mercoledì 30 gennaio 2008

2008

Il segno
Ve aricordate quello
che diceva desse er fio der più mejo?
De quello che dar celo
Ce benedice tutti?
Ebbene pure a quello
Già allora janno chiesto un segno
Pe fasse ariconosce su sto mondo
E sì che segni jene diede
Ma niente nun je vonno crede
Così che è stato pure processato
E poi nun m’aricordo come è annato
Mo oggi ne stà pe nasce n’antro
A capo der governo dell’Italia
E noi tutti je chiedemo un segno
Pe fasse ariconosce appena nato
Un tajo cor passato un gesto nuovo
Ce basta pure poco poco
Pe aritornà all’Italia del sessanta
Miracolo? No un po’d’impegno
Insieme all’italiani che hanno voja
Così tornamo a vive un sogno
E il giorno che viè er padre de quellartro
Je arriccontamo tutto
Così che se c’è il gran processo
T’assolve bene bene per il segno
Che ar popolo jai regalato

ZERODIECI

martedì 29 gennaio 2008

1861

L’interesse

Der popolo?
Chissà se je ne frega
A quelli che governano st’Italia
Nun credo che so gnorri
Già lo sanno
Nun c’abbisogna che je viene detto
Che ar popolo je manca quasi er tetto
E che se magna
O a pranzo oppure a cena
Che risparmiamo pure ar gabinetto
Pe magnà meno e arisparmià pe er tetto
Il giorno lo passamo pure a letto
Nun accennemo manco er caminetto
L’Italia c’ha bisogno de rigore
De un sacrificio collettivo
È ciò che c’hanno sempre detto
Pe facce digerì sto sacrificio
Che er popolo assolve con onore
I prezzi so aumentati tutti quanti
So rincarate pure le poltrone
È per questo che vonno tutti er voto
Pe risedesse, su poltrone de valore
Pagate con il gran rigore
De un popolo che prova un gran dolore
A guardasse n’faccia e a come s’è ridotto
È passato er tempo der dolcetto
C’è posto solo pe bocconi amari
E se per caso lo rifiuti
Te trovi a letto senza cena
Bisogna ingoià tutto fin che c’è
Che arischi che domani manca
E se manca pure quer boccone amaro
Vordì che er sacrificio je servito
Che l’Italia tutta quanta è ripartita
Ma no perché s’è messa in movimento
È solo che l’Italia s’è divisa
Che so riusciti a fa er contrario
De quello che chiedeva er sacrificio

ZERODIECI

Chissà chi lo sa?

Ricordate la vecchissima canzone: “la famiglia canterina?” Quella che somiglia un po’ al proverbio: quando il gatto non c’è, i topi ballano, quella canzone, illustra una famiglia che se la gode cantando e ballando dalla mattina alla sera, tutto e di tutto e nel finale dice: “tanto Pippo non lo sa!” riprendendo il ritornello di un’altra canzone famosa e forse molto più vecchia, dove Pippo faceva da zimbello, però riceveva: “mossettine” dalle signorine da dietro le vetrine.(chissà perché?)
Ma chi sarà mai stato questo Pippo per essere così citato nelle canzoni datate? E poi oggi di certo quel Pippo saprebbe tutto, perché non nascondono più niente, per spregiudicatezza o forse solo per incapacità.
Fatto sta che se il Pippo delle canzoni dovesse essere il nostro “Lui”, cantato con allegoria in anticipo e illustrato come un soggetto ridicolo imbranato e ignaro di tutto, sappiate che sbagliavano.
E perseverare è diabolico, perché, il nostro “Lui” ha un suggeritore che vedendo il mondo da molto in alto, se la ride a crepapelle, ma non delle deficienze della nostra Italia, ma bensì della ridicola maniera di governare un’Italia a pezzi, il suggeritore dall’alto, scrive tutto nel “librone” e il giorno dell’apertura, il nostro “Lui” avrà altri motivi per ridere e probabilmente si uniranno gli umiliati dalla politica inefficiente, a ridere e a cantare: “ormai è tardi” (canzone di Vasco), perché quel giorno sarà per tutti tardi essendo i biglietti, di quel concerto: “tutti esauriti”.

lunedì 28 gennaio 2008

VUOTO A RENDERE

Volevamo titolare così la poesia che precede questo post, ma ci siamo tenuti il titolo per questo post.
Secondo le filosofie orientali, il bicchiere, è di gran valore: preziosissimo, ma non per il cristallo più pregiato che lo realizza, o per le decorazioni in oro o smalti pregiati, ma bensì per il: vuoto che è racchiuso in esso.
Senza quel vuoto, non si potrebbe contenere nessun liquido e quindi sarebbe inutile.
Prendendo per spunto questa teoria, possiamo capire quanto i nostri governi siano di valore, perché hanno sempre creato vuoto tutto intorno, c’è vuoto nel lavoro, c’è vuoto nella giustizia, c’è vuoto nell’efficacia di governo, insomma basta guardarsi intorno per notare vuoti.
L’elettore per la prima volta, potrebbe rendere il prezioso bene che gli è stato dato in abbondanza dalla politica, ovvero: il vuoto! Si potrebbe non votare parlamentari affinché le camere rimangano: vuote ed acquitino pregio e valore.
Si potrebbe fare dell’Italia, una vera rarità, confermando le teorie della filosofia orientale.

domenica 27 gennaio 2008

TUTTI A: "VUOTARE"

Il “vuoto”

Insistono
In coro li partiti
D’ariportacce tutti ar voto
Scejete
Che stamo tutti in mostra
Cor voto
Poi datte un gran governo
Abili
Ner dicce chi è er mejo
Poche tasse
La casa e un bel lavoro
Cor voto, v’arigalamo questo
Sarà che io so sospettoso
E che a Roma voto è pure vòto
Ma l’anni
Che ho votato entusiasmato
Han lasciato
Intorno un grande vòto
Perché nun è successo niente
De quello
Che dicevano pe er voto
Insomma
Voto è sempre vòto.

ZERODIECI

sabato 26 gennaio 2008

SENZA "TITOLO" OVVERO "LESSENZIALE" 14 P.

Furono accolte da un signore ciccione e pelato, si presentò come signor Diamante, Valentina presentò tutti al signore che li fece accomodare mettendosi a disposizione, Valentina per l’ennesima volta raccontò la storia della donazione dell’agriturismo e del padre che stavano tentando di rintracciare e che seguendo l’unico indizio che avevano a disposizione le aveva portate alla UNICO banca.
Il signore iniziò a sentirsi un po’ a disagio e con la fronte sudata prese la parola - vorrei iniziare chiedendovi scusa, non nascondo che ieri quando il signor Di Marco mi telefonò ero molto felice di una vostra visita, per conoscervi di persona, ma io non posso aiutare voi due, voi potete aiutare me , ma io non posso aiutarvi, vedete ogni uno ha il suo ruolo ed il mio non mi permette di aiutarvi a sapere, tutto quello che cercate, vedrete che si manifesterà quando meno ve lo aspettate, questa banca ha diciassette anni, uno in più di quelli che avete voi, a quanto mi dite e tutto quello che avete visto in questi giorni e non solo, è stato costruito per voi due, forse non ve ne siete rese conto, ma voi due erediterete tutto, ci sono strutture come quella di Santa Margherita Ligure, sparse un po’ per tutta l’Italia, come anche di quelle visitate a Firenze, pur non sapendo da che parte e da chi vi arriverà un giorno sarà vostro, mentre il poter rintracciare vostro padre , quello è solo nelle mani di vostro padre, la nostra e ci tengo a dirlo è una struttura enorme, che oltre a dare lavoro a molte persone è particolarmente attiva nel sociale, opera con gli emarginati, ed anche se questa è una banca con delle leggi economiche fatte per i ricchi, i ricavi vengono investiti nel sociale, tutto quello che vedete affacciandovi alla finestra , il centro commerciale lo stabile in cui siamo e molto altro, in realtà reggono una struttura fatta a posta per i più deboli, non vi nascondo che sono orgoglioso del fatto che sia stato dato a me, l’incarico di informarvi del lato finanziario del vostro futuro, ma posso rispondere a tutte le vostre domande tranne che alla domanda che mi avete posto.-
Dopo un attimo di pausa, presa anche per farsi coraggio continuò - vedete intorno a voi in questi ultimi giorni è stato costruito una specie di giuoco di ruolo , questo per farvi conoscere, anche se non totalmente, lo spirito di vostro padre, io capisco che ciò che vi ho detto possa sconvolgervi e guardando le vostre facce lo si vede, ma questo è il mio ruolo, spero lo capiate.-
Martina dette uno schiaffetto alla gemella, vedendola imbambolata e dicendole - danne uno anche a me, non so se sogno.-
Poi dopo un poco di silenzio per riacquistare disinvoltura, rivolta al signor Diamante aggiunse - se ho capito bene noi nel futuro diventeremo ricche da fare schifo, ma cosa ha a che fare tutto questo con la massoneria, i templari? Nel cercare nostro padre una strada ci portava in quella direzione- finalmente il signor Diamante si sentì sollevato nel vedere che le ragazze reagivano bene a ciò che egli aveva annunciato e riprese la parola - noi non abbiamo nulla a che fare con quelle cose, non direttamente, lo spirito che anima questo gruppo costruito da vostro padre, per molti versi può assimilarsi al loro stile, ma siamo completamente indipendenti, probabilmente anzi sicuramente, gente che lavora con noi e per noi è all’interno di quegli organismi, ma ciò non riguarda la totalità, quelli sono discorsi che riguardano altri aspetti della vicenda, ed io non posso dirvi di più.-
Valentina con l’esaltazione del momento, dovuta alla notizia ricevuta, ed alla sua giovane età, rivolgendosi alla madre chiese - mamma tu conosci nostro padre, quindi non dirmi che non sapevi, quanto ci è stato vicino in questi anni? se ci ha destinato a questo futuro, sicuramente ci conosce e non ci considera delle estranee, insomma quello che voglio dire - ma fu interrotta dalla madre mentre cercava di spiegarsi - ragazze, vostro padre, non ci ha abbandonate a noi stesse, come in apparenza è potuto sembrare, a me, non mi avete mai sentita parlare male di vostro padre, anzi, lui, ed è ora che lo sappiate, si è sempre preso cura di noi, tutto quello che voi credevate arrivasse da me, in realtà era il suo modo di starci vicino, si è preso cura di noi tutte, ancora prima della vostra nascita, io ho contatti continui con vostro padre, anche se voi ne siete all’oscuro, però ci sono delle motivazioni, che al momento opportuno vi spiegherà lui stesso, per cui lui si è dovuto comportare così con noi, e soprattutto con lui, perché vi garantisco che il primo a soffrirne della situazione di lontananza, è lui, non potendo mai considerarsi padre come avrebbe sempre desiderato e sempre, in ogni occasione vi ha affidato a chi lui ne avesse la piena fiducia - le ragazze si fissarono a lungo, avendo compreso l’esternazione della madre, che mai prima d’ora era stata così chiara, anche se ancora non potevano comprenderne la totalità.
Aldo per cercare di rendere meno lancinante la situazione, col sorriso sulle labbra, si rivolse alle ragazze - beh, allora adesso se ho bisogno di qualche prestito…, avete anche una banca a disposizione, posso stare tranquillo?- Ma dalle due ragazze ricevette una occhiataccia, accompagnata però da un sorriso e Martina aggiunse - però possiamo raccomandarti per un lavoro, al signor Diamante.-
Avendo appreso quella notizia dal signor Diamante, le ragazze pensarono ancora più intensamente al loro padre, alle sue scelte e per la prima volta si sentirono: figlie, anche se ancora senza il cognome del padre.
Il signor Diamante cercò di finire ciò che doveva dire alle ragazze e riprese a parlare - il desiderio di vostro padre è quello che voi continuiate a studiare in completa serenità, tenendo conto di ciò che vi aspetta nel futuro, il gruppo è ancora sotto il suo controllo e lo sarà fin che voi non vi sentirete in grado di prenderne il comando, avrete tutto il tempo necessario a conoscerlo nei dettagli e studiarne i meccanismi, che legano attività che garantiscono introiti a operazioni di puro volontariato nel sociale, in questa sede è stato allestito un ufficio con una segretaria a vostra completa disposizione, tramite computer, da casa vostra, potrete essere sempre a contatto con questa sede e la segretaria eseguirà per voi dalle ricerche alle operazioni che voi proporrete, ma vedrete tutto ciò vi uscirà spontaneamente, vostro padre ne è sicuro.-
Il signor Diamante, fece chiamare la signorina che avrebbe fatto da segretaria alle ragazze, per fare loro visitare l’ufficio, dopo poco arrivò una signorina, che si presentò come segretaria a loro disposizione con il nome di Michela - sono molto lieta, di conoscervi, per qualsiasi motivo sono a vostra completa disposizione, se volete visitare il vostro ufficio, potete seguirmi - disse mentre stringeva la mano ai presenti, le ragazze si alzarono e salutato il signor Diamante invitarono gli altri a seguire la signorina Michela.
Il signor Diamante disse alle ragazze che sarebbero stati sempre in contatto tramite la signorina Michela e salutò.
Arrivarono in fondo al corridoio, Michela aprì una porta ed entrarono in un grande ufficio, appesi ad una parete, risaltava lo stemma che avevano ricevuto dal notaio con sotto l’immagine degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, la signorina fece notare alle ragazze - l’ufficio è uno per tutte e due voi, questo lo ha deciso vostro padre in attesa che vi introdurrete nell’ambiente per poi scegliere quale settore guidare personalmente, insomma prima o poi i vostri interessi si divideranno - Michela poi dette alle ragazze la sua e-mail, il numero diretto dell’ufficio e consigliò le ragazze di aprire una nuova casella postale, esclusivamente per rapporti con l’ufficio, poi chiese se volessero fare un giro per conoscere un po’ di più, ma le ragazze preferirono avere rapporti solo con lei, almeno per il momento, fin quando non fossero entrate nella circostanza, poi la signorina Michela prese due telefonini e li dette alle ragazze, dicendo loro che quelli erano intestati alla UNICO banca ed a loro disposizione.
Stettero ancora una mezz’ora a conoscersi con la signorina, che da quel giorno diventava la loro segretaria, poi Martina disse alla sorella - senti non so te, ma io ho bisogno di inquadrare la situazione per bene e con calma, vorrei tornare a casa, tu che ne dici, si è fatto anche tardi - la gemella che iniziava a sentirsi un po’ importante, accettò un po’ a malincuore la decisione di Martina, così iniziò a salutare Michela e si avviarono all’uscita.
Tra le due era Valentina ad averla presa meglio, già s’immaginava il futuro nel gruppo del padre, a come indirizzare gli studi per esserne all’altezza, mentre Martina era più taciturna e pensierosa e tutti gli uomini che incontrava pensava : forse questo è mio padre, fin che non disse ad alta voce alla sorella - sei proprio una sciocca, pensa che all’interno di questa struttura, di sicuro c’è nostro padre, forse l’abbiamo anche incontrato, ma non possiamo riconoscerlo, fino a quando durerà questa situazione? - Così anche Valentina calmò il suo entusiasmo e tornarono a casa.
Il viaggio, fu breve e silenzioso, da parte delle gemelle e tornate a casa, alla vista del pranzo che le aspettava, decisero di non mangiare, stuzzicando solo un po’ di frutta, poi salirono in camera loro.

LA NOSTRA SCELTA

Non sai se andare a votare in pantofole perché lo “STIVALE” è logoro? Il meteo prevede pioggia.



Non sai se andrai a votare, perché ancora non trovi un “CALZOLAIO” che ripari lo “STIVALE?” Tranquillo, i laureati di domani faranno i “CALZOLAI”


È facile, troppo facile prendere in giro il nostro “STIVALE”, la nostra Italia mal governata, potremmo fare uno slogan al giorno all’infinito ed è per questo che non lo faremo, ma rimaniamo convinti che serva veramente un nuovo modo di governare e forse anche un insegnamento ai governanti.

la "politica" dell'antipolitica pubblicità progresso

Inizieremo oggi 26 gennaio, una estenuante campagna per l’astensione al voto, perché si possa esercitare con il non voto, una svolta politica seria, affinché l’essere delegittimati per come governano l’Italia, possa essere loro da insegnamento.

Non consumare lo “STIVALE”, andando a votare a piedi perché la benzina costa cara.
Resta in PANTOFOLE a casa tua a guardare la MAGICA ROMA!

giovedì 24 gennaio 2008

lettera aperta al "GIGANTE" buono

Quando eravamo bambini, a Carosello, andava in onda una pubblicità di non ricordo quale prodotto e quando un bambino diceva la frase: “gigante: pensaci tu” , il gigante risolveva tutti i piccoli problemi del paesino, affinché la vita scorresse serenamente.
È con questo spirito, che ci domandiamo: “ma il presidente della repubblica Napolitano, fino a che punto può battere i pugni sul tavolo al cospetto dei suoi interlocutori politici? Fino a che punto, costituzionalmente può imporsi? Fino a che punto può prendersi le redini della diligenza attaccata dagli indiani e con il conducente gravemente ferito?”
Ieri, ironicamente e con spirito di sarcasmo, nella poesia: “ninna nanna”, abbiamo espresso il nostro pensiero dell’attualità politica, che sempre ieri ha espresso confusione: voto subito o no? Governo tecnico o no? Nessuno si domanda cosa può permettersi ancora la NAZIONE! Nessuno si domanda se ci stiamo avvicinando al punto della rottura e del non ritorno, il popolo è giusto che rimanga dormiente, perché scene come quelle campane non vorremmo vederle nelle strade di altre città e per altri motivi, ma noi tre ci auguriamo che se si ricorrerà al voto, il popolo esprima il suo diritto di non voto! Perché sarebbe l’occasione per delegittimare il paradossale sistema politico italiano, che ormai da una ventina di anni produce solo confusione per non dire immondizia.
L’Italia che ha da sempre prodotto cervelli in tutti i campi, non è riuscita produrre il cervello del buon padre di famiglia, ovvero l’amministratore dei suoi preziosi beni.
Rare sono state le persone che hanno vegliato sul sonno sereno degli italiani, la quiete è stata scambiata con indifferenza che permetteva un uso della politica piuttosto opportunista.
È quindi al presidente della repubblica Napolitano che inviamo l’imprecazione: “Gigante: pensaci tu” metta sul tavolo tutti i suoi poteri istituzionali, nei confronti di chi i poteri li mette sul banco tutti i giorni verso il popolo.

mercoledì 23 gennaio 2008

IL "SOGNO" BELLO DEL POPOLO


UNA "NUOVA" ALBA

NINNA NANNA AL POPOLO

Ninna nanna

Dormi popolo dormi
E sogna ma solo cose belle
Dormi che…
…ce stamo noi pe’ sentinelle
Vegliamo su tutti li problemi
E se per caso t’arisvegli
E vedi cose brutte
Tutte intorno
So incubi so fatti pe’ impaurì
Tu dormi, dormi e n’ce pensà
Che se ce pensi seriamente
T’angusti e nun t’addormi più
Dormi popolo che è mejo
E sogna ma solo cose belle
Domani s’arivota
E nun è bello?
Ariscegli chi te po impaurì
Co l’incubi che trovi tutt’intorno
Il giorno che per caso t’arisvegli
Tu dormi popolo che è mejo
E sogna ma solo cose belle.

Zerodieci

martedì 22 gennaio 2008

I SOGNI SON DESIDERI

Prendendo spunto dal post di ieri, (a Roma dicono ièri) dal titolo: “imprevisto: torna avicolo stretto”, con molta leggerezza, ma con fiducia, vogliamo sognare in grande ad occhi aperti, sulla nostra “povera patria” canzone di Battiato, con la Sacra Bibbia nella mente e nel cuore.
Chi ha letto la Sacra Bibbia, sa come Dio mette in continuazione quelli che designa, alla prova, a lunghe ed estenuanti “disavventure”, per forgiare un popolo o una nazione a LUI cari.
Ieri sera, Piroso nel programma: niente di personale, andato in onda su: la 7, ha proposto un video, con “storiacce” accadute in Italia, sulla canzone stessa, il quadro sembrava terroristico, ma è stata la nostra storia più recente e se si somma l’incapacità politica di proiettare l’Italia verso la serenità, si ha il quadro di una nazione in decadenza senza alcun freno.
Forse incapacità, spero non volontà a fare dell’Italia del 2008, una nazione osservata da tutti con occhi d’incredulità per come è mal ridotta, nella gente non c’è più l’occhio al futuro, esiste solo la gestione del presente difficile e basta qualche piccola disavventura per mettere una qualsiasi famiglia a rischio fallimento.
Sognare è gratuito e noi sogniamo, di essere nel cuore di Dio, di essere una nazione che con il Suo aiuto e la Sua assistenza: “RISORGERÀ” dall’incuria dimostrata in tutti questi anni, dalle prove, terroristiche, di gestione del potere spregiudicato e di indifferenza al più “piccolo”, vogliamo immaginare questo quadro dell’Italia poco leggibile, perchè offuscato dal fumo di veleni che continuamente si gettano, come un’opera da restaurare e che il restauratore, in un vicino futuro sia proprio DIO che ascolta sempre i lamenti di un popolo a LUI caro.
Sogniamo quindi di essere una nazione cara a DIO, che LUI ci stia forgiando con prove visibili, affinché il futuro dell’Italia sia splendente.
Però sappiamo che non tutti i sogni si avverano quindi diamo un consiglio a tutti i politici: “DIAMOGLI una mano”.

lunedì 21 gennaio 2008

IMPREVISTO: TORNA A VICOLO STRETTO

Tra dieci giorni, sarà Febbraio, mese che questo anno completerà il ciclo solare, avrà ventinove giorni: anno bisestile, che molti considerano sfortunato.
Sarà perché raro come un Gronchi Rosa, ma non a tutti piace, ma non a noi, noi che siamo nati di ventinove febbraio e penso che ce ne siano abbastanza, una volta ogni quattro anni, possiamo festeggiare il nostro compleanno giustamente.
Io personalmente, sono nato nella mezzanotte e tre minuti del 28, quindi per comodità e non solo per quella, mi hanno registrato il 28 febbraio, come dire: “di 28 ce né uno, tutti gli altri ne hanno trentuno”.
Stranezze fin dalla nascita e con quelle stranezze, che poi negli anni si sono sommate fino ad esasperarmi, ho potuto comprendere ciò che in tre raccontiamo nel nostro blog.
Credo veramente nel destino dell’essere umano, almeno nel mio caso si è fatto sentire in molte circostanze e non per delegittimare il destino, ma credo che ogni porta, che apriamo come in un videogioco, ci porta ad altre occasioni/possibilità e le nostre scelte pur libere, ci conducono ad altre porte da aprire, insomma anche il destino, si costruisce man mano che scegliamo, come in un giuoco di ruolo, ovvero: “LONNIPOTENTE”, ce lo costruisce giornalmente a seconda delle nostre possibilità e capacità, è famosa la frase: “DIO non ci da pesi che non riusciamo a sopportare”, l’importante è tenerlo nel cuore costantemente!
Dopo gli sbagli, EGLI è capace di farci ripassare dal via, come nel monopoli per darci altre opportunità, ma questo lo può fare solo LUI, perchè è e rimarrà L’UNICO ONNIPOTENTE, solo la sua infinita bontà che è unica e solo in LUI!
Per questo quando sento ipocrisia, oppure l’uso non corretto del SUO nome, penso e mi domando: “ma l’essere umano è degno di tanta bontà?” personalmente credo di no! Per questo, nelle mie preghiere, chiedo senza scrupoli per me stesso, di farmi scontare tutti i miei peccati in questa terra, nella mia vita, anche con sofferenza, ma ora! È bella, la frase: “entrate per le vie strette, perché è larga la via che conduce alla perdizione”

sabato 19 gennaio 2008

Sport Moderno

A quanto pare, la “Franca” apparsa in un nostro post, ma precedentemente nella rubrica: “pagine di vita”, curata dal celeberrimo Maurizio Costanzo su: Il Messaggero, ha fatto centro e che centro!
Premettiamo, che invieremo questo post, anche alla rubrica di Costanzo.
Cari soli pentiti, fifoni e con poca fantasia, chi conosce il nostro blog: Luiilfigliodellavita.blogspot.com sa che noi tre, siamo felicemente soli e solitari e non perché non troviamo oche, ma per il semplice fatto che l’essere umano ha cambiato tutto di sé stesso, è cambiata l’epoca che ci accoglie e quindi siamo consapevoli di essere dei disadattati.
Viviamo nel passato o per meglio dire da antichi, in un epoca piuttosto squilibrata per i rapporti interpersonali e ne abbiamo preso consapevolezza.
Ci siamo costruiti con la nostra fantasia, un mondo diverso, forse solo illusorio, ma funziona e anche bene, tutto è al suo posto e ordinato nel caos della vita e i conti tornano, probabilmente, siamo pane per psichiatri e ne siamo consapevoli, ma siamo felici.
Abbiamo altri amici soli che passano il loro tempo non a lagnarsi, ma lo dedicano a cose e cause umane, con il volontariato.
Noi tre, lo occupiamo con gli anziani e chi scrive è personalmente fidanzato con la propria nipotina di due anni, ne sono pazzamente innamorato!
Noi tre, siamo molto invidiosi della casa in stile: “vecchia fattoria” di Franca, immaginiamo come potrebbe essere bello rimanere in solitudine con cavalli, cani e probabilmente anche oche per San Martino che chi si trova solo come noi, festeggia sempre, per un motivo o per l’altro.
Io personalmente, non rimpiango il mio passato da fidanzatino premuroso e da convivente anche se per breve tempo, di una donna che era diventata invidiosa anche del mio saper stare in solitudine, mi piaceva lavorare in solitudine, passeggiare ascoltando le partite in solitudine, magari sulla spiaggia o in montagna e quando la portavo con me affinché si rilassasse, venivo preso per un asociale, perché lei amava la confusione.
Non sappiamo, se il post precedente in cui abbiamo criticato parte della lettera di Franca sia a lei giunto e se questo lo raggiungerà, ma vorremmo ugualmente dirle di resistere alla tentazione di cercare a tutti i costi un lui al proprio fianco, la solitudine se presa per il giusto verso è bella e può far scoprire lati di sé stessi inimmaginabili, anche con quei messaggi in codice che lei disapprova, del resto Vasco Rossi nella canzone: “Sally”, dice che: “la vita è tutta un brivido che corre via, è tutta un equilibrio sopra la follia” e quella follia sana risiede nella mente di ognuno di noi, perché senza quella follia, non ci sarebbero pensatori, poeti, scrittori e musicisti.
Noi nel nostro blog, costruiamo giornalmente a parole: la nostra follia immaginaria, infischiandocene delle critiche di chi cerca l’accoppiamento facile.

martedì 15 gennaio 2008

QUALE SCANDALO SARà MAI

Tutti e dico tutti i perbenisti, si sono scandalizzati del fatto che un manipolo di contestatori, abbia costretto il Papa a non fare la sua apparizione alla università: la Sapienza di Roma.
Noi tre, non lo avremmo contestato, anzi lo avremmo anche ascoltato con interesse, se non altro per poter fare critica con cognizione di fatto.
Però, nessuno si è scandalizzato, quando un manipolo di presunti cattolici, si è opposto alla costituzione (spero di citarlo correttamente) dell’elenco di unioni civili, nel comune di Roma.
Ci appare molto ipocrita, come un non peccato mortale, (l’omosessualità) perché non nominato nei dieci comandamenti, appaia più condannato del comandamento: “non commettere adulterio”, che invece è stato imposto da DIO stesso! Non vogliamo prendercela con gli adulteri, ce ne guardiamo bene, ma con chi fa dell’ipocrisia uno stile di vita.
L’adulterio, viene tranquillamente esercitato da chi viene anche preso come esempio politico dalla chiesa e questa è ipocrisia.
Non condanniamo quindi chi usa l’intolleranza contro gli intolleranti alla civile unione omosessuale, con l’arma della religione.
Potremmo esagerare, dicendo che questo castigo, nella Sacra Bibbia non è citato nei confronti degli omosessuali, ovvero il razzismo religioso, si parla solo di confusione sessuale, che verrà sradicata, ma non con la violenza o con l’emarginazione.
Che la chiesa sia lenta nel conseguire armi di civiltà, lo abbiamo costatato con la pena di morte, la cui abolizione da parte della chiesa risale a quando noi tre eravamo bambini, quindi non molto tempo fa.
Ci auguriamo vivamente, che in un futuro non molto lontano, tutti proprio tutti possano avere libertà di espressione, anche il Papa, ma con il dovuto rispetto anche che i cattolici o presunti tali si facciano un grande esame di coscienza, affinché la Sacra Bibbia sia portatrice di pace, tolleranza e civiltà, perché è ciò che noi leggiamo in essa.

W I V.I.P.otini

Una nostra carenza, sono i figli per s-fortuna, non ne abbiamo, noi ci occupiamo di anziani, altri amici si occupano di bambini in difficoltà in case famiglia, altri sono infermieri che svolgono il loro lavoro anche nelle O.N.G., ma visto che chi si occupa di queste cose, viene per lo più preso per un fannullone, perché non “fatica” in una fabbrica, spesso accade che i “fratellini”, portino quelli che anni fa venivano chiamati N.I.P.otini, ma che già da anni sono (fortunatamente) diventati: V.I.P.otini. (evviva il telefono azzurro) per passare la giornata con noi perché loro sono indaffarati.
Questa settimana, visto che di “fratellini” con figli, ne abbiamo molti, abbiamo avuto i giorni tutti impegnati con i V.I.P.otini.
Il bello dei V.I.P.otini è che la loro personalità, è sicuramente più emancipata di quando lo eravamo noi N.I.P.otini: “SANNO ciò che VOGLIONO!” Chi il latte con il cacao e chi senza, chi la pappa col pomodoro chi in bianco, chi la carne chi i salumi, chi la verdura chi no! Insomma quando sono molti e concentrati, è una vera impresa, (come avrà fatto mia madre?) gestire anche la pace dei V.I.P.otini e ne abbiamo di tutte le età e di tutte le inclinazioni, intellettuali, laziali, esperti in informatica e cucciolette con meno esigenze, perché il telecomando della TV è la cosa più litigata, specie se è giorno di partite di calcio, ne abbiamo anche di milanisti.
Il dopo, è la tragedia, riassettare casa dopo il passaggio di Attila, è una vera impresa, libri fuori posto, cd senza custodia, giornali sfatti e piatti, tanti piatti da lavare.
Potrebbe sembrare che mi diano fastidio, ma in realtà sono giornate bellissime che ringrazio di passare (basta che i fratellini non esagerino) in loro compagnia e spero che per loro sia altrettanto.

domenica 13 gennaio 2008

LAGHETTO DI NINFA, ROVINE DEL XIII SECOLO

Ninfa, interno torre con merli: guardate che cielo!
Ninfa, interno vasca con cigni

Ninfa, laghetto con torre e merli XIII secolo


Tramonto tra le rovine di un luogo particolare.









sabato 12 gennaio 2008

SENZA "TITOLO" OVVERO "L'ESSENZIALE" 13 P.

Il mattino seguente, Aldo si trovava a sfogliare il suo quotidiano preferito, quando le sue tre amiche scesero in cucina, fece trovare dei maritozzi con la panna ed una tazza di cioccolata calda, per colazione, che tutte trovarono invitante, così tra baffi di panna e di cioccolata la mattina iniziò in allegria con le risate delle ragazze.
Finita la colazione scesero nel garage a prendere l’automobile per recarsi a Latina centro, dove le ragazze avrebbero dovuto incontrare il signor Di Martino, alla DECISA s.p.a., Aldo chiese l’indirizzo esatto a Martina e si avviarono.
Era bel tempo e faceva anche caldo, dopo una ventina di minuti di viaggio, Aldo le portò all’indirizzo esatto.
Era un grande centro commerciale con al centro un altissimo palazzo, informatesi alla guardiola del portiere, seppero che al settimo piano c’erano gli uffici della DECISA s.p.a., arrivate a destinazione chiesero della direzione dell’ufficio acquisti, avviate all’ufficio, chiesero alla segretaria del signor Di Martino, la segretaria disse di accomodarsi ed attendere, perché il direttore era occupato.
Attesero circa un ora, che era sembrata lunghissima, dopo di ché dall’ufficio ne uscirono due signori, ed il signor Di Martino, liberatosi da impegni ricevette le gemelle con gli accompagnatori, fece mettere ogni uno a proprio agio, scusandosi del fatto che era stato occupato a lungo, dopo di ché, illustro la situazione contrattuale che legava la loro azienda agricola alla DECISA s.p.a., non ci volle molto e le ragazze decisero di continuare il rapporto, così come lo avevano trovato.
Fu Valentina a chiedere se, avessero potuto risalire al loro padre, spiegando per bene la situazione in cui si trovavano e le difficoltà che avevano a rintracciarlo.
- Allora, per telefono ho già spigato che la nostra azienda, finanzia idee di imprenditori, costituendo una vera e propria società che dura fino al totale rientro del finanziamento, in quel arco di tempo la DECISA s.p.a., si occupa di tutto, dopo di ché l’imprenditore può decidere di rimanere in società, di acquistare il 50°/o della DECISA s.p.a. o di vendere alla DECISA s.p.a. la propria parte, nel vostro caso pare che l’imprenditore abbia scelto di acquistare, donando tutto a voi, io non sono riuscito a sapere il nome dell’imprenditore, ma se provate a rivolgervi al nostro ramo finanziario che è al piano di sopra, saranno più precisi in merito, adesso sento al telefono se il direttore dell’ufficio può ricevervi, altrimenti dovete prendere un appuntamento e ritornare domani.- alzò il telefono ed in breve riuscì a far ricevere le ragazze dal direttore del ramo finanziario della DECISA s.p.a., le ragazze ringraziarono e salutarono il signor Di Martino, preferirono le scale, all’ascensore pieno di gente e salite al piano superiore si fecero indirizzare dal direttore che le stava aspettando e per ciò si era liberato da impegni.
Quando la segretaria li fece entrare nell’ufficio, lo trovarono al telefono e mentre seguiva la telefonata faceva cenno di accomodarsi, cosa che fecero cercando di distrarsi dalla telefonata, posato il telefono, si presentò come il signor Di Marco, ed iniziò subito dicendo - Di Martino mi aveva messo già al corrente della vostra situazione e la telefonata che stavo facendo era proprio per il vostro problema, dunque, l’azienda che voi avete ricevuto in dono, al nostro archivio risultava proprietà della DECISA s.p.a. ma l’acquisto è stato fatto dalla UNICO banca a vostro favore, dovete sapere che la DECISA s.p.a. è controllata dalla UNICO banca, quindi tutto parte da più in alto, telefonavo appunto per avere chiarimenti dalla UNICO banca, ma non sono riuscito a sapere nulla che possa farvi rintracciare vostro padre, però si sono messi a vostra completa disposizione e potete rivolgervi a loro già da domani, vi aspettano, io ho cercato di essere più celere possibile, ma più di questo non posso fare - le ragazze iniziarono a pensare che rimanesse veramente difficile riuscire a sapere e ringraziarono molto della disponibilità il signor Di Marco e sconsolate iniziarono la via del ritorno a casa di Aldo.
Scese al pian terreno Silvia invitò le ragazze a fare un giro al centro commerciale, per farle svagare, con la scusa di portare un pensiero ai genitori di Aldo, l’invito venne accettato, ma non tolse lo scoramento dalle ragazze.
Ben presto, presero gusto a girare per il centro commerciale, le vetrine erano invitanti e c’erano molti negozi di abbigliamento firmato, scelsero un vestito per Silvia, convincendola a misurarlo e ad acquistarlo, pian pianino ritornarono dell’umore giusto per fare acquisti.
Per la mamma di Aldo trovarono divertente, una copertina da divano, di quelle che si usano quando si guarda la televisione e fa freddo, era in pile con dei disegni peruviani, la trovarono molto bella e la presero, mentre per il padre presero un cardigan, era la cosa che trovarono più indicata ad una persona anziana tra tutte quelle viste.
Si fermarono anche ad un punto di ristoro del centro commerciale, prendendo un aperitivo e riposandosi un pochino, ma le ragazze non poterono fare a meno di constatare l’evidenza così Martina disse - sembra proprio che nostro padre abbia fatto terra bruciata, non un indizio per ritrovarlo, a questo punto mi chiedo cosa gli gira per la testa, insomma perché ci ha avviate alla sua ricerca se non si fa trovare? perché ha reso la nostra ricerca così difficile? - Aldo che ascoltò attentamente lo sfogo di Martina la invitò a riflettere - perché pensi che non voglia farsi trovare da voi, prova a pensare, con la vostra visita a Firenze avete conosciuto una parte di lui, conoscendo ciò per cui lui a realizzato la struttura di Santa Margherita Ligure, probabilmente con questo viaggio a Latina conoscerete altri aspetti di vostro padre, forse vuole prima presentarsi a voi utilizzando modi, forse discutibili, ma per lui importanti, io aspetterei ad essere deluso vorrei prima sapere e per quello ci vuole il tempo necessario e nessuno di noi può dire quanto - detto questo iniziarono ad avviarsi al parcheggio per tornare a Latina scalo, era l’una e Aldo conoscendo la madre, sapeva che di sicuro il pranzo era in tavola ad attenderli.
Rientrati in casa, Silvia dette subito i pensierini alla mamma ed al papà di Aldo, dicendo che la scelta era delle ragazze, i genitori di Aldo apprezzarono molto il gesto ringraziando le ragazze calorosamente, la mamma di Aldo invitò tutti a sedersi a tavola dicendo - ho preparato la zuppa di legumi, ad Aldo piace molto, spero anche a voi, per secondo c’è a vostra scelta o la lombata di maiale con le patate al forno oppure invece della lombata ci sono dei formaggi, vedete voi cosa preferite - assaggiata la zuppa, Valentina disse ad Aldo - buonissima, perché non l’hai mai preparata a casa nostra? - Aldo dando ragione a Valentina, fece notare
-sappi che il procedimento per fare questa zuppa è molto lungo, occupa tutta la mattinata, io a casa vostra preferisco fare cose più veloci, anche meno impegnative, però sono contento che vi piaccia, è uno dei miei piatti preferiti, ti farò scrivere la ricetta da mia madre, così quando tornerò a Rapallo me la farai trovare a tavola.-
Per secondo si accontentarono delle patate al forno, ma non dopo aver chiesto se vi fosse altra zuppa.
- Allora, cosa ci farai visitare della tua cittadina, oggi pomeriggio - chiese Martina ad Aldo, ma intervenne la mamma di Aldo che ridendo disse - se ti aspetti che Aldo ti faccia visitare Latina scalo, stai bene ad aspettare, a lui non piace questa città, di solito quando è qui è sempre nel suo studio, a fare cosa? Non lo so, però è sempre rinchiuso lì, con il suo computer -
- possiamo fare un giro nei dintorni, c’è un bel giardino a qualche km da qui, con anche un laghetto, si chiama Ninfa, poco più distante c’è anche una certosa di monaci cistercensi, Valv Visciolo, sapete hanno trovato quello che chiamano il quadrato magico facendo dei restauri, dicono che abbia qualcosa a che fare con i templari e facendo ancora un po’ di strada possiamo andare a far merenda a Bassiano c’è il prosciutto buono, se a voi sta bene, dopo il caffè possiamo andare - propose Aldo, Silvia si volse verso le gemelle per vedere cosa ne pensassero e Martina disse - si, è una bella proposta, ci vuole un po’ di distrazione e poi non ho mai visitato una certosa, con lo spirito del mistero, ci vestiamo con vestiti più comodi e andiamo - Valentina dette l’ok e si alzarono da tavola.
Arrivati a Ninfa, si fermarono al laghetto, perché il giardino era chiuso e guardando il cielo videro molti parapendii, Aldo spiego che si lanciavano da Norma un paese sulla montagna - in questo posto ci sono le correnti ascensionali, è molto frequentato da chi pratica questo sport - Silvia scattava fotografie alle figlie, mentre Aldo spiegava - vengo spesso da queste parti, si sta bene anche da soli, se rimarrete fino a domenica potremmo visitare i giardini, sono molto belli, dalla certosa, si può vedere tutto l’agro pontino, fino al mare è molto suggestivo, a me piacciono molto questi angoli della mia zona - le ragazze chiesero anche informazioni sulle rovine che si intravedevano oltre il laghetto, si vedeva una torre ed una parte di palazzo con dei merli sulle mura, Aldo spiegò quel poco che sapeva in merito e disse anche che c’erano delle leggende che però lui non conosceva.
Poco dopo si rimisero in macchina per andare a visitare la certosa, era a dieci minuti di macchina andando piano come faceva di solito Aldo.
Arrivati al piazzale antistante la certosa, Aldo presentò alle ragazze l’agro pontino, facendo vedere dove erano posizionate le varie città, la giornata lo permetteva, quindi si vedeva anche il mare, stava iniziando una messa nella chiesa e Silvia non volle rinunciarvi, mentre Aldo e le gemelle decisero di aspettarla fuori, visitando il chiostro della certosa, dove era stato ritrovato il quadrato magico.
Valentina, vedendo un monaco chiese informazioni sulla certosa, lui le spigò tutto con molta pazienza ed invitò le ragazze a visitare la mostra, di opere d’arte donate alla certosa da pittori fin dall’antichità, le ragazze seguirono il consiglio, ma Aldo rimase a chiacchierare con il monaco, dicendo che le avrebbe aspettate davanti la chiesa.
Quando Silvia uscì dalla messa, le ragazze ancora non arrivarono ed Aldo disse a Silvia che avrebbero dovuto aspettarle, così si sedettero sui scalini del sagrato ad aspettare, attesero un po’ chiacchierando e le ragazze arrivarono, contente di aver seguito il consiglio del monaco e di aver accettato la gita proposta da Aldo.
Non era molto distante Bassiano, dalla certosa in cui erano, ma decisero di far rientro a casa, anche perché avrebbero voluto cenare con i genitori di Aldo e ormai si era fatto buio, quindi si avviarono alla macchina per far rientro a casa.
Arrivati a casa, cenarono all’istante, perché gli anziani signori erano soliti cenare presto la sera e sempre presto andare a dormire, fu così anche quella sera e ben presto si ritrovarono soli, loro quattro seduti ancora a tavola a guardare il telegiornale, mentre la domestica sparecchiava la tavola.
Aldo disse alle ragazze che se volevano fare una passeggiata, avrebbero potuto uscire, che la città era piccola e tranquilla, anche se non tranquillissima, gli avrebbe dato le chiavi e potevano rincasare senza disturbare, ma loro rifiutarono dicendo che iniziavano a pensare all’indomani, a cosa le avrebbe aspettate, così decisero di ritirarsi nella loro camera dandosi appuntamento per le sette del giorno seguente.
Così Silvia ed Aldo rimasti soli continuarono a vedere la televisione fino a tardi.
Il mattino seguente, Aldo fece trovare di nuovo i maritozzi con la panna e la cioccolata calda per colazione, perché apprezzati il giorno precedente e Martina , che fu la prima a scendere ci si tuffo sopra dicendo ad Aldo :- sei un angelo, se mi vizi così chiedo alla mamma se mi fa rimanere qui con voi - Aldo sorrise e nel frattempo arrivarono Silvia e Valentina che disse
- Allora oggi dovrebbe essere il giorno della verità, altrimenti ci rimane solo la carta dello studio di araldica di Genova, speriamo bene, io sono un pochino nervosa, però ho molta fame - ed anche lei iniziò a fare colazione unendosi a Martina, mentre Aldo continuava a dare un’occhiata al quotidiano che aveva in mano.
Così come il mattino precedente si avviarono verso Latina centro, stesso indirizzo ma agli uffici della UNICO banca, che era nello stesso stabile della DECISA s.p.a. ma ai piani superiori.
Dopo trenta minuti erano là, la strada ormai la conoscevano e silenziosi si avviarono, presero l’ascensore ed al nono piano trovarono la sede della UNICO banca, non sapendo a chi rivolgersi, Valentina fermò una signorina che con in mano delle cartelline usciva da un ufficio dicendo
- mi scusi tanto signorina posso rubarle due minuti, avrei un piccolo problema - - dica, se posso essere utile lo faccio volentieri - rispose interessata la signorina, Valentina si fece coraggio e chiese - dalla DECISA s.p.a. noi due abbiamo ricevuto una donazione e andando a fondo alla questione, abbiamo saputo che tutto è partito dalla UNICO banca, come possiamo fare per sapere a quale titolo ci è stata fatta quella donazione? A chi possiamo rivolgerci per saperne di più? - La signorina, capì perfettamente Valentina e disse - seguitemi vi porto io all’ufficio dove troverete tutti i chiarimenti - tutti seguirono la signorina che prendendo di nuovo l’ascensore li portò al piano superiore all’ufficio del direttore generale, busso alla porta ed entrò, senza attendere, stette un paio di minuti all’interno, poi chiamo le ragazze e le fece entrare .

1-1 "PALLA" AL CENTRO

Franca-mente e me ne infischio! È apparsa sul quotidiano: “Il Messaggero” di oggi, 12 gennaio, una improbabile lettera di una non meglio definita: Franca, onestamente noi tre, non leggiamo mai quel tipo di rubriche, dove “femmine” accusano “maschi” o viceversa, ma il titolo ci ha incuriosito e molto: “alla ricerca di un uomo che mi faccia innamorare”, che suona come uno di quei messaggi in codice sui giornali che lei critica ferocemente, perché anche noi, siamo alla ricerca di “femmine” che sono per lo più sparite.
Lei vorrebbe fare una semplice, ma romantica passeggiata al mare con un lui che non decifra e quindi non è chiaro nella sua mente e che a sua detta non esiste più, perché tutti sono presi da altri divertimenti e di contrapposizione, esiste chi come noi tre, fanno delle lunghissimissime passeggiate al mare in completa solitudine, perché la “femmina” non esiste più, quella romantica, che cerca l’orgasmo della mente e non solo ed esclusivamente in un letto! Siamo e bada bene tra coloro che i: “codici”, non solo li usano perché riteniamo che siano romantici e che il livello intellettuale e culturale possa legare e non dividere, ma che ne andiamo alla ricerca, perché pensiamo un po’ da razzisti, ovvero che le persone si uniscano non per istinto come normalmente accade, ma per legame che va al di la delle semplici apparenze fisiche: “DIO li fa e poi li accoppia”.
Viviamo in un mondo in cui dell’estetica, ne hanno fatto materia universitaria e dove l’estetica stessa viene confusa, sarebbe bello che Franca si schiarisca le idee, perchè probabilmente gli occhi di Franca cercano cose che il suo cuore rifiuta e viceversa.
Mentre leggevamo la lettera, davamo già per scontata la risposta, ma sperando nelle onde dell’oceano, chiudiamo il nostro messaggio a Franca in una bottiglia di internet, sperando che lo recapiti a colei.
P.S. prova a cercare di decodificare i messaggi, troverai un mondo “meraviglioso”

giovedì 10 gennaio 2008

"LA PAROLA AI MIMI"

Bellissima canzone scritta da Faletti e cantata da Branduardi, come del resto tutto il cd.
Non so se vi è mai capitato, di provare ad immaginare il pensiero di un bimbo, o di un mimo come nel caso della canzone, o più semplicemente di chi vi è davanti.
Bene, noi tre spesso ci proviamo guardando il volto in una foto di chi non fa come mestiere l’attore o l’attrice, perché loro sanno recitare e quindi il loro volto è studiato, spesso anche nella vita reale.
Più semplicemente, noi proviamo ad immaginare le attese del nostro RE e della nostra Principessa, immaginari è vero, ma non per questo meno veri di chi sa quale reale di questa terra, per noi che ci crediamo.
Il Gronchi Rosa, è destinato solo a sperare e ne siamo consapevoli, ma è in noi la certezza della vita in un altro regno, probabilmente spesso ci avviliamo, ma spero che per tutti come per noi sia solo una sensazione passeggera, di quelle che lasciano il tempo che trovano.
Nel cd, c’è una canzone: “il giocatore di biliardo”, che fa notare, come la fantasia possa essere vincente anche in giochi matematici o aritmetici come il biliardo, ma tradotto nella vita, si può immaginare con la fantasia, anche un futuro migliore su questa terra, noi tre ci abbiamo provato e riprovato ad immaginare la vita nel REGNO dell’ALTISSIMO, ma è sempre un fallimento, sembra quasi che esista un limite anche alla fantasia.
A questo punto dovrei raccontare di esperienze vissute, per far capire il limite imposto da DIO anche alla fantasia, ma proprio non me la sento, posso solo dire che l’impronta che hanno lasciato in noi alcune esperienze, ci hanno portato alla consapevolezza di ciò che esprimiamo con i nostri post e speriamo vivamente che arrivino al lettore con la forza di ciò che esprimiamo.
Se minimamente ognuno dei lettori sapesse l’infinita bontà di DIO, esisterebbe un popolo di sopraffatti dal male, perché purtroppo non tutti possono combattere il male solo con il bene.
Volendo usare sempre il cd di Branduardi, noi speriamo che arrivi veramente: “l’ultimo giorno del circo” e questo non per noi tre, perché sappiamo che resteremo gli unici combattenti del male, ma per tutti coloro che finalmente possano conoscere cosa ci sia al di la del circo della vita, effimera e illusoria.
Non conosciamo il pensiero della nostra Principessa, scherzando potremmo dire che non sappiamo tradurlo in italiano, ma veramente vorremmo che lei sappia che comunque vadano le cose, ha compiuto già tutto ciò che doveva compiere, c’è un bel passo nella Sacra Bibbia, quando DIO stesso dice che ai SUOI servitori fedeli, EGLI garantirà misericordia per mille generazioni e noi siamo testimoni che ella le ha già guadagnate.
Il nostro RE, più che dedicare ad ella “la parola ai mimi”, non può, perché come dice Ligabue: “ho perso le parole”.


mercoledì 9 gennaio 2008

CHE: DIO SALVI LA TV

Potrà sembrare blasfemo, il titolo scelto, ma speriamo veramente in questo!
Si parla molto di TV, si spaccano partiti, anche per interessi all’accesso alla TV.
Di tanto in tanto, si propongono ricette al sistema televisivo, se le reti sono mal distribuite o cose simili, se creare accesso ad altri operatori (noi speriamo di sì) o se la pubblicità sia troppa nelle reti televisive.
Noi tre, siamo cresciuti, quando la TV già trasmetteva, quindi non possiamo paragonare il prima, però abbiamo assistito all’evoluzione televisiva, da: non è mai troppo tardi a programmi meno edificanti per l’intelletto, è vero oggi gli italiani sanno fare la loro firma, ma di certo, non imparano a sopravvivere in un isola da naufraghi guardando il noto programma, così come non imparano a rimanere e ad apprezzare la solitudine, se chiusi in una casa.
Esiste un mondo e tra anziani, invalidi e “fannulloni”, è grande, che ha come unica compagna la TV, con tutti i programmi emessi giornalmente, per non parlare poi dei più piccoli, che con le piazze sempre più pericolose (e non solo per il traffico), passano tempo e molto davanti alla TV, avendola come unica finestra verso il mondo esterno.
Per i più piccoli, devo veramente dire che molto si è fatto, per non fare elogi ad emittenti grandi perché è loro dovere, mi piace nominare una emittente più piccola, Super 3 emittente Laziale che con Sonia dedica molto tempo a loro e aiutata da Birillo, è molto apprezzata.
Però c’è il problema adulti, ovvero il problema: “cultura”, noi tre, non ci vergogniamo di dire che la nostra cultura, è stata acquisita principalmente dalla TV e dai giornali, compresa la pubblicità, che spesso focalizza il mondo con occhi migliori dei telegiornali.
La TV, è bella tutta e soprattutto migliorabile tutta! Sarebbe bello sentire l’opinione di un pedagogista serio, su quanto la TV possa ancora dare, passato il tempo di: “non è mai troppo tardi”.
Ci dicono che i nostri studenti sono: “SOMARI”, allora perché la TV si rivolge ai giovani solo con programmi cretini? Noi tre, a volte facciamo zapping per ore, prima di trovare un programma (con arroganza dico) alla nostra altezza, perché i pomeriggi televisivi sono sicuramente poco educativi e propongono la cultura della deficienza.

martedì 8 gennaio 2008

ORGOGLIOSAMENTE: "IMPOPOLARI"

Oggi, guardando: “Forum” in televisione, abbiamo avuto una lezione di civiltà da una francesina (anche bona n.d.r. non si offenda, ma noi scherziamo) con la nostra stessa costituzione, di cui ricorre il sessantesimo anniversario.
Il giudice Sante, per decidere di una causa ha dovuto citare un non ricordo quale articolo della costituzione italiana.
Nel dibattito del pubblico, si poteva notare la confusione tra: razzismo e civiltà! Noi tre, ci definiamo genuinamente: “razzisti” e badate bene che non è un peccato, perché anche Gesù nei vangeli, dice chiaramente che: “il più grande serva il più piccolo” e questo, non lo riferiva all’età, ma alle capacità, si può citare anche la parabola del seminatore, dove dice chiaramente che non tutti hanno le capacità o le opportunità per apprendere allo stesso modo.
Noi tre, ci definiamo nella razza più odiata (anche giustamente), ovvero: “ariani”, ma non come fecero i nazisti, ma bensì, perché apprendiamo dall’aria, cose non dette esplicitamente.
Sappiamo benissimo che con questo post, ci faremo il doppio dei nemici che abbiamo, ma lo pubblicheremo ugualmente.
Spesso notiamo che la civiltà, di cui molti si arrogano, dicendo di non essere razzisti, diventi razzismo o che il non razzismo diventi inciviltà.
È compito di un popolo civile e noi ci riteniamo tali, aiutare anche con la lotta e con l’impopolarità, gli svantaggiati, anche sé se ne riconosce l’inferiorità! Benediciamo tutti i giorni, le nostre forze armate che cercano di aiutare popoli meno felici (per civiltà) e siamo sicuri e le cronache ce ne rendono conto che per coloro che noi riteniamo meno felici (per civiltà), ci considerino incivili o esagerando infedeli.
Ma infedeli a cosa? Semplicemente alla: dittatura, perché pur ritenendoci: “razzisti”, il nostro credo è la: perfetta dittatura, che è propria del Regno di DIO ed in questo mondo libertà! Liberi anche di vincoli religiosi (anche i nostri) e rispettosi anche dei vincoli religiosi.

domenica 6 gennaio 2008

POCHI, MA BUONI " (speriamo)

Allegria… un noto presentatore, si proponeva con questa frase agli italiani, (quando ce ne erano) io, Crystal ship e Zerodieci, stavamo mangiando una pizza, accompagnata da un buon vino, che non guasta mai, quando vedendo in televisione: “Dossier” su RAI 2, abbiamo visto una potenziale proiezione demografica dell’Italia del 2028.
Hanno inquietato gli italiani, con tutte quelle stupidità, che saremo un popolo vecchio e minoritario sugli stranieri, insomma, a noi cosa cazzo (scusate il termine ma ci voleva) ce ne frega, se San Pietro o il Duomo di Milano diverranno luoghi di culto per altre religioni, cosa può fregarcene se il prossimo presidente del consiglio si chiamerà: Mohamed o Ciao Lin, non siamo mica il WWF, che preserva specie in via d’estinzione.
Quindi a che pro, spendere soldi per asili nido o per politiche alla donna e alla famiglia, che portino un’ondata di gioventù? A noi non ce ne frega niente, anzi come diceva Edoardo in un noto film: “non me importa, non me passa manco pe la capa”.
Perché, fare politiche che potrebbero sembrare RAZZISTE, per incoraggiare le ITALIANE a procreare? Mica siamo GELOSI dell’ITALIA, non ci importa niente di Pietro Micca o di Garibaldi, di Mazzini o di Mameli o dei fratelli Bandiera, quindi se la nostra storia non sarà conosciuta, sarà colpa di chi non ha avuto figli per ereditarla. ALLEGRIA!

sabato 5 gennaio 2008

"E QUANDO IN FINE SPUNTA L'ALBA"

“Se il giorno posso non pensarti…” cantava Adamo e continuava: “…la notte tu mi appari in sogno…” la notte, per chi come noi tre, non la usa per fare baldoria, ma per leggere, ascoltare musica e di conseguenza riflettere, appaiono sciocche anche le riflessioni di Dalema.
Perché ciò che appare in sogno, oltre agli amori sperati e narrati da poeti più deliranti e giurano i profeti ubriacati, come dice Ivano Fossati nella canzone: “oh che sarà” c’è un’Italia poco da applaudire, forse si potranno applaudire alcuni italiani, ma si sa che un popolo non fa una nazione così grande come l’ha descritta in un recente articolo apparso su: Il Messaggero.
Poi il giorno vorremmo scrivere del nostro amore italico, oh se lo vorremmo, ma sicuramente agli occhi degli orchestrali, appariremmo disfattisti ed è ciò che non vogliamo, perché siamo sicuri che il nostro amore per una ancora non definita nazione, pur con tutte le critiche è genuino, senza altri scopi.
Pensate, che in Italia, appaiono sgomenti anche coloro che in teoria dovrebbero essere gli artefici di situazioni critiche come Napoli, c’è il diritto di replica è vero, ma pensiamo che il pudore, dovrebbe essere al di sopra delle apparenze.
Il sindaco di Firenze, già sta facendo proiezioni grafiche su come potrebbe apparire Firenze in un prossimo futuro, ci auguriamo che non sia come il presente di Napoli, che forse è la città da noi più amata.
Ricordo benissimo, nel 1993 un capodanno a Parigi, era la prima volta che ci mettevo piede e dopo qualche giorno di giri nella città feci agli amici una riflessione, (ovviamente criticata, secondo me per moda) dissi loro che se Napoli avesse avuto l’organizzazione di Parigi, Parigi sarebbe stata la brutta copia di Napoli.
In questa Italia disorganizzata e forse per questo appare meno bella di quello che dovrebbe, penso che molte città europee, sarebbero la brutta copia di città Italiane, come molti appaiono brutta copia del: “Piccolo Resto”, tutti sperano nelle future generazioni, ma l’esempio ci appare poco educativo.
Ho avuto notizia, che molte persone iniziano ad interpretare la vita come un Gronchi Rosa e di ciò ne siamo felici, un popolo di solitari che cerca l’utopia, un po’ come gli zingari, anche noi abbiamo un RE immaginario, senza trono ( che tra l’altro neanche cerca) ed una per il momento principessa come simbolo della libertà.

mercoledì 2 gennaio 2008

IL "GAMBERO"

Il 2007, è stato l’anno in cui molti si sono prodigati a propagandare il ritorno dell’Italia al nucleare, ed è poi finito con l’annuncio di Giuliano Ferrara, con la proposta di una moratoria, per bandire l’aborto.
Noi, riteniamo nobili queste crociate, ma bisogna dire con onestà, che tutte queste norme, sono state acquisite in Italia con voto popolare.
Già, per chiudere con il nucleare e per una legge che consenta l’aborto in casi specifici, si è pronunciato il popolo.
Di tanto in tanto, si legge sui giornali che vorrebbero tornare al nucleare per motivi non bene definiti e che vorrebbero tornasse l’aborto vietato.
Noi tre, ci auguriamo che per l’ennesima volta, si pronunci il popolo, perché di ideali politici non popolari, ma solo idealizzati, si rischia di provvedere all’estetica e non alla funzionalità di una legge.
La legge dovrebbe essere al servizio del popolo e quindi popolare, perché di belle fiabe, il popolo non sa che farsene, senza ipocrisie e senza il bel apparire.Ci auguriamo quindi, che il popolo sia chiamato in causa