lunedì 31 marzo 2008

La Sua donna? Ispirata a Sua madre

Domenica sera, per fortuna nostra, non abbiamo perso il finale della trasmissione televisiva su rai tre: che tempo che fa, siamo riusciti a vedere la Litizzetto, Luciana che con la sua spericolata sfacciataggine ha portato all’evidenza che di alcune donne è meglio farne senza.
Lei si riferiva alle quote rosa e le diamo ragione, mentre noi tre ci riferiamo alla vitale esistenza.
Riprendiamo quindi il discorso di: “e se Satana fosse donna?” anche la politica se ne dovrebbe accorgere. Ma come? Potrebbe essere difficile e lo è, quindi meglio pensare alla donna come madre terra, ovvero come portatrice di vita.
Cosa che spesso non vogliono ricordare e non per questo poco gratificante: “la donna, che si crede, sa cosa sia?” noi crediamo di no e vorremmo diglielo, ma non lo sappiamo neanche noi, quindi: donna anche tu sei come l’uomo, ovvero parte della creazione che pur rimanendo su questo mondo, dovrebbe aspirare al SUO regno e ci sono delle vere e proprie caratteristiche da avere per accedere.
Madre di DIO, Sposa della Chiesa, sono molti gli aggettivi che caratterizzano il nome di Maria, ma poche donne vedono Maria come in realtà è stata: serva di DIO nell’accettare il concepimento, umile nell’accettare la scelta di DIO, accondiscendente nelle scelte del Figlio, addolorata nel vedere la fine del Figlio e soprattutto silenziosa e in disparte, quando molti usavano il nome del Figlio per fare fortuna, quindi donna sei tu all’altezza di Maria? Sei tu donna quanto lo è stata lei? Oppure sei quella dei reality e delle apparizioni televisive dove ti bastano dieci minuti di notorietà? Noi tre siamo molto critici con la donna, donna che scorda di essere donna per dedicarsi solo ed esclusivamente alla sua infinita vanità.
La nostra scelta, è stata fatta e ai nostri occhi ne appare una sola, è lecito domandarsi chi sia? Donna prova ad ammirarla, cosi come fu Maria.

domenica 30 marzo 2008

Pvero me: Ricco di "fantasia"

C’è una canzone, che è rimasta nella mia mente e quando l’ascolto, mi porta a rivivere situazioni accadutemi di sofferenza, per la mente, i sentimenti e la perdita di amicizie se erano tali.
È una vecchia canzone di Francesco De Gregari, non ricordo bene se il titolo fosse: “povero me” comunque recitava: “povero me, povero me, povero me, mi guardo intorno e sono tutti migliori di me!” uscì, quella canzone, proprio quando in parte pensavo ciò, guardandomi allo specchio e vedendomi isolato e rimasto con pochissimi amici, gli altri quelli “migliori” avevano voltato le spalle.
Si unirono altri accadimenti alla perdita delle amicizie, che portarono me a dover ridisegnare i miei tempi, le abitudini e fare altre scelte.
In quei tempi, fu molto doloroso, ma con il passar del tempo e con nuove scelte, ho imparato da prima a sopravvivere alla solitudine, mentre poi a costruire una nuova dimensione del mio io, che relazionandosi diversamente agli altri, sviluppò delle strane teorie e dei disegni nuovi della vita.
Anche altri ingredienti, dovetti unire affinché nella mia mente raggiungessi “i migliori” almeno nella mia mente, ma ci riuscii, riuscii a sentirmi alla pari, a riportare il mio intelletto a guardarmi senza vedermi povero, perché gli altri erano migliori.
Però, mancava ancora un elemento: il confronto nelle discussioni con altri, il poter esternare pensieri e metterli in discussione, cosa che prima accadeva, ma era sistematicamente contestato (i pensieri miei) e isolato, questo perché tutti i “migliori” che frequentavo allora, erano (come dicheno a Roma) più studiati di me, però e questa è un’analisi di oggi, anche vittime e schiavi delle teorie e dei pensieri dei pensatori che citavano per sentirsi studiati.
Esiste, un razzismo intellettuale, che porta magari i più introversi e timidi all’isolamento, questo fu un po’ quello che accadeva allora, mentre oggi vedo quelle indifferenze a pensieri genuini, come una forma di schiavitù e di poca capacità ad elaborare pensieri propri, io allora, per difendermi e portare avanti i miei pensieri, solo parlati e mai scritti, dicevo spesso che soffrivano (gli studiati) di poca elasticità mentale e forse avevo ragione.
La strada, è stata lunga per arrivare all’agosto 2007 a quando iniziai insieme a Crystal Ship e Zerodieci questo blog e ricordo che accadde tutto per caso, navigando, leggemmo che Google offriva tramite Blogspot.com, la possibilità di pubblicare pensieri, idee e sentimenti, ci volle l’aiuto di un nostro amico, perché siamo piuttosto imbranati, ma iniziammo a dare vita e vigore alle nostre tesi, fino ad allora umiliate dagli “studiati” forse sono elementari e semplici, teorie che nei libri non troverebbero spazio, ma riflettono noi tre! La nostra semplicità, perché crediamo che le cose complesse e difficili, portino all’incomprensione e all’isolamento.
Oggi, dopo otto mesi che pubblichiamo post, non sappiamo quanti li abbiano letti e se le nostre semplici impressioni possano essere considerate costruttive, possiamo usare l’immaginazione, che ci porta ad andare avanti senza sapere, senza certezze, solo con i riscontri dedicati all’immaginazione e alla fantasia, forse da chi ha dovuto usare la fantasia prima e meglio di noi per difendersi dai: “studiati”.
GRONCHI ROSA: !

sabato 29 marzo 2008

l'onnipotenza della donna

Un nostro post di qualche tempo fa, poneva una domanda: “e se Satana fosse donna?” non sappiamo quanti lo ricordano e quale impressione abbiano avuto alla lettura di quel post, ma oggi, ci addentreremo in un discorso più arduo e pericoloso, oltre che controvento.
Potenzialmente e scientificamente, la donna del futuro potrà procreare senza l’aiuto dell’uomo, stando alle ultime ricerche, la donna di oggi, invece può uccidere ovvero abortire senza il permesso dell’uomo e ne fa della possibilità una vera e propria ideologia spietata, non per questo critichiamo la legge che consente l’aborto, anzi ne siamo favorevoli, ma riteniamo il fanatismo dimostrato da parte delle donne, un insulto a chi invece fa del potenziale nascituro, una vita con un’anima, ovvero: “DIO”.
Così come lo immaginiamo, DIO è rappresentato con l’onnipotenza della creazione, quindi creatore e non inseminatore di una vita nella sua consorte, cosa che non accadde nemmeno con Maria, perché ciò avvenne tramite lo Spirito Santo, dovuto anche al fatto che Maria non era SUA moglie e quindi avrebbe commesso reato proprio in una delle sue leggi: “non commettere adulterio”, questo se DIO avesse al suo fianco una moglie, o dovuto mantenere fedeltà ad una ex moglie, per un tempo sconosciuto a noi.
Farnetichiamo? Forse! Ma continuiamo nell’esporre i nostri pensieri, ripartendo dalla donna del futuro, che vuole con il concepimento senza l’uomo e con la sua spietata fanaticheria, porsi al di sopra di DIO, che non si intromette nelle loro scelte.
Gli imperatori dell’antica Roma, anche loro avevano la possibilità di legittimare la vita o la morte di un essere umano e non solo loro, ma chissà perché quegli usi e quei costumi, cerchiamo di toglierli ancora oggi a chi ne adotta in parti del mondo ancora arretrate sul piano dei diritti umani.
Il futuro, religiosamente parlando, dovrebbe portare alla separazione del bene e del male, in due regni, uno di DIO e l’altro di Satana, stando così le cose, sarebbe bello che le donne affette da fanatismo, provino a domandarsi a quale regno vorrebbero appartenere e domandarsi se la via che hanno scelto possa concederglielo.
Poter prevaricare DIO, non significa solamente poter essere più importanti di LUI, ma porta inevitabilmente a assumere Satana e quindi a combatterlo, cosa che le scelte della donna fanatica fanno.
La donna fanatica, non pensa che è un soggetto parte della creazione, con compiti e privilegi particolari, come nel caso di Maria, ma crede di esserne l’artefice senza la quale non se ne può fare senza, purtroppo per loro “DIO c’è!”
GRONCHI ROSA: !



Lettera ai TRE cloni

Non so se tu sappia ciò che sei
E se rifletti su ciò che sei
Ebbene , allora io pongo su questo il nostro conflitto

Sappi , o mio compiacimento
Che tu sei perché io sono !
Mai ti sei posto il quesito se tu avresti potuto essere
Essendo io stato prima di te !

Bene se io non fossi
Di certo tu non avresti mai potuto essere
Per questo io ti prego
Fa che per te mio compiacimento
Anche io sia :
Almeno in amicizia



zerodieci

venerdì 28 marzo 2008

OSTERIA DEL PARLAMENTO...

Noi tre, ai ristoranti dove si degustano piatti tutti gne gne gne, abbiamo sempre preferito le trattorie con il trattore panciuto e simpatico, oppure le più tradizionali osterie, dove oltre al vinello di mescita, si possono ascoltare quelle volgari filastrocche del tipo: “osteria numero dieci e poi segue la rima”, poi da un altro tavolo rispondono: “osteria numero quattro e poi segue la rima in risposta all’altro tavolo”, si fanno delle vere e proprie battaglie, dove gli ospiti dell’osteria diventano tutti partecipi e giudici.
Forse è uno spaccato della nostra Italia in estinzione, ma lo regge in vita la politica.
Già leggendo i quotidiani nelle pagine dedicate alla politica, appare in visione una grande osteria, dove ai tavoli siedono politici in gara tra loro e si sfidano a colpi di: “osteria numero nove, l’Alitalia avrà un padrone” e dall’altro tavolo: “osteria numero sette, aumenteremo la pensione”, poi c’è anche chi cerca di delegittimare e intona: “osteria della ragione, chi l’ha detto è un gran furbone”.
Fortunatamente, non si svolge tutto nelle osterie, altrimenti con il vinello di mescita in corpo, le filastrocche chissà cosa reciterebbero.
Però, a difesa dei filastrocchieri, c’è il fatto che l’Italia è un paese dove il folclore è nel proprio dna, siamo un popolo folcloristico e di buon umore grazie a DIO, altrimenti analizzare seriosamente le filastrocche elettorali, potrebbe essere un dramma per l’umore quotidiano.
“Osteria del malcontento, non c’assiste manco il tempo, senza sole niente mare, tocca anna tutti a votare, dammela a me biondina, dammela a me biondà”, sperando che cambi qualcosa.
“Osteria del parlamento, chiedi il voto e io non sento…”
Gronchi Rosa: !

giovedì 27 marzo 2008

Il mondo che vorrei: ESISTE

Ieri sera, al TG de la 7, ho ascoltato con piacere, il servizio dalla presentazione dell’ultimo lavoro di Vasco Rossi.
Tra le altre cose, diceva che per Vasco, il mondo è brutto e che solo l’immaginazione, la fantasia e la musica, quindi lo scrivere canzoni, lo soddisfano: “dillo a noi tre!” che abbiamo costruito un mondo con la fantasia, speriamo sia migliore di quello reale, comunque, Zerodieci, usando il titolo della sua canzone: “il mondo che vorrei” ha scritto una simpatica poesia, chissà che Vasco non la veda come noi?
Il mondo che vorrei

È un argomento
Che ha un appuntamento

Il giorno che qualcuno
Avrà sgomento

Io…
Da solo m’addormento

Per risvegliarmi
Poco dopo

Il tempo
Di esser trapassato

La luce
E dall’alto il firmamento

Lo vedo
Da dove l’ha creato

La mente
Ricorda del passato

Il mondo
Infame che ho lasciato

Qualcuno
Crederà che ha vinto

La mia morte
Lo renderà convinto

Che il fato
Con me ha sempre vinto

Ma lì
Nel Regno che io sogno

Godrò
Del fatto che son salvo

Indenne
E sopravvissuto

Da esule
Nel mondo malriuscito

In mano
A chi l’ha governato

A dispetto
Di chi lo ha creato.

Zerodieci

mercoledì 26 marzo 2008

istruzione fai da te (che è meglio)

“Sforniamo studenti che non sanno leggere e scrivere” e nell’articolo de: “Il Messaggero” aggiungono: “che poi diventano anche insegnanti”.
E se la colpa fosse proprio questa? Cioè che già nel passato siano diventati insegnanti? Le sanatorie nei concorsi, non è difficile immaginare raccomandazioni visto che siamo in Italia e le graduatorie diversificate, con punteggi anche per invalidità.
Non che non crediamo alle pari opportunità, ma l’insegnamento dovrebbe essere considerato vitale per lo sviluppo di una nazione, quindi senza essere ipocriti, riteniamo che le graduatorie, debbano essere solo ed esclusivamente per meriti di valutazione all’insegnamento.
Anni fa, sentii dire, che preparazione ai concorsi, vengono fatte da direttori didattici, che poi presentano alle commissioni i futuri insegnanti come studenti da loro preparati, non per questo vincitori dei concorsi, ma a cosa serve questa presentazione alle commissioni dei concorsi? Purtroppo anche gli insegnanti, come tutti fanno delle corporativismo a loro tutela, certo che ne è passato di tempo da quando l’insegnante non otteneva neanche la pensione.
Gronchi Rosa.

martedì 25 marzo 2008

AL-LORO MEDAGLIERE

Agnostico appare il mondo sportivo, alla malcapitata situazione del Tibet e forse a ragione, schierarsi a favore di un eventuale boicottaggio, significherebbe destabilizzare il proprio lavoro e le proprie fatiche.
Dietro l’atleta, c’è un mondo fatto di fatica, rinunce, sacrifici e anche di sponsor, e sanno perfettamente, che l’occasione può non tornare, quella di esibirsi ad una olimpiade.
Però se si analizza con cura, può apparire non consapevole della potenzialità che in un mondo fatto di immagine, può esprimere.
L’olimpiade, non è una semplice gara sportiva, ma è “lo Sport” con la S maiuscola, è l’occasione in cui si incontrano tutte le culture, le razze, le religioni, gli ideali e le ideologie, un mese di concentrato del mondo.
In nessuna altra occasione, accade questo, lo spettatore, tifa sì per i propri colori, ma esulta alla prestazione sensazionale che può esprimere chiunque degli atleti in gara.
All’inaugurazione, sfilano bandiere di tutte le nazioni partecipanti e si applaudono le rappresentative sportive, potremmo applaudire una rappresentativa con la bandiera del Tibet? E mi domando avremmo potuto farlo? Sono molti gli atleti che non gareggiano con i colori della nazione di nascita e per motivi diversi, ma mai nessun atleta, ha scelto colori per esprimere sentimento di libertà e potrebbero farlo, con colori di associazioni umanitarie, religiose o altro.
Veramente l’atleta è partecipe delle sofferenze? Solidale con chi soffre? Li vediamo in TV, belli, pronti alle interviste per raccontarsi, per pubblicizzarsi, ma mai presi a testimoniare se non prodotti o programmi televisivi.
Pasqua, ha proposto l’immagine di un mussulmano convertito al cristianesimo, con il nome di Cristiano, quella scelta coraggiosa, è possibile che non muova le coscienze altrui? Un uomo che è in pericolo, rischia in prima persona per testimoniare i suoi pensieri con i fatti.
Fatti che dovrebbero essere da esempio, stimolare le coscienze ad essere partecipi, non dico rischiando, ma se non altro testimoniare che il mondo chiede rispetto per l’umanità.
GRONCHI ROSA: !

lunedì 24 marzo 2008

il vezzo del momento

La simpatia, dicono che sia reciproca, come l’antipatia, quindi noi tre stando alla tesi, dovremmo essere di un’antipatia elevata al cubo.
Questo perché? Perché il novanta % delle persone che vediamo in televisione e più normalmente in strada, ci è in antipatia.
Siamo dei veri: stro… di questo e ne siamo consapevoli.
Però, la consapevolezza di ciò che si è, porta ad analizzare gli altri con più obbiettività, sarà forse perché non ci piace come sono diventate le persone, superficiali e con poca saggezza, sarà perché non ci piacciono le mode del momento che tutti assimilano, sarà perché anche nella solidarietà, vediamo che l’apparire buoni è solo apparire e non esserlo realmente, la società così com’è non ci piace.
Anche il volere apparire da parte dei politici, apprensivi alle esigenze dei meno fortunati, porta noi tre a vedere solo parole per mostrarsi, perché poi nella realtà dei fatti, poco accade.
Se fosse solo una nostra impressione, non nascerebbero partiti per i pensionati, per i portatori di handicap e altri che si battono come i consumatori, per una improbabile giustizia sociale.
Non che gli industriali, i ricchi e tutti i più fortunati non abbiano i loro partiti, anzi, ma proprio loro sono quelli che più appaiono solidari con i meno fortunati.
Proprio la parola solidarietà, è quella che più ci è andata in antipatia e perché? Perché se ne fa un uso improprio, nella bocca di tutti coloro che vogliono apparire “buoni” nei confronti dei più deboli.
Nella nostra vita, abbiamo anche noi tre avuto momenti drammatici e mai, anzi abbiamo sempre diffidato della solidarietà sbandierata, quella che porta colui che la riceve ad essere riconoscente, magari solo di un diritto ricevuto, spacciato per aiuto.
Siamo diffidenti, di chi sbandiera la solidarietà, approfittando dei drammi di altri.
Qualcuno, anni fa propose anche una tassa di solidarietà e ciò ci disgustò, perché l’essere meno fortunati, non deve assolutamente significare dover avere un debito nei confronti di chi o per sfacciata fortuna, oppure per abilità nel districarsi nelle istituzioni e quindi non meritando la fortuna, occupa posti di ceto superiore.
Non crediamo di avere rancori o invidie nei confronti dei più fortunati, forse può apparire questo, ma veramente anche nelle trasmissioni televisive è diventata quasi oltraggiosa la solidarietà, almeno per come la promuovono.
Essere operatori e portatori di solidarietà, è tutta altra cosa, lo si fa senza retribuzione a volte, ma soprattutto senza cercare riconoscimenti o premi da esibire, per dire a sé stessi: io sono buono, me lo hanno detto e l’ho fatto vedere.
GRONCHI ROSA: !

sabato 22 marzo 2008

La "vita" dieci km. in "sua"compagnia" 3 p.

Detto ciò fece un balzo per scendere dalla roccia in cui si era arrampicato e i due si riavviarono verso il paese in silenzio, per circa venti minuti il silenzio dominò tra loro e Gabriele che nel frattempo aveva smesso di lacrimare iniziò a sentirsi invaso da una strana euforia, ma nessuna parola uscì dalla sua bocca, si voltava ogni tanto solo per guardare l’espressioni del viso di Maurizio che impassibile guardava dritto verso la strada e proprio quando Gabriele per l’ennesima volta guardò Maurizio, egli senza distogliere lo sguardo dalla strada disse - Dove sono tutte le domande che ponevi al pensiero, a cui trovavi solo risposte sussurrate? - - sei strano sai, io sono qui a domandarmi come devo comportarmi con te, a come mostrarti la mia devozione e niente non mi esce niente di eclatante, dopo averti ascoltato mi esce naturale il: tu, vuoi che io ti istruisca e non so su cosa, non so come io possa farlo, certo è vero che soprattutto la sera prima di addormentarmi pongo a te delle domande, e le risposte sussurrate sono spesso dei quiz, so che a me non è permesso sapere e forse questo è anche un bene, ma perché tu vuoi sapere dalla mia bocca ciò che già sai? - disse Gabriele con voce tremolante e guardando a terra perché intimidito dalla situazione, Maurizio con lo sguardo sempre fisso sulla strada cambiò tono della voce e diventando più umano prese a dire - vedi figlio mio tu con me non ti sei mai lasciato andare, anche nelle tue preghiere mi chiami mio DIO oppure DIO padre e mai padre mio, ciò mi dispiace è come se tu avessi paura di me, certo in tutti questi anni ti ho mostrato tutta la mia severità, ma sai anche che ti ho permesso cose che a nessuno avrei mai permesso, conoscevo i tuoi limiti, cosa che tu non conoscevi e ho dovuto mostrarteli, quella era la via migliore per farti sapere e se ricordi bene una volta dicemmo che ci facevi ammazzare dalle risate, tu così per bene, sempre a valutare i pro e i contro di ogni situazione, mentre invece volevamo te libero e spensierato in ogni condizione, certo non ti abbiamo riservato una vita facile, ma ciò era necessario per ciò che dovevi compiere e l’hai compiuto, ancora non sai cosa ma l’hai compiuto, è per questo che sono più le cose che tu puoi dire a me, che quelle che io posso dire a te - Gabriele, prese dalla tasca della giacca il suo pacchetto di sigarette e ne offrì a Maurizio, ma lui rifiutò, così egli ne accese una e dopo la prima boccata cercò di aprirsi - credo che non riuscirò mai a chiamarti, se non DIO, almeno in queste condizioni, da umano, vedi io pur avendo accettato tutto ciò che mi veniva sussurrato e mai mi sono tirato indietro a ciò che mi aspettava, non ho mai avuto la prova tangibile di tutto ciò, quindi in cuor mio ho sempre temuto di peccare nel considerarmi tuo figlio, certo è vero ho avuto tantissime coincidenze che mi confermavano i sussurri, ma con tutto ciò ho sempre avuto il terrore di peccare, spesso si legge sui giornali di gente invasata, oppure basta guardare persone di potere, a cui si legge negli occhi il credersi onnipotenti, ma quelle sono altre storie, lontane dalla sapienza divina, a me è bastato vivere tutto ciò in me, vivere te in me, per me la vita sei tu, ed io voglio arrivare a vivere in te, sai quando mi hai svelato tutto ciò che mi circondava e mi combatteva, ho sentito il bisogno di ignorare, io oggi ignoro totalmente l’essere umano, i loro affanni le loro guerre, persino i loro sentimenti ritengo stupidi e privi di spirito divino - - eppure tutta la tua vita, il tuo combattere cose che sicuramente non capirebbero è stato proprio per salvare l’essere umano, perché dici di ignorarlo? - - no, ti prego non provocarmi in questa discussione, so benissimo che l’umanità a te ti è in avversione per come hanno trattato me, e del resto a me è in avversione per come considerano te, so bene che i tuoi fedeli sono molto pochi, so anche che mi avresti riservato lo stesso trattamento anche per uno solo dei tuoi fedeli, per salvarne uno solo in mezzo all’umanità, quindi non credo che la salvezza di massa sia nei tuoi piani, perché non la meritano, ed immagino che anche tu non vorresti vederti circondato di gente che calpesta ogni giorno i tuoi dieci comandamenti e va a battersi il petto solo per sentirsi a posto con la coscienza.-
Maurizio fece cenno a Gabriele di fermarsi al bordo della strada, mentre notavano colonne di pellegrini che si avviavano al
monastero che loro avevano lasciato poco prima, sedutosi a terra, fece cenno a Gabriele di fare altrettanto e disse - tu mi parli di immaginazione e di ciò che io avrei sentenziato ai danni dell’umanità, certo non posso contestare la tua immaginazione che spesso ti è stata alleata nelle battaglie che hai fatto, per combattere i tuoi nemici, è a lei che devi l’aver saputo destreggiarti in situazioni difficili, è stata per te un’arma preziosa, ma dimmi perché secondo te non meriterebbero una salvezza di massa? Forse solo perché a te non piacciono?- Gabriele stette per qualche attimo in silenzio, fissando il volto di Maurizio e poi prese a dire - un grande attore napoletano, in un suo film ripeteva spesso: nun me importa nun me passa manco pe la capa, onestamente a me per chi o per cosa ho combattuto non mi importa, so che sentivo dentro di me, il tuo richiamo, tutto quello che ho fatto, se ho fatto qualcosa, era solo per me, perché sentivo che prima o poi ti avrei raggiunto, sicuramente ricorderai quando mi hai fatto assaporare l’estasi, bene quelle volte che l’hai fatto mi hai trasformato, rendendo insignificante tutto nella mia vita, mi hai dato la certezza che c’era qualcos’altro, ed io voglio quello, così ho cercato e cerco di non sbagliare per me, degli altri nun me importa nun me passa manco pe la capa, e se il mio essere perfetto ai tuoi occhi, sarà la salvezza per i tuoi fedeli, bene di questo te ne sono grato, ma sono sicuro che tutto ciò non è per tutta l’umanità, vedi io mi domando spesso, quanti dei santi santificati in terra, siano accettati santi e santificati da te in cielo, insomma a guardare bene, basta poco per divenire santi su questa terra per la moltitudine , non tarderà che li faranno santi ancora in vita , io stesso conosco gente qualunque che meriterebbe la santità più di coloro che proclamano santi le religioni ufficiali e non solo, spesso i fedeli scordano che i santi sono intercessori tra DIO e la terra e quindi privi di arbitrio nel tuo regno, eppure spesso, anzi troppo spesso la devozione in loro supera la devozione in te, e poi essendo sinceri fino in fondo, se i santi devono essere esempio di vita per i fedeli, io personalmente molti non li imiterei, li ritengo un cattivo esempio - riaprì lo zainetto, Gabriele e tirò fuori un altro pezzo di cioccolata offrendone la metà a Maurizio che accetto volentieri, poi con gli occhi ad osservare gruppetti di pellegrini, chiese a Gabriele - sembrerebbe che tu ce l’abbia con le religioni ufficiali, eppure loro sono la guida per molti fedeli in questo caos che è la vita - Gabriele prima di rispondere, finì di masticare ed ingoiò la cioccolata, poi prese una borraccia ed offrì l’acqua a Maurizio , quindi bevve e rispose - beh, dire che io ce l’abbia con tutte le religioni è un po’ troppo, in genere le ignoro, però devo dirti che con la mia : il cattolicesimo, non vado molto d’accordo, vedi io sono nato in una famiglia cattolica e fin da bambino indirizzato a frequentare l’ambiente cattolico, poi crescendo, la sacra Bibbia e diventata una delle mie letture preferite, in particolare mi piacciono le figure dei profeti, il loro essere insignificanti per la moltitudine ma vitali per la parola di DIO e seguendo le letture che riguardano i profeti mi sono fatto l’idea che la religione è una dittatura, io la chiamo: la perfetta dittatura, che per la sua perfezione è più elastica della democrazia, vedere che l’apparato ecclesiastico assoggetta la religione alle mode dei tempi, che la moltitudine adotta, non mi piace, penso che lo facciano per non spopolare le chiese, per non avere crolli economici: ma chi se ne frega se una chiesa è vuota, sarebbe veramente una casa di preghiera e non un posto dove andare per farsi notare e propagandarsi perfetti, non mi piace una religione che inizia a calpestare i dieci comandamenti e usa la parola di DIO solo per rimanere in piedi e poi dai il considerarsi infallibile da parte del Papa, io lo considero un po’ presuntuoso, insomma è quasi come volersi mettere al pari di DIO e questa per me è una bestemmia, anche se pensano di essere guidati dallo Spirito Santo, ma ciò non toglie la loro possibilità di scegliere e quindi di sbagliare ed uscire fuori dalla tua volontà.-
Maurizio sorrise a Gabriele nel vederlo affranto nell’esporre quei pensieri così per distoglierlo da quei pensieri gli chiese - mi farebbe piacere ascoltare una delle poesie che scrivi, dalla tua voce, so che spesso ti rifuggi nella scrittura di poesie - Gabriele sorrise a Maurizio e - sai bene che mi vergogno nel recitare le mie poesie e poi non so neanche se possano chiamarsi poesie, sono più dei pensieri, io stesso mi definisco un muratore di pensieri, visto che sentirmi costruttore di pensieri credo sia un po’ troppo, comunque per te lo faccio volentieri, te ne recito una che potrebbe essere anche in tema: Il salice parlante

AMICI PER CASO?

“Per un amico in più” cantava Cocciante, anni fa e sull’amicizia non solo lui ha avuto parole da spendere.
I parenti, quasi tutti sono concordi nel definirli “serpenti” chissà se a torto o a ragione? L’amicizia, invece è da tutti ricercata e decantata.
Noi tre, proprio quando ci siamo negati all’amicizia, l’abbiamo trovata, ma non a parole, ma con i fatti.
Le vicende della vita, ci hanno posto il problema se continuare o finire, rapporti d’amicizia, che gli interessi personali (non nostri in vera verità) avevano logorato, noi abbiamo scelto la via più realista, la solitudine e l’isolamento dalle ipocrisie.
Con l’atto, abbiamo trovato fin da subito la “libertà” nell’agire, nel pensare e soprattutto nell’esprimerci a nostro insindacabile giudizio e successivamente, quelle che vengono definite: amicizie disinteressate.
Disinteressate a cosa, sicuramente non a noi, mostrano interesse per quello che si può chiamare futuro, ma disinteressate allo sfruttarci, per scopi di loro guadagno, sanno che non siamo sostituibili e quindi nessuno vuole spodestarci, come in precedenza accadde.
Ognuno nel suo ruolo e il nostro è sicuramente il più basso, quindi anche noi dimostriamo amicizia, nel non voler appropriarci di ruoli più importanti e comodi.
Il nostro, noi lo definiamo giuoco, giochiamo ad essere agenti segreti del “Paradiso” sperando di essere utili a quelli che noi riconosciamo come amici, invisibili e silenziosi, ma efficienti nel comunicare all’aria, nostra comunicatrice, informazioni utili.
A cosa? A niente, il pensiero, è e rimarrà solo pensiero, dove tutti possono non solo essere partecipi, ma anche costruttori di nuove e fantastiche fiabe per un futuro migliore.
Però purtroppo esiste anche chi per incapacità di essere libero pensatore e narratore di un futuro migliore, usa il dogma, per sua natura non elastico per condannare la fantasia.
Tutto può essere evoluto, e il pensiero lo dimostra, la fantasia, crea mondi e civiltà non oggettive, non verificabili e quindi lontane dalla vita terrena e dalla reale costruzione dell’essere umano.
Non esiste sulla terra luogo perfetto, eppure ideologie diverse hanno provato a costruirlo, con il risultato che l’essere umano non appaga la sua voglia di immaginarne uno perfetto.
Luogo perfetto, per ognuno degli esseri umani, è differente, per alcuni basterebbe la democrazia come qui da noi, per altri che vivono più liberamente, il luogo perfetto sta nell’aldilà, dopo la morte, morte che come narra la Pasqua che stiamo per festeggiare, per alcuni è risurrezione in una nuova vita.
Perché, una fantasia spaventa alcuni? Perché si nega al pensiero il suo compito? Che è appunto quello di immaginare? Non capiremo mai l’umanità, sciocca e imprigionata nel celebrarsi, come se immaginasse che da altre vite, la nostra terra sia luogo d’arrivo come premio per la vita vissuta in altre parti, ovvero che sia: “IL PARADISO” credetevi anche importanti e probabilmente dei, con la possibilità di esercitare potere su altri esseri umani, a noi fate pena e compassione, perché vi manca la vita.
Ritornando all’amicizia, si può notare come ancora il dogma è nemico, nemico dell’amicizia fra religioni diverse, nemico dell’amicizia fra nazioni diverse e nemico della fantastica fantasia che per sua natura va oltre.
GRONCHI ROSA: dedicato agli amici!

venerdì 21 marzo 2008

una dieta equilibrata

No, grazie, teniamo alla nostra linea! Come del resto ci hanno ricordato Zack e Cody, della serie televisiva Zack e Cody al grand hotel, lunico telefilm che fa apparire le ricche come London simpatiche, oggi ci hanno dato una lezione sull’alimentazione, che è salutare e allunga la vita se è ben equilibrata.
Ma ciò che ci perseguita, è appunto l’equilibrio.
Vorremmo alimentarci anche con gli occhi, come ha fatto il gran cuoco della cucina dell’hotel Tipton, alla fine dalla puntata del telefilm.
Cosa abbiamo detto? Non lo sappiamo neanche noi! Provate a scoprirlo.
GRONCHI ROSA!

chi fermerà la musica?

Si può scrivere, senza dire? Senza un filo logico? Senza parlare l’italiano, ma l’italico? Si! Però è solo scrittura per i più esperti gronchi rosa, come li definiamo noi.
C’è chi la chiama scrittura demenziale, come le canzoni e chi invece la definisce scrittura per sapienti e siamo noi.
Si può anche fare discorsi del genere demenziale e spesso gli oratori vengono fraintesi, spesso nelle interviste televisive o sui quotidiani, gli intervistati soffrono il lettore che non capisce il tutto e la logica del discorso.
Quindi, noi tre ringraziamo chi ha escluso ai nostri occhi eventi che sarebbe difficile capire e sarebbero solo pericolosi, solo pericolosi per i protagonisti.
Mamma RAI, inibisce trasmissioni di eventi alla moltitudine ed esclude la visione di alcune reti ai più che sono molti, forse anche loro parlano ai gronchi rosa? Non lo sappiamo, ma riteniamo che evitino di parlare ai nemici, della serie tutti fuori.
Non vediamo, non possiamo parlare (perché non vediamo) e logicamente non ascoltiamo chi ci ricordano le tre scimmie? Cosa molto nota in Italia, ma non per questo e per eventi molto diversi.
Comunque noi le notizie importanti e gli eventi che ci interessano, li apprendiamo comunque e gioiamo delle vittorie di chi porta gioia a noi, anche se non possiamo entusiasmarci nelle vicende in diretta.
Grazie, a chi non parla! Ma chi sarà mai? E a chi servirà? Di certo non a noi! che siamo liberi.
GRONCHI: ROSA

giovedì 20 marzo 2008

l'eroe o il patriota

Su: Il Messaggero di oggi, spiccava una frase di Montezemolo che più o meno recita così: “ serve un nuovo patriottismo”.
Di questo, possiamo anche esserne d’accordo, ma è la “scuola” di patriottismo che manca!
Gli insegnamenti, politici, religiosi e credo anche scolastici, lasciano a desiderare.
Non si può, sentire il patriottismo se l’intera classe politica fa dell’immagine l’arma di battaglia, ormai da molti anni, sentiamo dire di chi appare meglio in televisione, lasciando i concetti espressi, inutili, tanto che gli sbandierati programmi, oltre ad assomigliarsi tutti, guardano a cose che per il “popolo” (parola tanto usata nel passato) ci siano pochi benefici.
Il patriottismo, ti mette dentro l’ardore, in tutti i campi, anche quello religioso, lo osserviamo in Tibet e non solo, ma onestamente, le parole di Berlusconi, Veltroni, Casini e tutti gli altri, ti fanno sperare per il bene dell’Italia, che perdano tutti contemporaneamente, cosa impossibile, ma questo è il sentimento.
Patriota, deve essere anche il politico o l’industrale come Montezemolo e sono sicuro, che per i loro feudi, lo sono, anche più del necessario, ma ripeto loro lo sono solo ed esclusivamente per i loro feudi e non per tutta la nazione.
Il patriottismo, penso che sia meglio imitarlo con la serietà e ce ne è poca, oggi i difetti, li osserviamo giornalmente, in qualsiasi telegiornale.
Mi creda Montezemolo, la serietà è quella che manca, l’Italia, ha avuto i suoi patrioti nella storia e io spero che non servano più, per il bene degli italiani, perché ciò significherebbe che l’Italia è stata usurpata in tutti i lati, che intendesse dire questo?
GRONCHI ROSA




mercoledì 19 marzo 2008

Se avessi preso sempre nota

Spesso, ci scordiamo nel giro di poche ore, ciò che vorremmo scrivere e non solo.
Visto che siamo sempre con la testa tra le nuvole, spesso neanche ci accorgiamo di cosa ci accade intorno, se incontriamo qualcuno non lo riconosciamo e spesso facciamo figuracce, non salutando per primi.
Scordiamo di guardare programmi interessanti, ma raramente, scordiamo di guardare in televisione, i nostri TRE, grandi AMORI sportivi! Quando mamma RAI li manda in onda.
Per salvarci dallo scordare, usiamo il vecchio bigliettino, a cui Zerodieci ha dedicato una simpatica poesia: Il bigliettino.

Il bigliettino
È buono
Per l’appunto

Pe aricordasse
Basta
Il nodo ar fazzoletto

Ma prova
A aricordatte
N’indirizzo

Se nun c’hai
Il bigliettino
Per l’appunto

Lo uso
Pe la lista
Della spesa

Pe avè
Coll’euro
Una buona intesa

Pe non spregà
Danari
Inutilmente

Comprando
Cose
Inutili per sempre

Insomma
Il bigliettino
È un’esigenza

È come
N’ard disc
Della mia mente

Che salva
Cose
Utili per sempre

E nun te fa
Scordà
L’anniversario

Aricordasse
Tutto
È faticoso

Il bigliettino
È fatto
Pe er riposo

Te basta
Prende appunto
Co la penna

E sempre
Pe la mente
C’hai na gemma.

Zerodieci.


A proposito, nel bigliettino che ho trovato nella tasca, c’era un appunto: non dimenticare di fare gli auguri di: BUONA PASQUA ai lettori del BLOG e a tutti i GRONCHI ROSA sparsi per il mondo, di cui l’aria ci da notizie.
L’aria con le e-mail che ci invia giornalmente, con gli articoli che pubblica al mattino presto sullo sfondo del cielo, con la voce del sussurro che raggiunge le nostre orecchie, risponde ai nostri dubbi o curiosità, lavora bene e glie ne siamo grati: aria, auguri anche a te!
BUONA PASQUA: Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !

martedì 18 marzo 2008

Da Trmonti alla dignità, ce passano TreMonti

Illustre, lei è professore, io no, lei è stato ministro io non lo sarò mai, lei pubblica libri, a me non li pubblicano, potrei elencarle milioni di differenze tra me e lei e questo perché, perché lei appartiene ad un ceto di molto superiore al mio (sicuro che lo abbia sudato) e con questo non ho nessun rancore, me è la realtà dei fatti.
Ho assistito, ieri sera alla trasmissione otto e mezzo, dove lei raccontava il suo libro, lasciandosi andare anche a eventuali proposte su come sarebbe il futuro che ci aspetta, se vincerete le elezioni.
Non che mi importi nulla, ma non le sembra di umiliare ancor di più l’italiano povero? Le spigo per essere più chiaro.
Caro professore, dare ai servizi sociali, la distribuzione di latte, pasta e pane per i poveri è umiliante, in molti telegiornali, si ascolta la gente che dice che viene tolta loro la dignità, ed è quello che la sua idea farebbe ulteriormente.
Non le sembra più dignitoso dare ai pensionati al minimo la possibilità di acquistarli tali beni di prima necessità? Non le sembra che la ricchezza vada ridistribuita? Non sono un economista, ma lei sì, dovrebbe sapere che sarebbe un’eguale spesa, l’affidamento di tale distribuzione tramite i servizi sociali, con la possibilità, (visto come funzionano le cose in Italia) che i beni vadano a chi non ne avrebbe diritto.
La dignità, è una cosa seria che lei visto che parla di valori, dovrebbe valorizzare.
Professore, ex ministro, politico in campagna elettorale: ripensi a ciò che pensa!
GRONCHI ROSA: !

Peter Pan e l'isola che non ci sarà

L’ago della bilancia
Se fosse
Chiaro all’omo

A che serve
Quer pensiero

Rivolto
Verso quello

Che forse
È illuminato

Se prende
Er negativo

E aribarta
In positivo

Modifica
Er pensiero

Che
Inietta tentazioni

Lo rende
Un po’ più umano

Pe l’omo
Imbestialito

Ar monno
A questo serve

Quell’isola
In preghiera

La vonno
Fa sparì

Pe facce
Imbestialì

Zerodieci

lunedì 17 marzo 2008

Marco Polo e il suo viaggio da un milione (di vite)

boicottare le “olimpiadi?” chi dice sì, chi dice no, ma noi siamo per il boh! Chi vBoincerebbe e come, alcuni dicono che se il boicottaggio riuscisse male, per la Cina sarebbe una vittoria, altri dicono di provarci ugualmente.
Boh! Cosa fare? Tempo fa, all’approvazione della moratoria della pena di morte, a noi venne un’idea: perché non proporre il boicottaggio turistico internazionale? Se i turisti, tutti e di tutte le nazioni, scegliessero mete certificate in nazioni che osservano i diritti civili e umanitari, sarebbe una bella mazzolata per tutti quei governi che non li osservano.
Gli atleti, sono il richiamo, all’esodo turistico che potrebbe essere boicottato.
Sarebbe un trauma, la visione di gare in uno scenario desolato e soprattutto un fiasco finanziario, quindi si potrebbe boicottare, senza boicottare.
Le rappresentative sportive, portino il minimo indispensabile di persone in Cina e gli appassionati, le guardino in TV le olimpiadi.
E casa Italia, sia gazebo Italia, o forse c’è paura? o poca coscienza civile?

Pensiero: capitale del sé

Povero pensiero

Al pensiero
Nun je manca sentimento

Tiene
Quello der momento

D’angoscia
Rabbia o scoramento

Dell’essere
Che vive il suo momento

La storia
La studiamo sempre dopo

Se fosse,
Fece, oppure se successe

S’immagina
Un percorso un po’ diverso

Dell’omini
Che vivono l’evento

Se DIO ce fece
Servi pe servillo

Oppure
Tutti schiavi incatenati

L’omo
Non avrebbe sto tormento

De prende
Decisioni nell’evento

Però
Ce basta l’omo a dovè sceje

Chi rende
Schiavo oppure bastonà

Lasciando
Ar pensiero sto tormento

Che a n’artro
Omo se deve inchinà

Lasciando
Sempre porte aperte

Pe non rischià
De fassele sfonnà

Zerodieci: !

domenica 16 marzo 2008

L'ego: battuto alle olimpiadi

L’ego dittatore

L’ego
È quello che so io
Tutti ce l’hanno

L’ego
Lo tiene
Pure DIO

Però
Ce l’ha senza difetto
Insomma
Lascia ognuno a modo suo

Non cerca
Servi o schiavi
Manco pensa

D’impossessasse
De n’artrego

Che serve a fatte di
Questo so io

L’ego
Ce serve solo pe senticce
L’importaza che c’ha dato DIO

Chi se ne vo appropria
Dell’ego mio
S’appropria
Pure der pensiero mio

Che c’ho rivolto
Sempre verso DIO

Pe fasse grande
L’ego suo
E governa
Sull’ego mio

La storia
Ce lo insegna
È sempre attuale

Che l’arma
All’ego lo incatena

Ma c’è na cosa
Che sa solo DIO

Che ognuno
Poi ritorna
A casa sua

E chi
S’è preso l’ego mio
E c’ha
Er pensiero senza DIO

La casa che l’aspetta
È senza DIO

Che frena
Prepotenze
All’ego loro

Li lascia
Brucià a vita
Giù all’inferno

Pe l’ego
Che hai rubato
A tu fratello.

Zerodieci: !

sabato 15 marzo 2008

Aspettando la settimana "santa"

Regalità della libellula

Il volo
Spiccato a pelo d’acqua
Con un volteggio leggiadro

Ispirando i miei sensi
Ad afferrarti
Affinché tu sia salva

Per continuare
A volteggiare a pelo d’acqua
Che rifletti chiara nei tuoi occhi incantati

Illuminando la tua figura
Che continua a volteggiare
A pelo d’acqua

È così
Che continuerò
Ad ammirarti

Incurante
Di essere invisibile ai tuoi occhi
Ma mentore dei tuoi disegni nell’aria

Continua a volteggiare
Che io ti guardo
Dal bordo dello stagno.

Zerodieci: !

venerdì 14 marzo 2008

"IF"

È vero, come dimostrano tutti i reality televisivi, siamo un popolo “de piagnoni” lacrime a dirotto da tutti i fronti (sciocchi).
E anche nella vita veritiera, ci sono lacrime, anche i ricchi piangono per il fatto che l’economia va male, le borse sono in crisi, il pil va ridimensionato, il petrolio è in salita continua, le esportazioni, sono in crisi per via del $ debole, le banche centrali, immettono danaro per evitare i collassi, godete GRONCHI ROSA, è il momento in cui si debba pensare alla resa dei conti.
“IF” fosse il momento in cui tutti i nodi vengono al pettine? “IF” DIO, vi chieda il resoconto? “IF” LUI, lo avete maltrattato ed abbia innescato il crollo per tutti per ridimensionare tutti? “IF”.
Noi tre, lo avevamo sognato, ed è divenuta realtà! LUI rinnegato e umiliato, ha scelto i ponti, all’ipocrisia politica dei nostri tempi.
E tanto regredisce LUI, quanto tutta l’umanità! Il nostro augurio? È che peggiori!

mercoledì 12 marzo 2008

Povertà di idee

Accettiamo, il consiglio della paparazza, di oggi 12/3/2008, personaggio della trasmissione: “piazza grande”, che non ricordando più cosa ha esternato nella sua massima, ma ci ha convinti a scrivere, ma cosa? La troveremo parola per parola.
Quindi leggendo: “Il Messaggero” ci è subito balzata agli occhi una intervista rilasciata a: “CHI” da parte del Cav. E riportata nel quotidiano: “il canone RAI? Rinunci a fare una TV commerciale”. Facile a dirsi per applausi da ricercare, ma a nostro avviso, anche opportunista.
Caro cavaliere della Repubblica italiana, lei vorrebbe sbarazzarsi di una rivale facilmente, veda, cavaliere, la pubblicità non è fastidiosa nella RAI, ma probamente la RAI è fastidiosa alle reti concorrenti, sarebbe bello non avere concorrenti vero? I programmi politici per governare, ci sembrano tutti sciocchi, nessuno propone ricette per le emergenze di questo popolo italiano, che rimane imbambolato e votato alle ristrettezze economiche, che più che scelte, sono diventate delle vere e proprie necessità.
Noi tre, ci occupiamo di anziani, è quindi la loro condizione che conosciamo bene e nulla da parte dei politici ci porta ad intravedere prospettive buone per loro.
Nessuno, chiede l’abolizione del canone RAI per coloro che sono ultra settantenni e che hanno la TV come solo elemento di compagnia, nessuno chiede l’abolizione del canone telefonico per gli ultra settantenni, che hanno come unico filo di comunicazione il telefono con l’ambiente esterno e spesso è un salvavita.
Cav. Sia più serio, non critichiamo il suo senso della vittoria che porta lei ad arruolare un nostalgico, non ce ne frega niente, ma sia più serio, visto che dice che la politica non lo ha arricchito.
La Rai, vorremmo vederla tutta, anche le reti che vengono tenute per i ricchi, questa sarebbe una buona iniziativa, cav. Ci prometta che la RAI sarà: “tutta di tutti”, non ci interessa niente della pubblicità che probabilmente infastidisce solo lei.
Noi tre, non andremo a votare, ne per lei, ne per nessun altro e insistiamo nel convincere i nostri lettori a ciò, perchè finche quello che era il gioiello Italia, non ci verrà restituito come era, Voi candidati, non meritate il nostro voto.

sabato 8 marzo 2008

LA "VITA" DIECI KM. IN "SUA" COMPAGNIA 2P.

Il mattino seguente Gabriele con maniere un po’ scontrose ma sempre rispettose, mise fretta a Maurizio che prendeva una tazza di tè, invitandolo a sbrigarsi, Maurizio fece in fretta e così si misero in cammino, lasciandosi alle spalle il monastero.
- Hai già un itinerario - chiese a Gabriele - no! preferisco l’imprevisto, a volte rimango nel paese a curiosare, solo per scapolare il sabato e la domenica, vede a me non piace la confusione che si fa nel monastero in quei giorni, ma lei mi dica, io le ho accennato i motivi che mi hanno portato qui, quali sono i motivi per cui lei è qui? - chiese Gabriele mentre trovata l’andatura giusta per l’anziano signore e iniziavano a spezzare il fiato, Maurizio fece un sospiro e - mio figlio, io sono alla ricerca di mio figlio - - non mi dica che è scappato di casa rifugiandosi da queste parti, come era di moda negli anni settanta? - fece sorridere Maurizio l’osservazione di Gabriele che si voltò per guardare il monastero da lontano e riprendendo la parola disse a Gabriele - devi sapere che mio figlio non mi ha mai conosciuto, se non nei suoi pensieri, so di certo che ha un forte legame con me, ma mai ci siamo incontrati di persona e così eccomi qua a cercarlo, voglio dirgli di persona quanto io lo stimo - -beh è una bella storia, ha almeno una sua foto per riconoscerlo? Di certo non le sarà facile.- disse Gabriele a Maurizio, facendogli cenno di sostare per riposarsi, accostatisi al bordo della strada, tirò fuori dello zainetto un pezzo di cioccolata e lo divise con Maurizio che fissando Gabriele negli occhi disse - ma tu dimmi, proprio non suscito nulla in te? - Gabriele fece una smorfia con la bocca mentre masticava cioccolata e con la bocca ancora piena - se devo essere sincero un po’ di rabbia, sa anche io per certi versi ho una storia simile a quella di suo figlio, ma la differenza è che io so che di certo mio padre non verrà mai a cercarmi, sarebbe una storia troppo lunga raccontarle e potrebbe sembrare frutto di fantasia, quindi la tengo solo per me, come del resto tutta la mia vita in un certo senso devo tenere per me, quando ho provato a raccontarla, mi sono ritrovato uno psichiatra in casa, così ho scelto il silenzio e la solitudine in questa vita, decidendo di vivere il mio immaginario nel interiore, senza coinvolgere persone, sa, non è stata una scelta facile e non senza dolore, ma sarebbe difficile spiegarle.-
Ma in quello stesso istante ci fu un’esplosione nella sua testa, come solo una volta gli accadde, una voce all’interno del suo cervello disse - sono tuo padre, perché non mi riconosci - poi Maurizio disse immediatamente - se preferisci comunico con te in questo modo, come vedi sono io - Gabriele preso dalla paura di ciò che gli stava capitando, con voce tremolante disse - no! non è possibile dimostramelo - Maurizio che nel frattempo si era seduto, arrampicandosi su di una roccia da cui dominava Gabriele disse - ricordi perfettamente il timbro della mia voce, non negarlo, ho scelto questa voce per mostrarti la mia onnipotenza, ricorda quella notte che ti ho tenuto sveglio solo per mostrarti la differenza tra me e te, ti ho portato al limite della sopportazione, al limite dall’annientamento, ho fatto sentire a te al tuo corpo l’impossibilità di contenere DIO, ti sentivi esplodere e non capivi se fosse una regressione del corpo o un’espansione della tua anima e la tua richiesta che io ho esaudito è stata : che il nostro legame sia sottile come un filo di seta e saldo come una barra di acciaio - ciò che ascolto Gabriele, lo fece credere, perché era un accadimento che non aveva mai raccontato a nessuno, neanche allo psichiatra, dai suoi occhi uscirono delle lacrime e Maurizio riprese dicendo - tante volte mi hai chiesto di poter piangere, ma un’arma che tu mi chiedesti per combattere la tua guerra, è stata di toglierti la pietà, escluderla dal tuo essere, perché ciò che dovevi combattere era una guerra spietata, non hai voluto null’altro, pur sapendo che facendo ciò per te, io non avrei dovuto avere pietà per te, cosa che non ho avuto, per questo ti dico oggi di persona, ma più volte nel tuo pensiero che tu hai cercato la perfezione e ci sei andato molto vicino, non hai mai giudicato o sentenziato, rimettendo tutto nelle mie mani, è stata la tua arma di perfezione, anche se tu lo hai fatto perché non ti ritenevi all’altezza, io conosco tutti i tuoi pensieri e mai ho deciso io per te, nelle tue scelte nei tuoi dubbi in tutti gli anni passati, ripeto ti stimo ed oggi di persona ti dico che sei stato grande, ma adesso se sono qui è per farmi istruire da te, sappiamo tutti e due che tutto è stato deciso, tutto è compiuto anche se tu non conosci la sentenza, per quello dovrai tornare al mio fianco e la via è ancora lunga, ma adesso riprendiamo a camminare e non preoccuparti per la fatica perché sono anziano, puoi fermarti a tua esigenza.-

SCOMMESSA PERSA: COSTA SOLDI

Gussoni: ora basta! Così titolava il corriere dello sport il sette marzo, l’esternazione di: Gussoni che vorrebbe tutelare gli arbitri.
Non abbiamo voluto leggere l’intero articolo, ascoltando però le informazioni televisive, che a nostro avviso sono poco educative.
Gussoni, colpevolizza la moviola e tutti coloro che criticano l’operato di un arbitro che sbaglia, cercando di portare l’informazione a censurare l’operato dell’arbitro a volte disastroso, perché gli arbitri rischiano a nostro dispiacere.
Vorrei fosse chiaro a Gussoni, che il tifoso, quello leale, non rapisce persone o arbitri per vendetta, non accoltella altri tifosi e non esprime violenza nei campi da gioco.
Quelli a cui si riferisce lui, sono violenti in ogni situazione e non è certo l’informazione a renderli più violenti.
Vorrei fare osservare a Gussoni, che molti dei tifosi, sono degli scommettitori, investono danaro in manifestazioni sportive, ci sono soldi in ballo e non una semplice bandiera da amare, è quindi facile dedurre che per una scommessa andata male per colpa di uno sbaglio arbitrale, la rivalsa appare d’obbligo per certe ideologie.
Noi, abbiamo criticato l’operato degli arbitri e non ne sentiamo la responsabilità, dell’operato di violenti, abbiamo anche sperato che l’arbitro possa disputare un vero e proprio campionato a loro riservato, affinché anche l’arbitro abbia da perdere e non solo le squadre danneggiate.

giovedì 6 marzo 2008

LA NOTTE DELLA "STELLA"

Ti ho vista, vestita da sera e di nero, non con i tuoi colori, eri bellissima, sembrava quasi aspettassi qualcuno, ma no! Eri li da protagonista e tutti gli altri aspettavano te, splendente e sorridente come solo tu sai fare.
Hai emozionato la mia anima e costretto me ad amarti come mai prima d’ora.
Hai risposto al mio post (precedente) con vera ed impeccabile precisione, non ti sei lasciata sfuggire l’occasione, quindi ho preso la risposta come atto d’amore per me che sono un tuo tifoso e cerco di non perderti mai, nelle occasioni che la TV mi offre.
Ogni giorno, ti cerco su internet e tu ci sei, ti guardo e riguardo in attesa di immagini nuove e spesso appaiono alla mia vista, che scarico come trofei.
Mi rendi felice al solo vederti, al solo sapere che tu esisti e che mi dai emozioni non facili da capire.
La magia è nei tuoi occhi, quando affronti le avversarie con spirito sportivo e non solo per umiliare, perché tu sei leale.
Aspetto fiducioso, altre tue gare che mi emozionano, come tu fossi una figlia da ammirare ed amare nelle sue esibizioni sportive.
Mi esalti nella mente e nell’anima, che vorrei fosse da te letta, per questo mi accontento di ascoltare la canzone di Vasco Rossi: “Rewind” ed immaginarti.
GRONCHI ROSA: !

domenica 2 marzo 2008

"L'INTERPRETE DI UN FILM"

Cara MagicaRomAmoRmio, questa mattina, mi sono svegliato dopo che ièri sera ti ho vista in una registrazione di una tua gara con un risultato strabiliante, con una canzone nella mente, una vecchia canzone di Lucio Battisti: “l’interprete di un film” ed è vero: “tu, mi fai sentire, un altro uomo, l’interprete di un film...” e tutto il resto.
Ed anche con la canzone: “carte da decifrare” di Ivano Fossati, quando dice che: “e invece come un ladro, come un assassino…” dovrei scriverla tutta la canzone, perché ce stà.
Vedi Magica, il vero motivo di questo post, è che tra qualche giorno avrai una delle gare più impegnative della stagione ed io sarò lì, davanti al televisore come ormai da anni a guardare come tu ricambi il mio amore per te, lo ricambi partecipando, senza trucco, acqua e sapone come piaci a me, scontrandoti con le cose effimere della vita: ma tu sei vera, esisti anche nella realtà e non solo nella fantasia.
Dalla prima volta che ti ho vista, sei entrata nella mia mente come nessuna mai, devo confessare che la mia prima partita vista è stata un Lazio Milan allo stadio con il pulman, allora ero ancora piccolo e frequentavo un club della mia città: laziale ed andavo allo stadio con loro la domenica, ma fu un amore da ragazzino, invece dopo averti vista per la prima volta, ho scelto te! Non mi piace seguirti dal vivo, anche quando gareggi a Roma, preferisco guardarti alla TV, mi piacciono i primi piani che ti offrono, le smorfie nei momenti decisivi, la tensione che si può vedere solo in un primo piano e che può offrire solo la TV.
Sarebbe facile, dimostrare affetto solo nei momenti vittoriosi, io no! Lo faccio nei momenti meno indicati, quelli che precedendo gare importanti, sono più critici per l’aspetto emotivo, ti ho vista perdere ed allora mi entravi ancora di più nella mente, quando perdi per un soffio, per un momento poco fortunato, ma mi piaci.
Con l’immaginazione, gioco ad essere ricambiato da te e tu lo fai, solo esistendo, mentre scrivo, sto ascoltando la canzone: “Lindbergh” di Fossati ed in parte è vero, anche io mi sento: “il contabile dell’ombra di me stesso” giocando molto con la fantasia, perché la realtà ci offre solo cose brutte da guardare e per lo più ci fa soffrire.
Tu no sei silenziosa ed immagino che sei nata per me, cosa assurda con tutti gli innamorati che hai, ma a me piace pensarla così.
Comunque vada nella prossima gara, per me resterai la più GRANDE!
GRONCHI ROSA: !