sabato 5 gennaio 2008

"E QUANDO IN FINE SPUNTA L'ALBA"

“Se il giorno posso non pensarti…” cantava Adamo e continuava: “…la notte tu mi appari in sogno…” la notte, per chi come noi tre, non la usa per fare baldoria, ma per leggere, ascoltare musica e di conseguenza riflettere, appaiono sciocche anche le riflessioni di Dalema.
Perché ciò che appare in sogno, oltre agli amori sperati e narrati da poeti più deliranti e giurano i profeti ubriacati, come dice Ivano Fossati nella canzone: “oh che sarà” c’è un’Italia poco da applaudire, forse si potranno applaudire alcuni italiani, ma si sa che un popolo non fa una nazione così grande come l’ha descritta in un recente articolo apparso su: Il Messaggero.
Poi il giorno vorremmo scrivere del nostro amore italico, oh se lo vorremmo, ma sicuramente agli occhi degli orchestrali, appariremmo disfattisti ed è ciò che non vogliamo, perché siamo sicuri che il nostro amore per una ancora non definita nazione, pur con tutte le critiche è genuino, senza altri scopi.
Pensate, che in Italia, appaiono sgomenti anche coloro che in teoria dovrebbero essere gli artefici di situazioni critiche come Napoli, c’è il diritto di replica è vero, ma pensiamo che il pudore, dovrebbe essere al di sopra delle apparenze.
Il sindaco di Firenze, già sta facendo proiezioni grafiche su come potrebbe apparire Firenze in un prossimo futuro, ci auguriamo che non sia come il presente di Napoli, che forse è la città da noi più amata.
Ricordo benissimo, nel 1993 un capodanno a Parigi, era la prima volta che ci mettevo piede e dopo qualche giorno di giri nella città feci agli amici una riflessione, (ovviamente criticata, secondo me per moda) dissi loro che se Napoli avesse avuto l’organizzazione di Parigi, Parigi sarebbe stata la brutta copia di Napoli.
In questa Italia disorganizzata e forse per questo appare meno bella di quello che dovrebbe, penso che molte città europee, sarebbero la brutta copia di città Italiane, come molti appaiono brutta copia del: “Piccolo Resto”, tutti sperano nelle future generazioni, ma l’esempio ci appare poco educativo.
Ho avuto notizia, che molte persone iniziano ad interpretare la vita come un Gronchi Rosa e di ciò ne siamo felici, un popolo di solitari che cerca l’utopia, un po’ come gli zingari, anche noi abbiamo un RE immaginario, senza trono ( che tra l’altro neanche cerca) ed una per il momento principessa come simbolo della libertà.

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