La mi infanzia, la ho passata in una cucina di un ristorante, i miei ne avevano uno ed era la mia passione giocare con il cuoco, mi faceva impazzire, ricordo che un giorno scappai da scuola per non fare il vaccino antitubercolare e fuggii rifugiandomi in cucina e fuggendo dagli inseguitori, la misi sottosopra.
Perché dico questo, perché una cosa che farò prossimamente, sarà aprire una scuola per persone che vivono da sole, che però insegni, dalla cucina alla capacità di avvitare una lampadina, dal saper sturare un lavandino al sapersi stirare una camicia, io personalmente, credo di cavarmela ma vedo molti amici che non sanno nemmeno usare un cacciavite.
Che senso ha il mio discorso del momento, ha un senso molto tignoso nel momento di crisi economica degli istituti scolastici e cercherò di spiegarne il senso.
Vanno molto di moda, le università, quelle chiamate popolari o per anziani, con corsi per elevare il discorso intellettuale delle persone e ben vengano, ma tutti gli istituti e ne ho girati di alberghieri, l’estate, non svolgono corsi che potrebbero essere non professionali, ma almeno di infarinatura all’arte.
Si potrebbero concordare corsi per persone che vivono da sole o in comitiva, che non sanno muoversi nelle mura domestiche a pagamento e potrebbe essere una piccola risorsa per gli istituti che li svolgono.
Anche sapersi truccare o pettinarsi all’improvviso, o perché no, saper cambiare una serratura? Le scuole arti e mestiere, non è detto che debbano solo insegnare un mestiere, ma anche infarinare le persone che potrebbero divertirsi nello svolgere una scuola per persone sole.
E potrebbe essere una piccola risorsa per gli istituti.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !
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