Questa mattina, anche in ritardo rispetto gli altri giorni, mi sono concesso un sonno più lungo, però leggendo “Il Messaggero”, due articoli mi hanno colpito in maniera particolare, uno quello di Oscar Giannino e l’altro, di Umberto Mancini: “in Italia vince il potere, non il merito”.
Da diversi anni, si parla tanto di riuscire a non far andar via dall’Italia, i “Cervelli” ed in particolare quelli più giovani, che hanno una prospettiva della vita, rivolta al futuro, più di una persona matura.
Quindi Fedelissimi, studieremo una soluzione nel nostro interno, io ho in mente, una parziale soluzione, un po’ confusionaria, non conoscendo il mondo della ricerca, che voi dovrete perfezionare e se ritenuta buona, metterla in pratica.
Partiamo da il problema principale, i neo laureati in cerca di lavoro, è appena finita una sessione di esami alla laurea e adesso, la condizione di quei neo laureati, quale è? La mia non sarà, una soluzione di lavoro subito, ma un potenziale investimento sulle loro capacità, sogni, speranze e teorie personali.
Se, si investisse, sul loro sogno, per almeno un anno, ad esempio, credo che alcuni tra gli studenti, hanno loro teorie personali in particolari settori, per uno sviluppo futuro di una qualsiasi situazione, esempio elettronica, medicina e chissà quanti altri particolari settori, ciò che loro manca, è la possibilità come a me in tantissime situazioni, di provare l’efficacia della loro teoria, per mancanza di laboratori, oppure solo di soldi per strumenti, oppure ancora perché gelosi delle loro teorie, non vorrebbero svenderle ad altri, essendo assunti.
Quindi immagino, una condizione di totale libertà in laboratori attrezzati, magari universitari, per almeno un anno, condizione, da liberi ricercatori.
Noi, se riteniamo questa mia proposta valida, pagheremo le spese all’università, per la concessione dei laboratori, oppure ed enti di ricerca, un affitto sull’utilizzo, mentre il ricercatore, senza nessun stipendio che lo sostenga, quello deve essere fatto a proprie spese, ha un anno di tempo, per poter lavorare sul suo progetto, con il patto, che il risultato delle loro ricerche, venga poi diviso al 50% per essere messo in opera, una società sul progetto realizzato.
Alla fine dell’anno di lavoro del ricercatore, si valuta il risultato e se il risultato, rimane ancora non perfezionato, ma in via di sviluppo ulteriore, si rinnova il contratto per un altro anno alle stesse condizioni.
Non saprei minimamente come un giovane ricercatore, possa prendere questa mia proposta, io tenterei di sfruttarla da studente, ho sempre scommesso su di me, in qualsiasi circostanza, però, sarebbe utile sapere, se noi siamo nelle condizioni, di poter realizzare questo progetto, per almeno una ventina di ricercatori sognatori giovani, magari con un loro staff personale che lavora sul progetto alle stesse condizioni diretto dal ricercatore.
Cosa ne pensate? Ciao Pippo.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
Da diversi anni, si parla tanto di riuscire a non far andar via dall’Italia, i “Cervelli” ed in particolare quelli più giovani, che hanno una prospettiva della vita, rivolta al futuro, più di una persona matura.
Quindi Fedelissimi, studieremo una soluzione nel nostro interno, io ho in mente, una parziale soluzione, un po’ confusionaria, non conoscendo il mondo della ricerca, che voi dovrete perfezionare e se ritenuta buona, metterla in pratica.
Partiamo da il problema principale, i neo laureati in cerca di lavoro, è appena finita una sessione di esami alla laurea e adesso, la condizione di quei neo laureati, quale è? La mia non sarà, una soluzione di lavoro subito, ma un potenziale investimento sulle loro capacità, sogni, speranze e teorie personali.
Se, si investisse, sul loro sogno, per almeno un anno, ad esempio, credo che alcuni tra gli studenti, hanno loro teorie personali in particolari settori, per uno sviluppo futuro di una qualsiasi situazione, esempio elettronica, medicina e chissà quanti altri particolari settori, ciò che loro manca, è la possibilità come a me in tantissime situazioni, di provare l’efficacia della loro teoria, per mancanza di laboratori, oppure solo di soldi per strumenti, oppure ancora perché gelosi delle loro teorie, non vorrebbero svenderle ad altri, essendo assunti.
Quindi immagino, una condizione di totale libertà in laboratori attrezzati, magari universitari, per almeno un anno, condizione, da liberi ricercatori.
Noi, se riteniamo questa mia proposta valida, pagheremo le spese all’università, per la concessione dei laboratori, oppure ed enti di ricerca, un affitto sull’utilizzo, mentre il ricercatore, senza nessun stipendio che lo sostenga, quello deve essere fatto a proprie spese, ha un anno di tempo, per poter lavorare sul suo progetto, con il patto, che il risultato delle loro ricerche, venga poi diviso al 50% per essere messo in opera, una società sul progetto realizzato.
Alla fine dell’anno di lavoro del ricercatore, si valuta il risultato e se il risultato, rimane ancora non perfezionato, ma in via di sviluppo ulteriore, si rinnova il contratto per un altro anno alle stesse condizioni.
Non saprei minimamente come un giovane ricercatore, possa prendere questa mia proposta, io tenterei di sfruttarla da studente, ho sempre scommesso su di me, in qualsiasi circostanza, però, sarebbe utile sapere, se noi siamo nelle condizioni, di poter realizzare questo progetto, per almeno una ventina di ricercatori sognatori giovani, magari con un loro staff personale che lavora sul progetto alle stesse condizioni diretto dal ricercatore.
Cosa ne pensate? Ciao Pippo.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
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