano visto che venivano a scuola qui a Genova, entrati trovarono posto a mala pena ma si accontentarono, anzi Aldo fu felice della scelta delle ragazze ed ascoltato il menu dal cameriere scelse di mangiare il baccalà alla livornese che a lui piaceva molto ed ordinò anche un filetto di baccalà fritto, invece le tre donne rimasero per la zuppa di pesce.
Mentre si attendeva di essere serviti Aldo iniziò chiacchierare con un tipo seduto al tavolo vicino, un omone barbuto e pelato in compagnia di altri due omoni, c’era molta confusione, ma le tre donne riuscirono a capire che parlavano dei baccalà, dalla pesca alla padella e ridevano, ridevano molto, tanto che le donne non riuscivano a capire cosa ci fosse da ridere sull’argomento baccalà .
Servirono la zuppa con crostini di pane in delle belle ciotole ricolme e Silvia assaggiata la zuppa fece i complimenti alle ragazze per la scelta del posto, visto che era squisita, anche Aldo trovò il baccalà buono e chiese alle ragazze come facevano a conoscere quel posto e loro risposero che avevano festeggiato un compleanno di un amico in quel posto .
La serata passò serena e spensierata e tra Aldo e l’omone del tavolo a fianco ci fu un continuo invito al brindisi, sembrava si conoscessero da una vita ma in realtà Aldo disse che era la prima volta che si vedessero e ricordò alle ragazze che sapere significa conoscersi, così le ragazze riflettendo un pochino capirono di aver ricevuto un altra lezione da Aldo.
Gli omoni avevano iniziato a mangiare pistacchi e biscottini , accompagnati da un buon vino, quando Aldo, Silvia, Martina e Valentina si alzarono per andare via così mentre uscivano, gli omoni si alzarono e salutarono i quattro, chi con il saluto fascista e chi con quello comunista, le ragazze ridendo rifletterono e iniziarono a domandarsi, parlando tra loro, dove li avrebbe portate il viaggio che avevano iniziato ed iniziarono a capire anche se non completamente, che veramente loro erano qualcosa di più di due bastardine, come disse Valentina.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, ogni uno era assorto nei propri pensieri ed Aldo immaginando che le ragazze riflettevano sulla giornata trascorsa stette in silenzio e non mise neanche la musica.
Arrivarono a casa a notte fonda e stanchi, si dettero la buona notte, Martina disse ad Aldo che avrebbe voluto parlargli da sola, quindi decisero che l’indomani avrebbero fatto una passeggiata al mattino presto e tutti andarono a dormire.
- oggi fai il cavaliere, guida tu - - va bene - disse Aldo - ma non lamentatevi se arriviamo tardi, lo sapete che io vado piano - così partirono destinazione studio di araldica di Genova e seguendo le coordinate di Valentina arrivarono, era tardi ed un signore anziano disse che aveva poco tempo a disposizione, quindi di sbrigarsi, Martina estrasse lo stemma dallo zainetto e chiese - senta, sia gentile noi due in un vecchio cassetto della nonna abbiamo ritrovato questo stemma, vorremmo sapere se appartiene alla nostra famiglia, quindi si può risalire dallo stemma al casato?- il signore guardò attentamente lo stemma e rivolto alle ragazze disse
-veramente sarebbe più facile che voi mi diate il vostro cognome ed io cerco lo stemma per poi confrontarli - allora Valentina spiegò la reale situazione, - Vede è l’unico indizio che abbiamo per ritrovare nostro padre ce lo ha fatto recapitare, facendoci sapere che se lo volevamo cercare, da questo stemma avremmo potuto risalire a lui, perché noi portiamo il cognome di nostra madre - mostrando anche l’anello che aveva al dito con l’incisione. - Bello veramente bello - rispose facendo delle smorfie con la bocca, alternava lo sguardo con ogni uno dei presenti fissando più volte il volto di Aldo, come per scoprire cosa ne pensasse dell’iniziativa delle ragazze e con il volto dubbioso si poneva delle domande senza darsi una risposta, così prese la parola di nuovo Martina ed indicando un’immagine in un quadretto disse alla sorella - guarda è la stessa immagine che ci ha fatto trovare nostro padre in questa medaglietta - mostrandola alla gemella, improvvisamente cambiò tono e l’anziano signore disse
- lasciatemi qui lo stemma ed il vostro numero di telefono, farò delle ricerche e vi telefonerò, ma non prima di un mesetto, voglio essere sicuro di ciò che vi dirò - così dicendo accompagnò tutti alla porta spiegando che si era fatto tardi e doveva chiudere, loro quattro uscirono e si diressero verso la macchina che era poco distante, saliti in macchina Valentina ridendo disse - certo che era proprio strano quel signore prima sembrava ci volesse cacciare, poi farfugliava non so bene cosa, poi d’un tratto si è reso disponibile , prendendosela comoda… ma pare ci dia una mano - - no, non è successo nulla di strano - disse Aldo - è accaduto quello che facendo un poco di attenzione vi capiterà d’ora in poi - - non capisco spiegati meglio - disse interessata Valentina - va bene - riprese Aldo - ricorda bene cosa è accaduto con quel signore, all’inizio lui sembrava intimorito nel vedervi con quello stemma in mano, immagina come ti ho già detto, che lui sappia tutto ciò che tu ancora non puoi sapere, visto che sei giovane, lui deve dare un cognome a quello stemma e poi darlo a te che te ne approprierai - - parli della privaci - interruppe Valentina, - no non esattamente è che in queste situazioni, si fa un gradino per volta, ogni passo gia l’ho detto, è un passo verso la sapienza, ricorda bene lui si è reso disponibile quando Martina ha notato l’immagine di San Michele ed ha esibito la sua e se lui sapeva, sapeva anche dell’incisione, prova a leggere l’incisione?- Valentina tirò fuori la medaglietta e disse - “è lui che chiedo al mio fianco” quindi vuoi dire che io ho chiesto il suo aiuto solo mostrando la medaglietta, se era al corrente dell’incisione - - bravissima inizi a capire il meccanismo invocando San Michele e sotto la sua protezione ti serviva aiuto da lui, è come se gli avessi dato un ordine, perché probabilmente da ciò che lui sa, tu alla fine della ricerca occuperai un posto più alto, ma devi sempre ricordare e non dimenticarlo mai che: “il più grande serve il più piccolo” così sta scritto , adesso voi sapete che lui sa, e lui che voi saprete il tutto, in pratica vi siete presentati ma dalla vostra bocca non uscirà mai parola esplicita in presenza di altri, solo allusioni, ma vedrete che imparerete se vi affiderete alla sapienza divina - ci fu un attimo di silenzio e poi riprese
- zuppa di pesce ? - e Silvia disse - a me sta bene , dove ci porti? - ma decisero le ragazze, facendo da guida, li portarono dalle parti del porto in una trattoria non molto raffinata, che loro già conoscevano visto che venivano a scuola qui a Genova, entrati trovarono posto a mala pena ma si accontentarono, anzi Aldo fu felice della scelta delle ragazze ed ascoltato il menu dal cameriere scelse di mangiare il baccalà alla livornese che a lui piaceva molto ed ordinò anche un filetto di baccalà fritto, invece le tre donne rimasero per la zuppa di pesce.
Mentre si attendeva di essere serviti Aldo iniziò chiacchierare con un tipo seduto al tavolo vicino, un omone barbuto e pelato in compagnia di altri due omoni, c’era molta confusione, ma le tre donne riuscirono a capire che parlavano dei baccalà, dalla pesca alla padella e ridevano, ridevano molto, tanto che le donne non riuscivano a capire cosa ci fosse da ridere sull’argomento baccalà .
Servirono la zuppa con crostini di pane in delle belle ciotole ricolme e Silvia assaggiata la zuppa fece i complimenti alle ragazze per la scelta del posto, visto che era squisita, anche Aldo trovò il baccalà buono e chiese alle ragazze come facevano a conoscere quel posto e loro risposero che avevano festeggiato un compleanno di un amico in quel posto .
La serata passò serena e spensierata e tra Aldo e l’omone del tavolo a fianco ci fu un continuo invito al brindisi, sembrava si conoscessero da una vita ma in realtà Aldo disse che era la prima volta che si vedessero e ricordò alle ragazze che sapere significa conoscersi, così le ragazze riflettendo un pochino capirono di aver ricevuto un altra lezione da Aldo.
Gli omoni avevano iniziato a mangiare pistacchi e biscottini , accompagnati da un buon vino, quando Aldo, Silvia, Martina e Valentina si alzarono per andare via così mentre uscivano, gli omoni si alzarono e salutarono i quattro, chi con il saluto fascista e chi con quello comunista, le ragazze ridendo rifletterono e iniziarono a domandarsi, parlando tra loro, dove li avrebbe portate il viaggio che avevano iniziato ed iniziarono a capire anche se non completamente, che veramente loro erano qualcosa di più di due bastardine, come disse Valentina.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, ogni uno era assorto nei propri pensieri ed Aldo immaginando che le ragazze riflettevano sulla giornata trascorsa stette in silenzio e non mise neanche la musica.
Arrivarono a casa a notte fonda e stanchi, si dettero la buona notte, Martina disse ad Aldo che avrebbe voluto parlargli da sola, quindi decisero che l’indomani avrebbero fatto una passeggiata al mattino presto e tutti andarono a dormire.
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