Caro presidente, della Repubblica Italiana: Giorgio Napoletano, le scrivo questa lettera aperta, perché lei, oltre ad essere il nostro presidente, è un uomo, che dall’alto della sua età, ha acquisito saggezza di democrazia, anche perché ha vissuto quello che è da tutti chiamato fascismo, ovvero una dittatura.
Lei, meglio di molti italiani, sa come si veniva trattati se disubbidienti ad un regime che per nostra fortuna, è durato solo un ventennio.
Quindi le chiedo e sarebbe bello in collaborazione con tutti gli ex presidenti della Repubblica Italiana, di istituire, un comitato, che chieda allo stato Italiano, di donare o un’isola anche piccola, oppure una di quelle montagne con dei paesini disabitati, che sono del proprietà dello stato Italiano, al TIBET.
Perché? Perché sarebbe bello ed importante, che anche se solo a statuto autonomo o non saprei come organizzarlo, i tibetani, avessero un luogo da chiamare casa.
Nessuno può dire, come si risolverà la situazione in Tibet ne come si evolverà, ma sarebbe bellissimo, una solo simbolica patria, dove poter continuare a coltivare, quella millenaria civiltà, che ha prodotto un “PENSIERO NON VIOLENTO” e che ha affascinato molta dell’umanità, non tutti vogliamo sentirci attratti dalla violenza e loro la combattono con il “PENSIERO”.
Lei, sa meglio di me il valore del pensiero, lei ha vissuto il fatto, che non tutti i pensieri potessero essere scritti, ma solo riportati a voce.
E così come lei, credo che ancora ce ne siano di persone, che vorrebbero il pensiero libero di essere trasmesso alle future generazioni.
Grazie per la cortese attenzione e se mai prenderà questa lettera in considerazione, sappia, che non è creare un precedente, se mai il precedente è umiliare il “PENSIERO”.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
martedì 23 dicembre 2008
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