“C’è tempo” continua a suonare Fossati, e Penelope con la sua tela lo allungava giornalmente.
Ulisse dal canto suo se la spassava, rischiava la tentazione delle sirene, ingannava Poliremo e sfidava il vento, che lo tenne lontano da Itaca.
Oggi i cantautori, i poeti li canterebbero diversamente e noi tre proviamo ad immaginare come.
Di sicuro Ulisse provocherebbe il Dio unico che oggi conosciamo e non tutto l’olimpo, sarebbe eroe della gente? Oppure ignorerebbe? Viaggerebbe ancora? Oppure viaggerebbe nella rete e con la fantasia? Combatterebbe per sfidare le forze della natura? Sono molti gli interrogativi, noi tre lo vediamo in questo tempo, più menefreghista, chi glielo fa fare? Di odisseare, in questo tempo? Tempo che tutti pensano al loro orticello? Che è fatto di piccoli clan, di amici da sistemare e da meteore che cercano solo i loro dieci minuti di notorietà? Ulisse, oggi se ne infischierebbe di tutto, però gli resterebbe a cuore Penelope sua moglie, ma saprebbe che il tempo non è ancora giunto, per presentarsi ad Itaca, ci sono delle scadenze da rispettare, purtroppo la guerra in cui sarebbe coinvolto non sarebbe finita, se non al tempo giusto.
Giusto, quando è? È quando l’unico DIO, lo decide, LUI ha delle scommesse da vincere con il male, più o meno come fece Ulisse, sfidando il suo stesso destino.
Penelope riempirebbe la fantasia di Ulisse, che sarebbe il suo unico legame con la realtà dei fatti, come unico obbiettivo da raggiungere per l’eternità.
Non proverebbe nemmeno a farsi tentare dalle sirene, perché le considererebbe frivole, senza anima, ammirerebbe poche donne, donne vere, ma senza attentare alla sovranità di Penelope.
Riappropriarsi del suo regno, ritornare ad “Itaca” per riunirsi Penelope così da finire con: “e vissero felici e contenti” grazie alla pazienza di Penelope.
Dedicato alla Penelope di oggi, “C’è tempo” incerto.
Gronchi Rosa: !
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