giovedì 28 febbraio 2008

QUANDO LA "COLLINA" ERA IN FIORE

Ricordate, quella vecchia canzone che diceva: “amore ritorna, le colline sono in fiore…?” se non sbaglio era Marisa Sannia a cantarla e proprio a Sanremo, che oggi gli interisti, sperano che distolga l’occhio dal campionato, con le polemiche che ci sono in tutti e due i fronti.
Noi tre, ieri abbiamo ascoltato la partita alla radiolina, come ai vecchi tempi, già immaginando che per la Magica ci sarebbe stato filo da torcere ed allora abbiamo la consapevolezza che la “Collina”, non solo non è più in fiore ma sfiorita, ma addirittura arata!
E sì che di tempi fioriti, ne ha avuti, ed allora in cosa si sarà imbattuto? Noi tre, ieri abbiamo avuto una piccolissima idea: “perché non istituire un vero e proprio campionato per gli arbitri?” insomma qualcosa che dia punteggi ben precisi, come alle squadre di calcio: 1 -3 punti a seconda della prestazione, con un titolo o un’onorificenza da vincere e vere e proprie retrocessioni ad arbitrare campionati inferiori.
Non crediamo che possa essere difficile, valutare le prestazioni, in parte già lo fanno (molto in parte) e quindi quale potrebbe essere il problema? Forse che non a tutte le squadre di calcio possa essere di gradimento? Collina, è quasi primavera, prova a rifiorire, perché arso ed arato ci piaci poco, eri più simpatico prima, quando da te si poteva temere un “rigore” in campo, mentre oggi si teme di più il non “RIGORE”.


mercoledì 27 febbraio 2008

non occorre il "francobollo"

Non sappiamo, se sia storia oppure una bellissima legenda, ma la storia della nascita del “francobollo”, è bellissima.
Si racconta, che in Inghilterra, vivevano due ragazzi in città diverse ed innamoratissimi, ma poveri, allora, la tassa postale, si pagava al ricevimento della lettera e non alla spedizione, non esistendo il “francobollo”, quindi il ragazzo, per comunicare alla sua lei il suo amore, inviava lettere con nulla scritto alla sua lei e lei sapendo che era solo l’espressione di un innamorato per farle sapere che la pensava con amore, non ritirava la posta e quindi non pagava la tassa.
Questo avvenne per molto tempo, così l’impiegato delle poste inglesi, incuriosito del fatto che non ritirasse la posta, chiese spiegazioni alla ragazza ed ella con ingenua passione per il suo lui, raccontò tutto all’impiegato, aggiungendo che lei faceva lo stesso.
L’impiegato, ebbe la grande idea di applicare la tassa alla partenza, inventando il: “francobollo”, così da quel giorno i due innamorati, non potettero più comunicare il loro amore.
Purtroppo la storia o la legenda, non racconta se senza poter comunicare il loro pensiero d’amore, si sposarono e vissero felici e contenti, a noi piace immaginare di sì, ma la tassa postale alla partenza, pensiamo abbia interrotto molti rapporti “d’amore”.
Oggi, che tutto è rivoluzionato nella comunicazione e noi tre comunichiamo con questo blog le nostre idee e le nostre passioni, quella storia di altri tempi ci fa tenerezza e ci porta a riflettere: esisterà una donna paziente, che aspetta i nostri post? Noi tre ci illudiamo di sì e quindi con lo spirito di quei due innamorati, affidiamo i post al vento, senza aspettare risposte tangibili, ma di “fantasia” illuminata da un pizzico di “follia”, scriviamo, scriviamo di tutto e per tutti, con nella mente una lei che come noi affidi le risposte al vento. Ve lo abbiamo detto che come Aldo, noi sappiamo leggere anche al buio perché abbiamo fatto le scuole serali? E che abbiamo imparato a leggere anche l’aria? Sarà per questo, che questa sera, abbiamo deciso di non guardare la “magica Roma”, l’ascolteremo alla radiolina come ai vecchi tempi di cui abbiamo nostalgia, e come ai vecchi tempi aspettiamo risposte non scritte nero su bianco ai nostri post! La fantasia, non ci manca per realizzare le nostre passioni, mentre le certezze oggettive, quelle le riserviamo per altri tempi.

lunedì 25 febbraio 2008

Il male oscuro? é la luce dell mia anima

Sono molti, gli allarmi per quello che viene definito: il male oscuro, ovvero la depressione.
Depressione, che per un tempo giusto, ha preso anche noi tre, che vulnerabili, perché in un momento delicato della nostra vita, ovvero il “risveglio” ha totalmente cambiato il corso della vita stessa.
Quel tempo, lo ricordiamo oggi, come il più bello vissuto su questa terra, perché ciò che ci ha trasmesso e comunicato alla mente razionale ed in cerca di prove continue, non ha eguali.
Riuscire a scoprire il limite stesso della nostra mente e la potenza della mente, è qualcosa di incredibile, ecco perché ringraziamo sempre di averlo potuto provare per un tempo giusto.
Quale è il tempo giusto? Sicuramente quello che modifica la propria vita, in base alle cose effimere della vita stessa, di cui è circondato il mondo.
L’abbiamo combattuta con tutto e tutti, la depressione, con psichiatri amici e nemici, con farmaci, e con quella che a nostro parere è stata l’arma più potente: “la preghiera” riuscire ad entrare in confidenza con DIO, è stata la cosa più difficile, ma anche l’arma micidiale, che oggi ci fa apprezzare quel periodo difficile.
EGLI, per brevi momenti, ci ha fatto assaporare, anche l’estasi e credete, chi prova certi stati emotivi, rimane ancorato a quei momenti con amore.
È vero, tutto è stato rivoluzionato della nostra vita, anche le cose più sciocche ed insignificanti, ma da allora, EGLI non ci ha mai più abbandonato a noi stessi, agli occhi degli scettici potremmo apparire anche pazzi, ma purtroppo non potremmo mai rinnegare quei momenti, in cui ci è stata donata una nuova concezione di vita.
Conoscere le verità di DIO, senza la gioia della follia, non è possibile e la depressione, è uno stadio, in cui ci si trova a confronto con sé stessi! Con il proprio io che se ben indirizzato, porta a DIO nella sua grandezza e magnificenza.
Ricordiamo psichiatri, che oggi pensiamo abbiano fatto dei veri e propri attentati alla nostra “VITA”, ma anche coloro che ci hanno salvaguardato ed indirizzato consapevolmente al nostro destino.
Destino che ha portato noi alla consapevolezza e certezza della vera natura di DIO, che con lampi fulminei nella mente ci illustra la via.
Non sappiamo se questo post sia giusto pubblicarlo, ma in noi è rimasto un grande amore per la pazzia sana, indotta da DIO stesso, affinché si diventi servi dei suoi disegni, insignificanti, non celebri e probabilmente anche disprezzati, ma a LUI utili.
In quei tempi, Zerodieci scrisse una poesia che porta in sé tutto il nostro non capire dove saremmo andati a finire da quel tunnel della depressione, che quando percorso tutto, ci è apparso con il SUO NOME: DIO! La dedichiamo a chi oggi cerca con fatica di uscire da quel tunnel e vorremmo che sappia che quelli sono i momenti in cui si è più amati da DIO.
Dedicata al palindromo: GRONCHI ROSA: !
Io sono

Mi sento solo distrutto
Grigio di pensiero e…
… freddo di idee
il tempo che passa
lo saluto con un sorriso
triste e malinconico

E Tu ! Tu appari , scompari e poi scompari

Tu motivo della mia tristezza
Immagine eterea della mia felicità
Fulminea sconquassi la mia mente

Ma … scompari e poi scompari

L’angelo il diavolo , la vita e la morte

Ma… scompari e poi scompari

Ti prego appari , vigile delle mie azioni
Ossessione dei miei pensieri
Tormento dei miei secondi
Ti prego appari

Ma…scompari e poi scompari


Zerodieci

sabato 23 febbraio 2008

La "VITA" 10 km. in "SUA" compagnia 1 p.

- La “VITA”
- Dieci km. In “SUA”
- compagnia
- Sono le 17 ed il sole inizia ad abbassarsi all’orizzonte, cosa che in pratica succede tutti i giorni, dall’inizio dei tempi, organizzati da DIO per la vita dell’uomo, per scandire i suoi tempi, per preparare i suoi momenti diversificandoli a seconda del rapporto con l’interiorità che ciascuno di noi ha.
- Nominare DIO all’inizio di un racconto non è cosa giusta, ma quando si parla di un incontro tra PADRE e FIGLIO, lo SPIRITO può farlo, perché avendo assistito può certamente riconoscerne l’esigenza di farlo.
- Con queste parole iniziali ho svelato l’essenza del racconto e non a sproposito, non a caso, non per smascherare l’identità dell’assassino come nei peggiori gialli, ma per consegnarvi la chiave di lettura di qualcosa che i vincitori della storia recente, non solo negherebbero, ma additerebbero e metterebbero alla gogna se non al rogo.
- Alle 17 i colori cambiano prendono strane tonalità e sembra quasi modificano l’aspetto delle cose e quel giorno nel posto di cui non importa nulla la collocazione geografica del monastero buddista, il figlio, che chiameremo Gabriele si distendeva, passeggiando e curiosando qua e la tra monaci che pregavano e pellegrini che portavano offerte, in attesa della cena, cena che come tutte le sere sarebbe stata servita alle 18 e 30.
- Gabriele era un ospite già da diverso tempo del monastero, pur non essendo un monaco buddista e pur non risiedendo fisso nel monastero, ma solo per apprezzarne la quiete e la dedizione alla meditazione che egli da sempre considerava importante, per eseguire quelli che erano i suoi compiti nella vita, che man mano che andava avanti divenivano sempre più essenziali nella sua vita.
- Era maggio, ed io assistevo senza intervenire alla preparazione di ciò che da lì a poco sarebbe stato il loro primo incontro, ed il significato del loro incontro lo lascerò decifrare a voi.
- Si avvicinò l’ora della cena, così con andare placido Gabriele si presentò al refettorio, iniziando come sempre ad aiutare ad apparecchiare per quelli che da lì a poco sarebbero divenuti i suoi commensali.
- Era tutto come prestabilito, senza tante parole ci si adoperava allo scopo, perché in quella comunità il servire era reciproco, senza ordini ma con veemenza, le ciotole, i bicchieri, tutto veniva spostato e preparato per la cena, senza rumore in un ambiente sordo, silenzioso, nella penombra si ascoltava solo il calpestio unito allo sfregare degli abiti dei monaci.
- Era ormai tutto pronto ed iniziavano ad entrare i primi commensali ed ospite di uno strano e nuovo personaggio del convento era uno dei monaci più anziani, che con la proverbiale ospitalità dei monaci, istruiva il nuovo e per Gabriele a prima vista strano tipo , vestiva tipo anni ottanta jeans maglietta bianca, camicia di jeans sbottonata e fuori dai pantaloni ed un cappello di paglia tipo panama che ebbe l’accortezza di togliersi e custodire con cura in un angolo della
- stanza.
- Era un occidentale, almeno a prima vista ed il monaco anziano lo invitò ad avvicinarsi a Gabriele per presentarglielo, con un gesto aggraziato ma deciso:- si chiama Gabriele ed anche egli si è avvicinato a noi non per seguirci ma per capirci - disse l’anziano monaco sorridendo ai due avvicinatisi , fu una stretta di mano decisa e guardando lo sguardo dello strano tipo pieno di soddisfazione si poteva azzardare anche da molto attesa:- mi chiamo Maurizio e l’avevo già notata al mio arrivo nel primo pomeriggio, lei è riuscito a capire? - sembrava un famoso ed ormai anziano attore cinematografico, anche nel modo di proporsi deciso, incisivo, volto a provocare una reazione di Gabriele che pensò sorridendo al maestro d’armi di un film di successo, tale era il tono delle parole, la sicurezza del nuovo ospite del convento, improvviso fu un gesto del monaco per far accomodare gli ospiti alla tavola pronta per la cena.
- Questo in mia presenza fu il loro primo incontro, a tavola si guardavano con interesse, come i giocatori di scacchi, per studiarsi e se pur il Padre sapesse non lo lasciava a vedere, ma quale era lo scopo di tale avvicinamento al Figlio?
- La cena fu consumata nel giro di una mezz’ora, poche furono le parole a tavola, ma quando Gabriele si alzò per iniziare a sparecchiare ed a rassettare la stanza, Maurizio non si lasciò sfuggire l’occasione per inserirsi nell’organico, iniziando col chiedere dove potesse appoggiare i bicchieri da lavare e continuò fin che tutto non fosse in ordine.
- Come di consueto finito il tutto, Gabriele uscì dalla stanza per fumarsi una sigaretta, iniziava a fare buio e quella sera era stupenda, le stelle iniziavano a risplendere nel cielo blu intenso e all’orizzonte uno spicchio di luna gli fece tornare alla mente una vecchia canzone di un cantautore: “ fredda come una lama qualunque e grande come la nostra fortuna” ma non fece a tempo a rammentarla bene che una voce da dietro le spalle lo avvicinò chiedendo- quali sono le domande che ti poni di fronte a questo spettacolo? - voltatosi Gabriele vide un viso illuminato dalla brace di una sigaretta, era Maurizio che faceva una lunga e profonda aspirata di sigaretta, sollevò lo sguardo al cielo e chiese- domande ? - Maurizio iniziò ad annuire insistentemente con la testa rispondendo- la conoscenza di una persona si deduce dalle domande che si pone e dalle risposte che trova - iniziò a sorridere di cuore Gabriele come se si sentisse preso in giro e sedendosi su di un gradino disse- non credo sia una grande cosa la conoscenza, vede ho sempre apprezzato di più la sapienza e quella mi creda, oltre ad essere un dono raro è anche talmente difficile riconoscerla, che penso che chiunque sia onesto non ammetterebbe mai di averla, se pur l’avesse - ma Maurizio insistette
- allora cosa cerca lei in un posto come questo , guardi i monaci, sembrano possedere la sapienza unita ad antiche conoscenze che conducono alla via dell’illuminazione - nel frattempo Gabriele finì la sua sigaretta e spenta la cicca la ripose in una scatoletta che fungeva da posacenere invitando Maurizio a fare altrettanto, si passo la mano tra i capelli e disse:- oh certo quella è conoscenza, ma non sapienza , vede non nego che la loro antica conoscenza per le vie che conducono all’illuminazione possa essere una certezza per loro, ma la sapienza in un essere non percorrerebbe tutta la via che porta a ciò, la sapienza conosce il punto d’arrivo di tutto, vede, possedere la sapienza è come se si diventasse totalmente menefreghisti, perché l’obbiettivo finale è solo nelle mani di DIO, lo conosce soltanto LUI e chi ne ha è solo uno strumento, EGLI non ti pone neanche l’ansia di sapere cosa si faccia per arrivare all’obbiettivo e pur rimanendo oscuro e nascosto allo sguardo dell’individuo, l’obbiettivo che è la volontà di DIO, viene raggiunto, anche se l’essere umano verificando l’evento potrebbe considerarlo un fallimento.-
- Dopo un attimo di silenzio Maurizio riprese a dire:- sentirti parlare di sapienza, per me che ne sono all’oscuro, è impressionante, metti quasi a disaggio, sembrerebbe che tu ne sappia molto - Gabriele, che nel frattempo si accese un’altra sigaretta, scosse insistentemente la testa e voltatosi verso Maurizio disse:- no! proprio no, certo è un mio desiderio sapere, ma il buon DIO non me lo permette, evidentemente preferisce tenermi nell’ignoranza, mi creda anche questo può provocare dolore nell’essere umano - Maurizio insistette - non mi dica che è questo che l’ha portata a rifugiarsi in questo luogo : la sofferenza dell’ignoranza? - - No ! Sarebbe lungo spiegare il motivo della mia permanenza in questo luogo, poi se devo essere sincero un motivo vero e proprio non esiste, è più una scelta di vita, vede erano diventate veramente poche le cose che mi accontentavano nella mia vita abituale, così un giorno provai questa esperienza , ma più per raccogliere le mie idee e disintossicarmi dalla frenesia e dall’arrivismo di cui oggi la nostra società non può più fare a meno, ma adesso mi scusi dovrei andare a dormire, perché io il sabato e la domenica che sono i giorni con più pellegrini, preferisco andare fuori da qui, e visto che devo farmi a piedi una decina di km. al mattino presto, vorrei andare a riposare - - e dov’è che và a passare il sabato e la domenica ? - chiese interessato Maurizio e Gabriele rispose- in giro, faccio il turista, in questo posto lo faccio per lo spirito, mentre il sabato e la domenica lo faccio per gli occhi, arrivo al primo paese, poi prendo una macchina a noleggio e così torno qui il lunedì e quando sarò stanco e del monastero e dei posti che mi circondano, tornerò alla mia vita di sempre, se vuole può unirsi a me per questo fine settimana - Maurizio , fu molto felice della richiesta, quasi lo sperava e senza tante parole- accetto volentieri , per che ora è la sveglia ?- - alle sei, si porti qualcosa che possa esserle utile e delle scarpe comode, perché fino al paese dobbiamo andare a piedi e sono circa dieci km., buona notte - tutti e due si avviarono a dormire e Gabriele iniziò a domandarsi come mai avesse invitato Maurizio e se quello non fosse stato uno sbaglio, visto che lui aveva fatto della solitudine una scelta che non gli stava più tanto stretta .

venerdì 22 febbraio 2008

IL "PIACERE" DI NON PIACERE

A molti, sicuramente non piaceranno i nostri post e che probabilmente prenderanno noi tre in antipatia e di questo ne siamo consapevoli e “orgogliosi”, di cosa? Nel 1995, abbiamo fatto la domanda a LUI, il nostro LUI, perché ci rendevamo conto che poco piaceva alla moltitudine e veniva sistematicamente disapprovato, dobbiamo confessare, che con il nostro LUI, noi tre abbiamo spesso dei confronti verbali e che spesso parliamo anche con la “VITA”, nostra ispiratrice e confidente.
Il nostro LUI, alla domanda perché: non piaceva alla moltitudine, ci ha risposto così: - dovete sapere, che purtroppo per tutti, non sono io che devo piacere alla moltitudine, ma la moltitudine a me!- così continuando ad interloquire con la “VITA”, chiedemmo spiegazioni ed ELLA, ci ha sempre risposto, che avremmo dovuto rimanere ciò che eravamo, con tutti quelli che noi ritenevamo nostri difetti.
Uno dei nostri difetti, era per l’appunto quello che una certa forma di razzismo, ci invadeva, noi tre ci sentivamo di disapprovare molto della moltitudine e la guardavamo con occhi critici e a volte ostili e che noi tre, facevamo parte di una situazione Biblica che trovava radici nell’antichità proiettata nel futuro.
Saranno molti, coloro che noi definiamo: Gronchi Rosa, che si trovano nel dubbio e probabilmente si domandano se sono poco “buoni”, avendo critiche anche feroci nei confronti dell’umanità e per l’appunto a loro vorremmo comunicare, ciò che in passato è stato comunicato a noi TRE, dalla “VITA” stessa e da LUI: “non siamo noi a dover piacere agli altri, ma gli altri a NOI!”.
In questo tempo, la spietatezza, è essenziale, il tentare di comprendere la cattiveria, è un fallimento alla causa che la “VITA” stessa disapprova, anche se il giudizio finale è nelle SUE mani, perché come fecero nel passato contro di LUI, anche LUI oggi si lava le mani nei confronti dell’umanità, da spietato, perché il giudizio supremo senza difensore per la moltitudine, sarà spietato!
GRONCHI ROSA:!

giovedì 21 febbraio 2008

"revisionate il vostro spot"

Ci piace, leggere al buio, sarà perché veramente abbiamo fatto le scuole serali come Aldo nella nota pubblicità, ma realmente non ci piace approfondire le notizie, vogliamo rimanere “liberi” di sbagliare ed affidare i nostri post al “wind” e soprattutto speriamo che li porti lontano.
Se non sbagliamo, ièri sui giornali si poteva leggere la notizia che la telecom debba escludere gli utenti dai numeri a caro prezzo, a meno che non ne facciano esplicita richiesta.
Anni fa, si poteva notare, come l’unico rimedio per sfuggire a truffe su internet era appunto quello di farsi escludere da tali numerazioni la linea telefonica e noi lo facemmo, ma.
Ma la cara, amata mamma RAI, continuava a proporre giochi televisivi con chiamate a pagamento con quei numeri a caro prezzo: perché? Non lo sappiamo! Ma se veramente fra qualche mese gli utenti telecom saranno esclusi, dobbiamo pensare che anche la RAI voglia diventare per pochi eletti, ovvero i RICCHI! E a noi, non dispiace affatto, ma il canone lo pagano anche i poveri e lo pagano anche con difficoltà in questi tempi poco felici.
Già il digitale terrestre della RAI è per pochi eletti e altri canali che sono sovvenzionati con il canone (che pagano anche i poveri) vengono visti solo sulla piattaforma satellitare a pagamento, quindi possiamo dedurre che da parte della RAI: “poveri de voi non ce ne frega niente!” “GRAZIE” la sincerità, sarà sempre apprezzata se detta esplicitamente.
Partecipare ai giochi televisivi telefonicamente, non è sicuramente essenziale per la vita di una persona, ma perché parlate di televisione interattiva? Ditelo esplicitamente: “poveri ce fate schifo! E nun ve volemo tra li piedi” GRAZIE MAMMA RAI!
GRONCHI ROSA: !

mercoledì 20 febbraio 2008

"oh quanto siamo belli, quanto siamo bravi" (perchè solo a casa nostra?)

Dopo la sbornia meritata di ièri, siamo consapevoli che adesso può andare come vuole, possiamo anche uscire dalla competizione europea, che saremo felici ugualmente, almeno noi tre! Osservando l’insieme, la prima cosa che ci viene alla mente: “tanto và la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino” cara Internazionale, noi tre avevamo, abbiamo e sicuramente avremo cose da dire che non sarà mai la vostra indisponenza a farci tacere, ma la nostra intelligenza. (sfottò romanesco, da chi è stato alla Lazio, dovrebbe essere capito)
Comunque sia, oggi, il programma Forum, ci ha dato lo spunto per un post, con una causa stupida ma che contemporaneamente metteva in evidenza la confusione, che esiste nella religione.
La confusione, nasceva dal fatto che Gesù, fu battezzato in età adulta e come molti contestano, i divorziati riaccompagnati, non possono fare la comunione in chiesa.
Cari confusionari, Gesù nasce ebreo e dalle scritture, si può notare come la famiglia, lo abbia introdotto alla religione che allora predominava in Israele, Egli istituisce il sacramento del battesimo solo quando è ispiratore di una nuova religione, perché fino ad allora esisteva la circoncisione, (come il battesimo) cosa a cui tutti gli ebrei dovevano sottoporsi.
Facendosi battezzare da Giovanni Battista, Egli dona alla moltitudine una nuova forma di verità, ovvero: l’essere puliti dal peccato originale ed assumere lo spirito di sapienza.
Essere esclusi dalla comunione, non è una vendetta, ma se si è un po’ critici con sé stessi, si può capire che è una pena.
Sono dieci i comandamenti istituiti da DIO e il non commettere adulterio è uno di questi, quindi a infrazione, corrisponde una pena e in questo caso è l’esclusione dalla mensa in comunione.
La chiesa è severa? No! Secondo noi è anche troppo accondiscendente alle mode attuali, crediamo che invece di darsi alla politica, dovrebbero (il clero) rimettersi all’opera per una nuova catechesi.
Fortunatamente, sono solo dieci i comandamenti istituiti da DIO, perchè se fossero di più, come in un qualsiasi codice, sarebbe una vera tragedia per l’umanità, che cerca e spera con approvazione di parte del clero, di modificare DIO e le sue leggi alle proprie abitudini, usi e costumi.
Purtroppo e lo diciamo con consapevolezza e cognizione di causa, non sarà mai così.
Lo dice chiaramente Gesù, quando: “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai” e noi siamo ben felici che ciò sia Legge di DIO!




venerdì 15 febbraio 2008

IL "SEGRETO" DI PULCINELLA

È con vero piacere, che entriamo in polemica con Oriali e questo perché? Perché una nostra filosofia, appresa sin da bambini, dai genitori e dai nonni, ci ha portato ad essere consapevoli che: “il miglior disprezzo è la non curanza” e noi nel modo più assoluto (non vogliamo, chiedo scusa se la frase fosse mal compresa, ma generalmente non rileggiamo ciò che scriviamo) vogliamo disprezzare Oriali, colui che spendendo “una vita da mediano” ci ha fatto esaltare davanti alla TV quando eravamo bambini, indossando la maglia “azzurra”.
Penso che abbia compreso male, perché alludendo all’invidia, deve sapere che non è contro l’Internazionale “vincente”, ma con un po’ di obbiettività, contro gli arbitri che prendono decisioni contestabili, proprio quella obbiettività che se presente fa di un uomo: un grande “uomo”.
Anche la politica attualmente sta provando a rinnovare sé stessa, con tentativi che portano a osservare questo momento con un po’ più di attenzione, è possibile che lo sport più amato dagli italiani, rimanga arroccato su sé stesso? Le polemiche, sono anche divertenti a volte, quando ci si attacca al fumo della pipa, ma caro Oriali, le domando è fumo della pipa polemizzare contro la partita con il Parma? Le polemiche in formula uno le sono sembrate tali? Eppure li hanno provato a fare giustizia e chissà forse la hanno fatta! E chi scrive è tifoso della McLaren e non della Ferrari.
Subire giustizia, siamo tutti consapevoli che è assai difficile, ma in Italia, In questa Italia è ancora più difficile, siamo il paese di Pulcinella e Arlecchino, dove la verità viene detta solo per scherzo, perché quando si parla seriamente, si nasconde la verità.
Del resto nei “vangeli” si può leggere che Gesù dice: “ guai a chi darà scandalo ad uno solo di questi bambini” e le squadre di calcio, hanno la pretese di essere da esempio ai bambini, portandoli per mano fin nel campo di calcio, quindi potrebbe essere da esempio, anche cercare rinnovando lo “stile” che quelle polemiche istigatrici di “invidia” non esistano.
Quindi ha ragione chi dice: “puliti dentro per essere belli fuori.
Ciao Lele GRONCHI ROSA!

mercoledì 13 febbraio 2008

14/02/2008

San Valentino, giorno dedicato ai promessi sposi, agli innamorati di tutto il mondo, giorno che prima o poi tutti abbiamo aspettato con entusiasmo, i nostri primi batti cuori, i primi baci scambiandoci dei cioccolatini e sussurrando parole d’amore.
Quei tempi, ormai sono andati e sogniamo che ritornino più intensi che mai, ci illudiamo di un futuro che porti con sé, quello che gli eventi del passato ci hanno distrutto con la realtà dei fatti avvenuti in passato.
Se dovessimo essere realisti, dovremmo sorvolare a tale anniversario, ma noi no! Noi siamo sognatori, ci illudiamo di una realtà non oggettiva che è impressa nella nostra fantasia, nel nostro sentirci parte di un disegno divino.
Quindi con vero piacere e: “follia immaginaria” dedichiamo queste belle rime tratte da: “Cantico dei Cantici” alla nostra LEI che sentiamo presente al nostro fianco, immaginazione? Follia? Ma a noi che ce ne frega?
Lo sposo:
Io vi scongiuro, figlie di Gerusallemme
Non svegliate, ne scotete l’amore
Finchè a LUI non piaccia.

MUTUO POSSESSO!
GRONCHI ROSA!

lunedì 11 febbraio 2008

"GRATTA:" e vinci

“Ti piace vincere facile?” è nota la pubblicità del gratta e vinci e l’Intarnazionale di Moratti e Mancini, la rispecchiano in tutto.
E siccome tutti devono eseguire il proprio compito, noi eseguiamo il nostro: gli invidiosi, ma di cosa? Della cecità degli arbitri che senza usare nemmeno le lenti a contatto e armati del bastoncino per tastare, arbitrano a tastoni, come se giocassero a mosca cieca e a volte con l’occhio di un super eroe e non da garanti delle gare.
Compito degli arbitri, è quello di garantire il perfetto svolgimento delle gare e che il vincitore abbia meritato la vittoria, senza trucchi e senza inganni e bisogna dire che con le altre squadre lo fanno, con quelle che è meglio se non vincono il campionato, ma perché? Loro lo sapranno di certo.
Per tornare all’invidia, Seneca diceva: “dopo aver pensato a quanti ti precedono, (solo l’internazionale) considera quanti ti seguono” (tutte le altre squadre arbitri piacendo) quindi verificando che nessun regalo si è avuto e quindi meritiamo il posto occupato in classifica, la squadra ci da piccole delusioni ogni tanto e molte gioie, continuiamo a pensare come Seneca, che in altri pensieri dice: “giammai sarai felice, finchè ti tormenterai perché un altro è più felice”.
Stando così le cose: “GODI HOMO ECCOTE LA ROMA” se non altro possiamo ridere di gioia per merito e non di finta goduria, che nei volti dei primi in classifica si vede, spero per l’imbarazzo, perché spero siano intelligenti e sappiano valutarsi.
Sulla carta certamente invincibili e grazie agli arbitri anche vincenti, mentre noi pensiamo che lealmente siano da X.
Gratta, a Roma significa anche un'altra cosa, che sia quella a farli ridere? Come del resto accade anche in altre circostanze in Italia? Come la corte dei conti ci ha ricordato? Speriamo nell’intelligenza di Maurizio Costanzo nel capire questo post, perché ieri alla trasmissione: quelli che… su rai due, ci ha fatto un tiramento su cosa sia il voto in una democrazia, invitando tutti ad andare a votare.
Invece noi insistiamo nella nostra presa di posizione, ovvero il non voto, so che avevamo fatto fioretto di non parlarne, ma la tentazione è forte e la carne debole, quindi ricordiamo che nostri diritti, sono anche: non avere una classe politica come quella descritta dalla corte dei conti, poter uscire di casa in sicurezza, un lavoro dignitosamente retribuito e non votato alla morte, dignità per i ceti più deboli come i pensionati che sono arrivati a chiedere elemosina e sarebbero moltissimi i diritti disattesi da elencare, quindi caro Maurizio Costanzo, noi rimaniamo con la convinzione che sia meglio dare una dura lezione alla politica attuale.
“Gratta e Vinci” fin che poi: che a rosicà semo in tanti!
GRONCHI ROSA!

domenica 10 febbraio 2008

FALLIMENTO GLOBALE

In uno dei nostri post precedenti, abbiamo già detto come non tutti riescano a combattere il male esclusivamente con il bene, con il porgi l’altra guancia, con il perdono, tagliando in questo modo il filo della violenza.
Abbiamo affermato, anche che il contraddittorio diventa necessario per sé stessi.
Ricordo mia madre che quando mi trovavo a litigare con i miei fratelli, ripeteva spesso: “chi ha più intelligenza, l’adoperi!” e ricordo anche che da bambini, in tali circostanze, c’era chi arrivava alle mani mettendo da parte l’intelligenza.
Così si poteva notare che essere intelligenti e usare tale dono, portava a volte segni ben visibili e dolorosi.
Nelle cronache odierne, si nota come l’arma dell’intelligenza, ovvero la cultura, che ha il potere di radicare nelle coscienze civiltà più emancipate, venga usata come bastone, discriminando taluni, e come ponga divieto di confronto.
Questo è accaduto alla “Sapienza” e sta accadendo alla fiera del libro di Torino.
Confrontarsi, può significare trovare ragione nelle proprie tesi, ciò che si precludono coloro che impongono un radicale no! Non confrontandosi con i nemici presunti.
Non crediamo che le religioni, non abbiano colpa in questo, perché se la nostra società porta a forme di esclusione e non di confronto, in parte è anche colpa loro, come colpa ne ha l’educazione scolastica, quella programmata dallo stato, altre colpe si possono attribuire alla politica che estremizza il nemico: “è da abbattere” insomma tutto ha fallito affinché si istaurasse un clima di convivenza tra culture diverse.
E pensare che discendendo dai romani ed avendo vissuto invasioni barbariche, nel nostro dna dovrebbe trovarsi l’apertura a tali circostanze.
Che sia tutta colpa della povertà? Non intendo quella economica, ma quella intellettuale, molti hanno riconosciuto nei politici italiani, abilità di dialogo all’estero, nell’essere ambasciatori, nel trovare compromessi, ma purtroppo questo accade fuori dalle nostre mura, in Italia troviamo una cultura gretta e meschina e forse è vero che noi italiani leggiamo poco, ci confrontiamo poco con la letteratura, con pensatori ed intellettuali genuini.
Perché spesso è proprio l’intellettuale che diventa nemico della cultura di civiltà e di un confrontarsi civilmente, in tutte le situazioni e ideologie.
GRONCHI ROSA!

sabato 9 febbraio 2008

SENZA "TITOLO" OVVERO "L'ESSENZIALE" ultima p.

Silvia nel frattempo era molto felice, perché in cuor suo si sentiva realizzata, considerando il gesto del padre alle gemelle, come un premio al suo lavoro, certo spesso nel suo passato era stata gratificata dal padre delle ragazze, ma in questa occasione si sentiva premiata, della sua fedeltà, del suo non rinnegare le scelte del padre per le ragazze.
Erano circa le cinque del pomeriggio, quando le ragazze scesero dalla loro camera, e nella sala trovarono Silvia che discorreva con la madre di Aldo, loro si accostarono, ascoltando i loro discorsi, dopo poco, chiesero dove era Aldo? La madre disse che era nel suo studio e che le attendeva, allora chiesero dove fosse lo studio? e la madre di Aldo disse - Silvia accompagnale tu, sai dov’è, è a fianco dell’entrata del garage - Silvia si alzo e si fece seguire dalle ragazze.
Scese le scale, si trovarono di fronte alla porta dello studio e disse - ecco è questo - le ragazze bussarono ed Aldo le invitò ad entrare.
Aperta la porta, si trovarono di fronte ad una parete con affisso lo stesso stemma di famiglia, che loro avevano visto alla UNICO banca, con le immagini degli Arcangeli disposte alla stessa maniera, lì per lì non capirono ed ebbero un po’ di confusione, ma ben presto Martina disse
- tu! Allora sei tu dietro tutto questo - Aldo stette in silenzio e Martina gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo intensamente, la gemella che aveva capito con ritardo, gli si butto addosso anche lei scoppiando a piangere.
Stettero qualche minuto, così abbracciati, ma poi Aldo un po’ commosso disse - Adesso basta o mi farete piangere - le ragazze si ricomposero e si sedettero, Martina che tra le due era la più rapida nelle riflessioni, chiese
- spiegaci tutto, ti prego basta con i misteri - intanto Silvia si accomodò su di un divano che era nella stanza e chiese se poteva rimanere, oppure se volevano restare soli.
Aldo si avvicinò a Silvia e le dette un bacio sulla fronte, accomodandosi al suo fianco prendendola a braccetto, e disse - sai bene che senza di te non ce l’avrei fatta, non ti azzardare ad andartene - Martina, si rammentò del discorso fatto con Aldo e chiese - perché a me hai detto di non aver mai fatto sesso con la mamma?- Silvia diventò rossa in viso, allora intervenne - avete parlato di queste cose? voi due? - Aldo cercò di minimizzare l’accaduto - lei lo sospettava, però se vuoi puoi parlargliene tu, saresti la più indicata - fece un respiro profondo Silvia, e di getto - è la verità, esiste la fecondazione assistita, Aldo non voleva commettere adulterio e quando me lo propose io accettai, ed oggi , con le cose che so sono felice di averlo fatto, ma vi prego non parliamo più di questo - Valentina che nel frattempo, dal pianto era passata al riso, piena di gioia chiese il perché tutti quei misteri e soprattutto cosa centrassero quei discorsi sui Re, fatti da Aldo in precedenza, lui si rialzò dal divano e sedendosi alla scrivania disse - è tutto vero, è tutto vero ed io sono l’ultimo, l’ultimo figlio maschio primogenito, figlio di primogenito, figlio di primogenito e così via fino alla notte dei tempi, ed anche se a loro insaputa, i primogeniti della mia dinastia sono stati tutti servi di DIO! Quelli che venivano bastonati e cacciati dalla vigna, ed il fatto che noi siamo qui a parlare, non significa che i vignaioli perfidi non abbiano messo in atto tutti i loro tentativi e le loro perfidie. -
- Quindi tu sei uno dei quattro Re tanto amati dalla moltitudine - chiese Valentina, ma lui - beh, veramente io sono il più odiato, gli altri e vi prego non chiedetemi il perché, li considero dei cloni, ed io sono il più odiato tra i quattro, ma io sono l’ultimo, vedete nello stemma, c’è scritto SALVE, gli stolti, coloro che non sanno, lo prendono per un saluto, ma in realtà siete voi due, ovvero: SALVE, perché il compito sporco l’ho svolto io, quello di riscattare tutto il popolo di DIO senza un centesimo, solo con le prove a cui LUI mi ha sottoposto nella mia vita, quello che vi sto dicendo era tutto scritto, anche se non per tutti, ma solo in segreto, era scritto e visto che io sono l’ultimo, voi sarete l’inizio di un nuovo ciclo, perché l’esistenza della nostra dinastia è essenziale, per i fedeli, i veraci, quelli che nella Bibbia vengono chiamati “piccolo resto”, io sono l’ultimo, non solo per ciò che vi ho detto, ma anche nella vita, è stato un mio compito essere così, non ho titolo su di voi, perché non risulto vostro padre, non ho titolo all’interno del gruppo che avete visitato perché pochissimi sanno che dietro ci sono io e non ho titolo come Re, perché i miei nemici non mi riconoscono e mi combattono, ciò che sono nella realtà è solo un fatto interiore e un segreto per i fedeli servitori di DIO, solo per loro io sono essenziale, e voi siete mie figlie, loro vi serviranno senza che voi ve ne accorgiate, perché sarà per voi possibile, che vi si presentino dei nemici per amici e degli amici per nemici, dovrete fidarvi solo di voi due, certo è vero, il peggio è passato, ma più edificherete nella vostra vita sbagliando il meno possibile e più lunga sarà la dinastia, ve lo avevo già detto, tutto ciò vi renderà solitarie, non diffidenti, ma solitarie.-
- Se è così importante la tua dinastia, noi come faremo a trasmettere il tuo cognome ai nostri figli? - chiese Martina e ad Aldo fece piacere quella domanda, a cui rispose col sorriso sulle labbra - se proprio vorrete portare il mio cognome, io ne sarò felicissimo, invece per quanto riguarda i vostri figli, sono sicuro che troverete la soluzione al momento opportuno, come io e Silvia l’abbiamo trovata nel concepire voi senza commettere adulterio, sapete era molto importante questo, la mia vita è stata seminata di insidie e tentazioni sul non onorare i dieci comandamenti di DIO, e se io avessi fallito, sarebbe stato grave e per me e per il “piccolo resto”, comunque quello che è importante che voi portiate è il mio dna, la mia essenza, state tranquille, i fedeli i veraci non perderanno le vostre tracce e nemmeno quelle dei vostri figli, sarete seguite come un’ombra.
- Sei stato tentato su tutti e dieci i comandamenti? insistette Martina, ma Aldo cercò di sminuire la cosa, così le rispose ma senza approfondire
-nessuno escluso, quello era uno dei miei compiti, forse il più difficile, ma se non si fossero infilati nella mia vita gli imbecilli, ovvero i vignaioli, sarebbe stato ben più agevole per me, ma non voglio dirvi di più, non voglio essere considerato diversamente da come mi consideravate ieri, del resto non l’ho fatto neanche io, quando mi è stata svelata la mia vita, non mi sono mai considerato più di un servo al SUO servizio, ed ho sempre giocato a fare lo 007 del paradiso - Valentina era molto concentrata e non riusciva ad intervenire, del resto Aldo a Martina aveva già accennato qualcosa, cosi con un filo di voce chiese - e chi ti ha svelato queste cose ?-
Aldo dovette confessare quel che non aveva mai raccontato a nessuno
- capisco cosa intendi, ti racconto come è andata, una notte, mentre dormivo ci fu una voce che mi svegliò Aldo, diceva, Aldo, io mi svegliai ed era tutto buio nella stanza, cosi accesi la luce, ma non c’era nessuno, mi infilai sotto le coperte e di nuovo Aldo, questa volta ero sveglio e la voce la sentii nel cervelletto nel suo interno, col pensiero dissi chi è? E la voce :sono io tuo padre e noi siamo sempre in contatto con il pensiero, poi mi disse ora alzati e vai al bagno, ti faro rigettare tutto il male, io lo feci, ed appena chiusa la porta, feci appena in tempo ad arrivare al water, perché iniziai a vomitare di tutto e di più, poi mi disse di stare tranquillo e che noi eravamo sempre in contatto con il pensiero, che Lui stesso era il mio pensiero quindi io non dovevo far niente altro che seguirlo, per anni mi illustro le vie e lo fa ancora però come ho detto già a Martina se dovessi raccontare tutto ciò che mi è accaduto si può confondere con la schizofrenia, ma io pur essendo stato da psichiatri, ho sempre seguito il mio pensiero ed ho cercato sempre di rimanere fedele a quei dieci comandamenti, certo per seguire il mio pensiero ho dovuto fare molte rinunce anche per le stupidaggini e la certezza di ciò che faccio e di ciò che sono è solo nel mio io.-
Le tre donne ed Aldo stettero tutta la notte a parlare e farsi confidenze, ma Aldo dette a loro un solo compito: essere fedeli alla Sacra Bibbia e ai dieci comandamenti e gli disse che se avessero dovuto svolgere alti compiti, quello a loro due glielo avrebbe comunicato solo DIO, perché l’uomo non aveva potere su di loro, e che avrebbero potuto a loro piacimento, anche nel lavoro essere: senza “titolo”.

"TANTO PE CANTA'"

Tutto idilliaco sembra, in questi pochi giorni pare che stia cambiando tutto nella politica e pensare che noi tre, abbiamo fatto il fioretto di tacere, ma torneremo a parlarne perché ci piace.
Abbiamo anche provato a guardare programmi televisivi che noi riteniamo influenzino in male la nostra vita e purtroppo non ci siamo riusciti, non abbiamo resistito, quindi la cosa che a nostro stupore ci rimane, è parlare della già conosciuta “Franca”, quella delle e-mail a Maurizio Costanzo in: pagine di vita su “Il Messaggero”.
Diciamo stupore, perché mai avremmo pensato di dedicare il nostro tempo a cuori infranti, a testimonianze su come la vita sentimentale sia cambiata dai tempi di “poveri ma belli” quegli anni cinquanta in cui si flirtava in continuazione e senza tanti problemi, richieste e aspettative, non sappiamo se fosse meglio allora, ma le indecisioni di oggi ci fanno pensare.
Nei post precedenti che hanno trattato l’argomento, abbiamo detto che la solitudine, secondo noi è e può essere vissuta con più entusiasmo e meno dolore, basta esserne consapevoli.
Pensiamo anche che l’illusione (di avere una persona al proprio fianco) la semplice e pura illusione, che fa parte di una follia sana, può farci stare meglio con noi stessi.
Lei coraggiosa, vorrebbe rimettersi in gioco, ma la razionalità la frena, a questo punto ci vengono in mente i suoi cavalli, essendo esperta, dovrebbe sapere che anche la più restia delle cavalle, trova sempre il suo asino ammaliatore che la scioglie e tutto a danno “dell’asino” che poi deve sparire, già proprio così quando la cavalla è pronta, l’asino lo tolgono di mezzo.
Dice ma che centra? Centra, perché spesso gli uomini buoni per un determinato compito, vengono poi rimpiazzati da altri per compiti diversi, quelli che si richiedono in altre circostanze emotive.
Noi speriamo che per “l’asino” che riuscirà ad abbattere quel muro di cemento che Franca si è costruita, non capiti la stessa sorte e se mai gli capitasse, che Franca inizi ad imparare, che anche gli altri possono soffrire per decisioni prese da persone che pensano di soffrire per comportamenti altrui.

giovedì 7 febbraio 2008

DIO ha ancora voce in capitolo? (segue titolo ieri)

“Malgrado l’irresponsabilità dell’essere umano?” ne siamo certi! Ma non semplicemente come chi lo professa nelle religioni ufficiali, noi tre andiamo oltre, oltre il fatto che sia la nostra salvezza futura, ma riteniamo DIO: abile costruttore in questa vita della nostra stessa salvezza futura! Come e perché? Semplicemente, avendoci predetto, nell’Antico testamento prima e successivamente con il nuovo, tutto quanto ci riguarda in quanto appartenenti ad un’umanità che EGLI vuole riportare a Sé liberandoci dal vincolo dell’assunzione del peccato originale, ovvero: il male.
Partendo dal fatto che è EGLI l’architetto che costruisce la nostra salvezza, si può comprendere come l’ebraismo rimanga a SUA disposizione ancora oggi, in questi tempi che ancora trova un potenziale persecutore, in guerre che fanno del fanatismo, una arma contro DIO, ma c’è un ma: perché usando il nostro metro di giudizio, diventa anche un’arma al servizio di DIO! Sicuramente contraddittoria, la nostra tesi, ma andando avanti tenteremo di spiegarne le motivazioni.
Domandarsi se il popolo Ebraico si comporti bene nei confronti di DIO, è lecito, perché la storia attuale, lo vede sofferente di azioni di opposizione, che possono apparire come castigo Biblico continuo, ma nell’umanità, purtroppo non vi è religione che non sia contrapposta a DIO! Questo perché? Perché il nemico stesso dell’umanità, diventa necessariamente DIO! Perché se l’umanità non combattesse guerre contro il male, al male farebbe comodo e ne uscirebbe vittorioso, relegando l’umanità stessa al male.
Con questo, non vogliamo dire nel modo più assoluto che le guerre siano benedette da DIO! Ma i contraddittori sì, solo se si entra in contraddizione con sé stessi, si può valutare la non abnegazione a DIO, cosa essenziale par la nostra salvezza! Che EGLI valutando la nostra incapacità all’abnegazione, ha predetto in tempi lunghissimi e purtroppo con sofferenza per l’umanità.
Che il popolo Ebraico sia un po’ in antipatia a tutti, rimane la conferma che il legame tra DIO e il suo popolo non si sia interrotto, Gesù stesso dice agli apostoli, che saranno odiati nel mondo, per il semplice fatto che rappresentino il Figlio, l’umanità è in avversione con tutto ciò che deriva da DIO, perché è succube del male che risiede in noi più di quanto si possa pensare.
Per questo, noi non crediamo alla salvezza di massa, ma la salvezza sarà opera certosina che viene predetta già nell’antico testamento con “IL RESTO” e non necessariamente solo ed esclusivo del popolo Ebraico.
GRONCHI ROSA!

mercoledì 6 febbraio 2008

SCOMMETTIAMMO CHE...?

Rispettando la promessa di ièri, (così dicheno a Roma) non parleremo di politica, finche non ci sarà l’esito del voto e questo per non apparire per una o altra parte che si somigliano molto.
Quindi non ci resta che parlare di TV, di tutti quei programmi cretini che si vedono durante il giorno, promettiamo che legandoci alle poltrone per resistere alla visione: li guarderemo sperando di digerirli, raccontando le nostre impressioni.
Oggi però non avendo materiale, vorremmo parlare di religione, alla nostra maniera, quella estemporanea e che a nostro credere sia modo verace di affrontare temi molto discussi.
Parleremo senza la pretesa di dire cose VERE, ma con la convinzione che la ragione impressaci nel cervello da DIO, dia a tutti la capacità di elaborare pensieri personali e non necessariamente, appresi da religioni ufficiali.
Giorni fa, si è svolta la giornata della memoria, per l’olocausto e noi abbiamo un nostro modesto parere in proposito.
Per comprendere i concetti da noi espressi, bisogna prendere come riferimento: Giobbe e l’Apocallisse.
Nel libro di Giobbe, si può notare, come Dio metta alla prova elementi che ritiene all’altezza, dandoli in pasto al male (Satana) e si può intravedere come vengano fatte tra DIO e il male delle vere e proprie scommesse che portano al vincitore, (nel caso Giobbe) salvezza del popolo presso DIO.
Questo perché? Perché EGLI desidera che la salvezza l’essere umano se la conquisti battendo il male, questo avviene in moto perpetuo, affinché il popolo tutto si salvi.
Cosa centra l’Apocallisse di San Giovanni? Che narra la fine del mondo? Centra, nella misura in cui, la si prende in considerazione, non come un tempo che dovrà arrivare, ma come un moto perpetuo che si evolve da tempi antichi, per tornare attuale in tempi futuri.
Il SUO popolo prediletto è e lo rimarrà: il popolo Ebraico e anche questo per patto preso, che EGLI mantiene sempre, anche se non onorato dalla parte umana, quindi l’Apocalisse che credo sia poco presa in considerazione dal popolo Ebraico, riguarda in parte anche loro, perché la morte di Gesù, imputata alla bestemmia di Gesù nel rendersi figlio di DIO, non ha necessariamente portato DIO alla risoluzione del contratto con il popolo Ebraico.
In altre parti dell’Antico Testamento, si potrà legger che DIO dice chiaramente: “vi darò in mano ad un persecutore” o frasi simili e sia ben inteso, non è LUI a farlo, ma sono le conseguenze di ciò che in altre religioni, vengono ben definite come: “causa effetto”, alle mancanze del popolo, in pratica comportandosi male andava nelle condizioni di essere perseguitato e Dio, lo annunciava sotto forma di minacce, così come lo è l’Apocallisse, una minaccia a tutta l’umanità che viene divisa in sette chiese.
Onestamente, non abbiamo riletto l’Apocallisse in tempi recenti, ma crediamo che se attentamente filosofi di religione Ebraica ci dessero attenzione, troverebbero descritta anche la seconda guerra mondiale, vista in visione da San Giovanni e non volendo fare della speculazione intellettuale, ci limitiamo a scrivere ciò che ci appare nella mente per come la ricordiamo.
A questo punto una domanda è d’obbligo: siamo così sicuri che il Cristianesimo si sia comportato bene nei confronti della religione Ebraica? Insomma che fin dall’inizio l’abbia inquadrata per il giusto verso? E non solo ma cosa ne sappiamo se DIO non abbia voluto che l’Ebraismo rimanesse tale affinché quel popolo rimanesse suo con compiti da LUI assegnatogli? Queste risposte, le potrebbe dare solo DIO, che nella stessa Apocalisse non dice chiaramente chi si salverà.
Noi da cattolici crediamo di essere noi, ma noi tre pensiamo che il popolo di DIO, si sia talmente frammentato in religioni e identità che pensiamo ci riservi delle sorprese.
Compito del Cristianesimo, era ed è quello di annunciare la: “lieta novella” ovvero che il regno di DIO è alle porte, ma alle porte di cosa? Della nostra vita, che se spesa per il bene alla fine raggiunge il SUO REGNO, certo, siamo certi della venuta della Gerusallemme celeste su questa terra, ma l’essere umano, deve spendere la sua vita affinché ciò avvenga, liberando la terra dal male.
Abbiamo deciso di fare questo post, confusionario e probabilmente incomprensibile, perché crediamo che l’olocausto riguardi tutti, più di quanto si pensi.
GRONCHI ROSA!

martedì 5 febbraio 2008

LA PENITENZA ESTORTA

Oh, quanto è attuale la Sacra Bibbia! Anche se capovolto, il digiuno è (speriamo) importante! I RE, tutti, del popolo ebraico, per scongiurare malasorte per il loro popolo, esercitavano penitenze, con digiuni e cospargendosi il capo di cenere.
Uso perso, per i governanti di questa Italia, che il digiuno lo fanno fare al popolo mentre loro non si cospargono neanche il capo con la cenere, perché pensano di essere grandi.
In una trasmissione televisiva (Geo e Geo su rai tre) ho appreso che la parola carne-va-le, probabilmente significa che la carne, va levata per la quaresima che si sa essere periodo di penitenza.
E quella penitenza, la fanno fare al popolo, che giornalmente e non necessariamente: digiuna, non potendo acquistare carne, per l’infallibile capacità dei governanti a realizzare povertà nel proprio popolo! Che digiuna senza essere ascoltato, solo per povertà.
Domani consigliamo ai politici tutti, di passare in chiesa e farsi inondare di cenere, affinché con una penitenza appropriata, venga in soccorso a loro la capacità, di governare un popolo che permette loro il lusso più frenato, anche con le parole.
L’essere presi in giro, da proclami elettorali, è la cosa più vile che possano fare, perché da anni aspettiamo azioni concrete che risollevino la nostra vita, a cui hanno tolto anche il sogno, perché la razionale autocritica popolare, porta a non credere più nella possibilità di un futuro migliore e questo per colpa di chi crede di essere al di sopra di ogni sospetto: il politico attuale, che senza pensare al bene del popolo, elargisce sorrisi e pienezza del sé in ogni occasione.
POPOPLO,domani se puoi (cosa molto difficile) mangia carne e non cospargerti il capo di cenere, perché le vostre penitenze innalzano i nostri politici, mentre voi restate in basso! Godi fin che puoi, perché con questi presupposti, dovrai vedere cose peggiori.
Insistiamo e per l’ultima volta a non andare a votare i politici che senza pudore Ti ignorano.

domenica 3 febbraio 2008

a carnevale: ogni scherzo vale

In Italia, ci sono ancora margini per la felicità? Ci poniamo questa domanda, perché ci è ricapitato tra le mani un piccolo manuale, esposto in cinquanta massime di: Arthur Schopenhauer, dal titolo: “l’arte di essere felici”, edizioni Adelphi del 1997.
Non vi nascondiamo, che il solo riuscire a finirlo di leggerlo provoca felicità, perché è spesso un richiamo a massime precedenti, per poi andare alle successive e tornare indietro e così via.
Ma ciò che il manuale propone, ha margini di attuazione per gli italiani? Noi tre, pensiamo che gli italiani abbiano poche proposte per essere felici o per lo meno che le occasioni date siano velleitarie, come dire siamo arrivati ad essere felici solo per un pezzo di pane (che già costa caro) oppure per due frappe ed un costume di carnevale “racimolato” come Arlecchino.
Di contrapposizione, è la felicità che sprigionano i politici, nel vedere un tentativo per la formazione di un governo che riporti alcune regole alla normalità, fallire.
Sia ben chiaro la felicità, la sprigionavano già al momento che il governo precedente è imploso, ma ascoltare il no assoluto al time out che una responsabile guida prevede prima di affrontare una scalata faticosa e difficile, quale è sicuramente il riassestare una società complessa come quella italiana è quantomeno apparentemente irresponsabile a nostro avviso.
Per tornare alla felicità, siamo sicurissimi che gli esponenti politici la esterneranno dopo il voto, anche con brindisi alla vittoria, ma c’è da domandarsi: l’Italia o meglio, il suo popolo potranno permetterselo di gioire? Ripartiremo con lo sviluppo? (incremento, potenziamento, espansione) e noi aggiungiamo serenità ai ceti più deboli, affinché la felicità possa intravedersi? Troviamo risposte valide solo nel: “taoismo” ovvero l’indifferenza senza scrupoli per tutto ciò che ci circonda, andare oltre il limite politico impostoci.
Il taoismo, può renderci felici solo per il fatto che alla resa dei conti, non votando e fregandocene totalmente, si è in pace con la propria coscienza, non avendo messo nessuno in condizione di nuocere a nessuno.

sabato 2 febbraio 2008

il 5/02/08 compiremo i nostri primi sei mesi di "VITA"

Ebbene, il 10 di questo mese di Febbraio, pubblicheremo l’ultima puntata del romanzo: senza “titolo” ovvero “l’essenziale”.
Quindi prendiamo l’occasione per tracciare un po’ l’avvenire del nostro Blog e già vi annunciammo che avremmo pubblicato un breve romanzo, che oggi vi presentiamo, ovvero: La “vita” dieci km. In “SUA” compagnia, autore: Crystal Ship e Zerodieci.
Ricordate il post di ferragosto 2007? Era dedicato ad un uccellino e vi dicemmo che per noi, la sua intrusione nella nostra casa, fu presa come un segno e che segno! Bene, l’uccellino è nel romanzo scritto molto tempo prima dell’avvenimento, un importante personaggio del romanzo che come apprenderete, è per noi tre, un punto fermo della nostra vita, nonché delle nostre teorie e scelte.
L’uccellino, apparso anche nel sito: http://jarysboy.wordpress.com, sito dedicato alla fotografia con il quale ci scambiamo foto e consigli anche su altri argomenti, ci disse allora con la sua apparizione, che eravamo sulla strada giusta, perché come dice un vecchio proverbio: “sacco legato fu mal giudicato” ed era un po’ ciò che ci ripromettemmo, di parlare di LUI, il figlio della vita, senza nascondere nulla, così che, tutti potessero decidere conoscendolo non solo raccontato segretamente, ma un po’ più apertamente.
Il prossimo romanzo, tratterà di colloqui tra PADRE e FIGLIO, avuti negli anni tramite lo SPIRITO SANTO, o almeno parte di essi, quelli più apprendibili e che coinvolgono meno persone, perché a LUI, il PADRE ha rivelato tutto, anche ciò che si è fatto in segreto contro di LUI.
Tutto ciò che è stato potuto scrivere, noi e per noi Crystal Ship e Zerodieci, lo hanno riassunto in un viaggio di 10 km a piedi, in un posto che potrebbe essere da chiunque conosciuto, perché negli anni, quei colloqui, sono stati fatti in varie parti d’Italia e ancora avvengono.
Non sappiamo, come è stato appreso il romanzo da noi pubblicato e ciò che è stato appreso, ma noi speriamo che ciò che ci eravamo promessi e cioè di segnalare la sua personalità ed il suo ego sia stato con il romanzo, conseguito e che simboli e metafore tra le parole scritte, siano state da Voi tutti decifrate, interpretate e perché no, anche prese come spunto per critiche.
CIAO: Gronchi Rosa: !
P.S. la prima puntata di: la “vita” dieci km. In “sua” compagnia, sarà pubblicata domenica 24 febbraio 2008.