lunedì 19 maggio 2008

La "vita "dieci km. in "sua" compagnia ultima puntata (dedicato all'uccellino di ferragosto)

“ Filippo vien chi
che vien giù la piova “

era d’urto alla mia allegrezza
la richiesta di chi mi osservava
atto a farmi rinunciare
all’ardore di battaglia

l’attendevo con gioia da bambino
il richiamo a fronteggiarla
con lo scudo di un ombrello colorato

mi schieravo al centro del cortile
tutto intorno era il campo di battaglia
deserto di anime e animali
perché tutti rifugiati nelle tane

dietro i vetri di un casale scolorito
occhi indiscreti osservavano stupiti
la mia folle battaglia con l’insidia della mia salute
cantando affrontavo disinvolto
gli spruzzi gelidi che avvolgevano il mio corpo

sparse nel campo di battaglia
si formavan pozze inzaccherate
da stanare e calpestare al mio avanzare

poi d’un tratto sentivo un brivido nel corpo
era l’urlo di mia madre imbestialita
“ tu sei pazzo ! entra in casa o te le do “

per ciò sconfitto
incominciavo a indietreggiare .-
:- sai - disse Maurizio :- sei veramente
forte , tutti al tuo posto sarebbero tentati di tentarmi , di provocarmi a dire ciò che ignorano , mentre tu no ! Tu tranquillamente mi narri le cose ed anche se sai che io le so , continui senza chiedermi spiegazioni , senza chiedermi il perché della tua vita , della tua guerra e soprattutto senza nessun rancore o rabbia nei sentimenti , ricordi quando ti ho consigliato di prenderti cura dei tuoi genitori , era solo un modo per farti riposare , di farti rallentare la frenesia che avevi , mentre tu lo hai preso come un ordine , ti sei dedicato a tempo pieno ai tuoi genitori , trascurando totalmente tutto , per loro e so benissimo che questo periodo che ti sei allontanato da loro , hai predisposto tutto intorno a loro con molta cura e che non sarai tranquillo fin che non torni a casa tua , però dimmi quanto ti senti orgoglioso di essere mio figlio ? - Gabriele sorrise a Maurizio e disse :- voglio risponderti con una poesia : Reperto Romano

Insignificante e… gettato
Se vuoi puoi chiamarmi anche
Frammento pezzo o coccio
Ma io ne ho duemila e tu no !
Sono stato raccolto
Pulito ed incorniciato
Auguro anche a te che mi stai guardando
Il mio percorso .
Quando ho scritto queste righe , sentivo veramente la differenza tra me e gli altri ed anche se l’augurio era di intraprendere il mio percorso , sapevo e so benissimo che ciò è quasi impossibile , mi guardo intorno e vedo ciò che l’umanità vuole raggiungere , vedo i maestri di questa umanità e tutto questo mi ha fatto diventare
razzista , non tra bianchi , neri , o gialli , ma razzista di ideali , io sento che se faccio parte di un popolo misto di bianchi , gialli , neri , ecc… il mio popolo è diverso , perché io sono diverso , insomma non credo siamo tutti fratelli o figli di DIO come spesso ci si dice , io credo che siamo tutti figli unici e per di più diversi , perché io sono diverso dagli altri , lo scopro tutti i giorni , nelle situazioni in cui mi trovo , ancora non ho trovato nulla di uguale a me , sai anche con i miei familiari , la differenza è enorme , spesso vengo definito : antico e sai quello che per loro potrebbe essere un insulto , per me è un complimento , perché so di fare parte di qualcosa che si perde nella notte dei tempi e non della loro modernità , cosa di cui io vado
fiero .- Intanto continuavano ad avvicinarsi al paese , che al loro sguardo si faceva sempre più grande , ed in lontananza si poteva vedere anche il mare , su cui si affacciava il paese , che poi non era neanche tanto paese , a guardarlo bene , era più una piccola cittadina che dopo l’inatteso incontro di Maurizio , a Gabriele iniziava a stare stretta , così come pure il monastero .
Fu il silenzio che continuò ad accompagnare i due , fino a circa un km. dal paese e d’improvviso Gabriele che era con lo sguardo fisso al paese , si spaventò , accorgendosi che sulla sua spalla si era posato un uccellino dal piumaggio variopinto , fu preso di sorpresa e cercò di scacciarlo con la mano , l’uccellino , si alzò in volo e si riposò ancora sulla sua spalla e nello stesso istante , una voce nel suo cervello disse :- ti saluto figlio mio , ma sappi che così come questo uccellino io ti sarò sempre al fianco , ciò che per il patto con il male potevo permettermi di fare , oggi l’ho fatto e ne sono felice , non disperare perché ovunque sarai , io sono con te - e detto ciò l’uccellino prese il volo , che Gabriele seguì con lo sguardo fin che la sua vista lo percepì , poi si voltò e si ritrovò solo .
Uno strano sorriso apparve sul volto di Gabriele , che continuando a camminare entrò in paese , si avviò direttamente alla sua piccola
casa , entrato prese una penna , un foglio di carta ed iniziò a
scrivere , scrisse una lunga lettera , mise quel foglio in una busta ed andò di corsa ad imbucare quella lettera che era indirizzata al monastero , prese il suo zaino ed infilò dentro il necessario per affrontare il viaggio di ritorno a casa , perché ciò che cercava il giorno del suo arrivo al monastero , quel giorno lo aveva trovato , facendo con lo scopo della sua vita , che per lui èra la vita , un viaggio di dieci km.


ZERODIECI e Cristal Ship