mercoledì 30 aprile 2008

primo maggio

L’amante
Italia mia
Come t’han ridotto

Io più te guardo
E più me fai tristezza

C’avevi tutto
Da fa invidia ar monno

E sei arrivata
Quasi allo sprofonno

Me fai tristezza
Tu non sei più fiera

Tra le nazioni
Della tua bandiera

Della tua storia
Chi più se ricorda?

Se chi la studia
Nun ce prende amore?

Nun sei gelosa
Più della tua terra

E la dai in pasto
A chi te vo fa sua

Davi er terrore
Se suonavi le campane

Pe arichiamà
Chi te vo bene a te difenne

Nun c’hai più DIO
T’hanno levato pure quello

Che te guardava
Cresce e fatte la più bella

Se so magnati
Pure er pane dei nipoti

E c’hanno detto
Che se chiama libertà

Ce sta na cosa
Che io nun t’ho mai detto

Me so stufato
Pure della libertà

Se libertà
Significa ammazzà

I sogni
De chi te vo riamà

Zerodieci

diamogli il "LA"

Date il: LA

Dopo er voto
Pare solo festa

De chi è entrato
E de chi starà alla testa

Nei giornali
Pare che tutto sia passato

Er male
Che c’ha quasi dissanguato

Pare solo
Che in Italia è ritornato

Er sole
Dopo la tempesta

Tutti presi
A festeggià la fine

De chi
Nun ne ha indovinata una

Italiani
Godeteve la festa

E continuate
A regge giù la testa

Perché
Nun ricordate a chi sta in testa

La lista
De li guai e a che fa festa?

Il lavoro
È quasi na chimera

Lo stipendio
Ce basta pe na sera

Le pensioni
Che fanno compassioni

E la monnezza
Che fa na gran tristezza

L’Alitalia
N’se po raccapezza

E la notte
N’se po più passeggià

Quindi dite
Che c’è da festeggià?

Forse il fatto
Che resta il privilegio

A chi è eletto
De garantì sé stesso

Co l’amici
Che l’hanno messo in lista

A fa sì
Che il voto è garantista

Senza scherzi
Tutto già previsto

Anche il fatto
Che li guai restano in lista

Manca il LA
E chi je lo deve da

De certo
Nun chi se fa ordinà

Come, quando
E a chi votà

Pensando
Che votà sia libertà

Quella vera
È pure criticà

Se stessi
E pe chi devi votà

Il motivo
De che devi votà

Uno solo
Forse lo saprà

Ma quer voto
Che t’hanno messo in testa

Tanta gente
Potrebbe anna a inguaià.

Zerodieci

martedì 29 aprile 2008

il "cavallo"

Molti anni fa, in un locale commerciale, lessi in un quadretto, una breve riflessione in metafora, di Winston Churchill, sull’iniziativa privata e più o meno egli diceva che: molti paragonano l’iniziativa e l’impresa privata a strani animali feroci, come ad esempio una tigre feroce da uccidere subito, mentre pochi la vedono come è nella realtà: “un robusto cavallo, che trina un carro molto pesante”.
Noi tre, abbiamo immaginato il nostro di cavallo da soma e lo vediamo così.


Il cavallo da soma

C’era un cavallo
Che usavano pe soma

Che a na cavalla
In continuo se negava

Er proprietario
Voleva n’ber puledro

Pe sostituillo
Man mano che invecchiava

Però er cavallo
Dar portamento fiero

Voleva un’fio
Sì ma pe fallo condottiero

De n’branco libero
Ar pascolo nel bosco

Com’era er padre
Prima d’esse catturato

E più er cavallo
Alla cavalla se negava

E più er padrone
Je dava bastonate

La cavalla
Che nun era na signora

Voleva n’fio
E lo cercò con’artro

S’era stufata
Dei sogni der cavallo

E diede ar fio
Sorte da fa soma

C’era n’carretto
Pronto ad aspettallo

E dopo poco
Je tocco trainallo

Così er cavallo
Che se negava sempre

Alla cavalla
Je fece n’discorsetto

Je disse guarda
C’avevi solo voja

De trastullatte
Cor cavallo der vicino

Non hai pensato
Ar peso der carretto

Che era già pronto
Da fa trainà a mi fio

Me costa caro
Nun potemme divertì

Ma pe qualcosa
So che devo soffrì

Zerodieci

lunedì 28 aprile 2008

chiacchiere da Bar

Il pettegolezzo, quello è quello che appare nella maggior parte dei programmi televisivi, da quelli di gossip a quelli sportivi e si è insinuato anche in programmi giornalistici più dediti alle cose serie, noi tre, siamo rimasti alle famose chiacchierate al bar, con personaggi più o meno folcloristici, con il commendatore di turno, il politico di passaggio per la colazione e coloro che fanno nei bar la loro vita, per precisione, inizia dal giornalaio, con brevi commenti e anticipazioni degli articoli da parte del giornalaio.
Oggi, vorremmo scrivere proprio pensando di fare pettegolezzi, le famose chiacchiere da bar e per le signore da parrucchiere, quindi iniziamo con il dire: cara Franca o Fabiana o comunque tu ti chiami, il fatto che hai trovato il tuo Simone, nome importante, ci ha messo in crisi, avevamo iniziato a leggere la rubrica: pagine di vita, su: Il Messaggero, proprio con la tua prima e-mail, iniziammo con spirito di curiosità e trovammo il tema da te espresso con uno sfogo, divertente, continuammo a leggere quella rubrica con la speranza di trovare altre tue e-mail, settimana per settimana, apparvero aperte discussioni su cui si può essere d’accordo o meno, il tutto era divertente, ma tu hai trovato Simone come un ago in un pagliaio e tutto è finito, si è tornati alle solite lagnanze dei o delle deluse, ai pettegolezzi.
Altro pettegolezzo che va forte nei dintorni di Roma, è la cessione se ci sarà della as Roma calcio, questo, sta facendo saltare i centralini delle emittenti romane radiotelevisive e quando un tema è così appassionante, mette in luce anche la maleducazione o ineducazione dei conduttori, di coloro che dovrebbero essere grati agli spettatori entusiasti di poter parlare, (libertà di espressione) mentre invece istaurando una dittatura, basata sulla figura del conduttore padrone della trasmissione, vorrebbero imporre le loro teorie a riguardo, pensando di favorire chi? Negli anni passati, con le stesse tecniche, volevano sfavorire tutti, anche la magica Roma ma non ci sono riusciti, grazie alla perseveranza del suo proprietario e noi tre, invogliamo l’ancora proprietario, di fare di testa propria, senza ascoltare i pettegolezzi.

La via del pettegolezzo

M’ha detto ieri
Uno che ho incontrato

Che nun te poi
Fidà più der curato

Che quello
Che je dici in confessione

Se scorda
De tenello segregato

Se mette
A dillo pure sull’altare

Pe rende
Quel vangelo sempre attuale

Je manca
Solo de citare il nome

De chi ricorre
Alla confessione

M’ha detto
Credi a me che so informato

Chiedendo
A me come m’era annato

Dal giorno
Che io non l’ho più incontrato

Voleva
Sapè tutto filo e segno

Pe raccontallo
Pure a su fratello

Ma che te posso di
Me so scordato

Ciò che
È successo nel tempo passato

E sta chiacchierata
A me m’ha ricordato

Che non
T’ho conosciuto nel passato

Perché
Te voi informà de cose mie

Pe raccontalle
Dopo nelle vie?

Poi pure raccontà
Che m’hai incontrato

E che d’istinto
Io t’ho ignorato

Zerodieci

domenica 27 aprile 2008

il: INCOMINCIO

Ci sono giorni, che c’è poco da dire, anche tra noi tre, le giornate scorrono serene e tranquille, poi, per noi che siamo criticoni, non ci sono spunti, ma, ma ci va di giocare lo stesso, giochiamo con i nostri amori e chi ci conosce, sa che la magica Roma è uno di questi, quindi mentre prendevamo il caffè, ci è uscita una breve filastrocca, attuale per la nostra magica che come appare, lascia in ansia tutti i suoi tifosi, si lavora di fantasia, di speranze e di storia e per la storia recente, siamo soddisfatti, ma quando si sta per cambiare, si sogna sempre di cadere in mani buone e questo ci appare e speriamo.
Siamo orgogliosi di quel giallo e di quel rosso quando sventola allo stadio e del nome che porta: “ROMA”.


L’incomincio
Se dice
In giro

Pare sia
Na storia vera

Che c’è
N’signore

Che se vo
Comprà la Roma

Se dice
Pure

A detta
Degli esperti

Che quella
Squadra

La vonno fa
Più grande

Così che
Roma

Der monno
La capoccia

Torni
Ar trionfo

Cor gioco
Der pallone

Se dice
Pure

Che chi
C’ha già provato

La vennerebbe
Ma solo a malincuore

Innamorato
Der giallo unito ar rosso

Che pe
Ottant’anni

Se so portati
Addosso

Pe
Aricordà

Ar monno
Un paradosso

Che pur
Se n’vince

Ner gioco
Der pallone

Roma der monno
È sempre la capoccia

E quer
Signore

Che se la
Vo comprà

Na cosa sola
Se deve aricordà

Che sì New York
Sarà una gran città

Ma tutto a Roma
È stato a comincià.

Zerodieci

sabato 26 aprile 2008

prove tecniche di "Libertà"

Se per una volta, ci si mette in disparte, in un angolo ad osservare e ad ascoltare, si può anche divertirsi, si può notare l’essenza degli italiani.
Italiani che non sono mai d’accordo, mai uniti, neanche sui valori della nostra repubblica, ieri, ascoltare le liti, i battibecchi tra politici, sul venticinque aprile è stato divertente e nemmeno gli storici sono riusciti in tutti questi anni a metterci d’accordo, a creare una coscienza non dico repubblicana, ma se non altro suscitare il valore della libertà.
Quello che ci fa più ridere, è che quel valore tanto sperato in molte parti del mondo ancora, è stato artefice delle loro fortune, economiche e di espressione, proprio di chi insinua a tempi passati, con discorsi poco chiari e ambigui.
È anche vero, che molti non credono la nostra democrazia italiana, veramente democratica, quindi i loro discorsi appaiono anche attuali e quindi i V day a cui assistiamo, tendono ad apparire credibili e riscuotono successo, proprio come dicono, perché si appropriano del valore della resistenza.
Un po’ tutti, vogliono appropriarsene ed elaborano discorsi affinché, vengano individuati, come difensori della libertà.
L’uomo libero, in realtà deve sentirsi libero anche dall’appartenere a status, anche saper uscire dal proprio io, dal proprio sé, mentre tutti sono innamorati del proprio sé, cercano di istituzionalizzare la loro figura e renderla perenne.
La libertà, quella è in continua evoluzione, probabilmente, quella che oggi conosciamo, tra mille anni sarà considerata solo come una tappa che portando l’essere umano dalla schiavitù alla vera libertà, verrà considerata solo una via per la libertà, solo come prova tecnica di libertà.
Noi ci crediamo alla vera libertà, la sogniamo e nel nostro piccolo la viviamo, ma per sentirci liberi in questa vita, siamo consapevoli che moriremo schiacciati dall’ingiustizia che regna in qualsiasi libertà, nel mondo conosciuta.
Gronchi Rosa: !

venerdì 25 aprile 2008

L'urlo

Nei nostri primi post, quando iniziammo l’avventura del blog, cercammo io, Crystal Ship e Zerodieci, di raffigurare quella figura scaturita dalla nostra follia immaginaria, che era ed è il Gronchi Rosa a cui noi facciamo riferimento con il blog e a cui noi proponiamo i nostri post.
Appunto allora, dicemmo che il tutto e ciò che pubblichiamo è segretamente raccontato nelle maniere più strane e diverse, dicemmo anche che alcune persone si propongono e appaiono Gronchi Rosa, solo per credersi e per destabilizzare.
Ciò detto, appare scontato che noi tre, con i post e le nostre idee in proposito che pubblichiamo, diamo a coloro modi e motivi in più per farlo, siamo quindi da una parte preoccupati, per l’impressione che hanno di noi i Veri Gronchi Rosa, se ci ritengono scriteriati nei loro confronti, ma facciamo leva sulla loro comprensione, affinché capiscano che a volte è necessario dare a chi si trova all’inizio di un percorso personale di sana follia, dei punti per potersi regolare e destreggiare con la propria follia immaginaria.
Vorremmo anche dire a loro, che nei vangeli c’è una piccola raccomandazione agli apostoli: “ciò che vi sussurrano nell’orecchio, urlatelo sui tetti”, noi tre, abbiamo sempre parlato di sussurri, di lettura dell’aria e della nostra sensibilità agli eventi, leggendo tutto diversamente, quindi costatiamo che per ogni segreto urlato dal nostro blog, cento ne ascoltiamo dai sussurri e poi, potrebbe anche essere utile sapere chi, come e quando vengono usate le nostre urla e soprattutto perché? Crediamo e speriamo che chi come crediamo usi tali situazioni di contrario delle nostre tesi e teorie, possa ravvedersi e possa iniziare a pensare se non sia più reale di quanto possa apparire.
Gronchi Rosa, Crystal Scip e Zerodieci: !

giovedì 24 aprile 2008

la liberazione

Domani è il giorno, in cui si celebra la ricorrenza della liberazione in Italia, noi tre, festeggiamo questa giornata, con lo spirito diverso, oltre che quello di italiani, anche con lo spirito della liberazione in un senso più largo, la liberazione da qualsiasi forma di schiavitù o di vincolo.
Il vincolo del matrimonio ad esempio, può essere in alcuni casi una schiavitù, perché la scoperta di elementi diversi di quelli che erano all’origine del matrimonio del tipo tradimenti anche di ideali oltre che di tradimenti fisici, scoprirsi accoltellati alle spalle è poco gradevole, soprattutto se giungere al matrimonio, potenzialmente sia un traguardo importante non solo per sé stessi.
Il gran “consiglio”

Nel Paradiso
Si tenne
Un gran consiglio

Se unire
Al trio
Anche una socia

Si tenne
In pubblico
E palese

Così
Che tutto il pubblico
Lo intese

De tre
Due certo
Erano d’accordo

A chi toccava
De sposà
La socia

Ma il terzo
Quello
Convenuto

Metteva il dubbio
Pure
All’artri due

E diceva
Che poi
Quel gran consiglio

Rischiava
Di perdere
L’accordo

Che uno
Era importante
Pe bilancia

Nel caso
Che l’unione
Non ce fosse

Diceva
Pure che la socia
Vedeva tutto rasoterra

Abituata
A sta
Per terra

Nel mondo
In cui domina
La guerra

Però
Pe l’artri due
Era importante

Avecce eredi
Pure
Così in basso

Istaurando
Piano
Piano

Il germe vivo
De chi
Sta lontano

Va bene disse
Il fine
M’ha convinto

La sposo
E la faccio
Socia

E il pubblico
Esplose
In un tripudio

Co applausi
E cori
Dello stadio

Così
Che poi il programma
Prese il via

E pure
Su sta terra
C’è na socia

Ma niente
Nun c’aveva
Er sentimento

Der compito
Importante
Pe er futuro

Voleva solo
Esse
Più importante

De quelli
Che ner monno
Non so niente

N’erede?
Tu sei
Matto!

Un nipote
È più importante
De na nuora

Se poi
Io te lo do
Lui me scavalca

Nel grado
Della
Parentela

Ormai io
Te so moje
È tutto scritto

Acquisendo
Tutti
I privilegi

Che er nome tuo
Aggiunto
Ar mio me fa portà

È li
Che l’aspettava
Il gran consiglio

La socia
Presa
Rasoterra

Innalzata
Pe falla
Da lanterna

A quelli
Ancora
Rasoterra

La socia
Quella
Rasoterra

Il consiglio
L’aveva già
Creata

Nascosta
E pure
Ben curata

A riserva
De quella
Inviperita

Se scatenò
Na guerra
Su sta terra

E la guerra
Portò
La divisione

Tra chi
Chiede pregando
E chi pretende

Così che
Quell’erede
Tanto atteso

Decisero
Che nun
Se ne fa niente

Er popolo
Quello
Più fedele

Ce crede
Pure
Senza erede

Sa già
Che era na prova
Pe la fede

De quelli
Che se dicono
Credenti

Er matrimonio
Quello
S’è sfasciato

S’aspetta
Quello
Co la socia già creata

Curata
E sempre
Coccolata

Lontana
Dall’invidia
Della gente

S’aspetta
Fino al giorno
Del giudizio

Perché
Fece sapere
Il gran consiglio

Il giorno
Dell’unione
Vo sta presente

Zerodieci.

mercoledì 23 aprile 2008

fantasie "REALI"

Una vecchia pubblicità progresso, diceva: “il giocattolo, cibo per la mente”, noi tre, ai nostri tempi ormai passati, per lo più i giocattoli ce li costruivamo da soli, erano giocattoli anche complessi e tanto più usavamo la fantasia per costruirli, tanto più erano complessi ed elaborati.
Oggi c’è in commercio una grande scelta di giocattoli, di tutti i tipi, ma inizia ad essere rara la fantasia nei bambini, possiamo dire questo, perché costatato con tanti nipotini che abbiamo e di varie età, quello che predomina, è il realismo, pochi fanno magari di una scatola di cartone un bel garage per le macchinine, ricordo che quando lo feci ad un nipotino, se lo portò a casa e getto quello acquistato già bello e pronto, perché diceva che il nostro era più bello, ma quello fu solo un caso, non lo portò a sfruttare e ricercare la fantasia che serve a fare di una zucca, una carrozza per principesse.
Anche i vari telefilm sempre per bambini, che si vedono in varie TV, usano la fantasia risicatamene e sfruttando ciò che è reale, come computer, telefonini o cose simili, che permettono di realizzare cose fantastiche, ma la fantasia è relegata alla realtà.
È appena iniziata, una serie televisiva su Italia 1 dal nome H2o, dove tre anche carine ragazze, per una magia della natura, diventano sirene al contatto con l’acqua, era tanto che non vedevamo premiata la fantasia senza gli elementi della realtà, diventare delle sirene che da sempre hanno occupato la fantasia di navigatori, di viaggiatori e di racconti di vecchi lupi di mare, riportata ai giorni d’oggi.
Non sappiamo come sfrutteranno la fantasia nelle prossime puntate, siamo solo all’inizio della serie, ma crediamo che siano storie fantastiche che ai giorni d’oggi mancano ai bambini e non da esperti ma da osservatori di nipotini, vediamo che chi ha più fantasia tra i nostri nipotini, è attratto da serie televisive della mia generazione, come Pippi Calzelunghe, come Topolino, Pluto, Pippo e molti altri personaggi di fantasia della mia generazione.
Mancano veramente, le fiabe dove e come i protagonisti della trasmissione: la melevisione su rai 3 facciano sentire tutti potenziali principi o principesse, pensiamo che veramente manchi qualcosa alla crescita dei più piccoli, del resto vediamo che quella che anni fa, era avventura e scoperta di territori per gli adolescenti, oggi sia diventata avventura all’annientamento con droghe, branchi e molto di peggio.
Non conosciamo il meccanismo che imbrigli la fantasia dei più piccoli, se sia colpa degli adulti, in genere si da colpa alla società e forse questa volta a ragione, la società in cui viviamo viene rappresentata da belli, da posti giusti da frequentare con i vestiti giusti e gli accessori giusti da indossare a prezzo di rimanere isolati e a quel punto per sollevarti devi fare leva sulla fantasia, sul fatto che nella fantasia il protagonista sei tu, allora è vero che la fantasia serve e può far vivere meglio e più fantasia cerchi e trovi, meglio vivi, trovandoti a sognare sì ad occhi aperti, ma vivo e mai clone di altri.
Noi tre, dalle nostre esperienze, abbiamo appreso che si possano fare sogni di gruppo, in collaborazione, forse è un caso che siamo simili in questo, quindi ci troviamo perfettamente d’accordo e giochiamo con la nostra fantasia a costruirci la realtà che viviamo quotidianamente, il nostro sogno, chi conosce il nostro blog lo conosce, quindi Zerodieci ha scritto una poesiola sui nostri sogni, elaborati dalla nostra fantasia.
Gronchi Rosa: !


Il sogno pratico
Mentore
O menzognero
Nell’onirico è vero

Parlo, guardo, tocco
E lo vivo
Per davvero

Mi spoglio di quel trucco
Che porta
L’uomo vero

Che serve
A dir quest’uomo
È un piedi a terra

Il sogno
Io lo vivo
Lo porto su sta terra

Illumino
Col sogno
Il tempo più reale

Lo vivo
Ad occhi aperti
A dispetto degli esperti

Che dicono
Che i sogni
Son solo fantasie

Il sogno
Quello mio
È poter tornar da DIO

Da li
Nasce il bisogno
D’impratichire il sogno

Zerodieci

martedì 22 aprile 2008

non vogliamo chiamarlo buonismo

Ieri sera, ad otto e mezzo, su la 7, si discuteva del perché del disastro politico della sinistra arcobaleno e il governatore della Puglia, Niki Vendola, ha illustrato la sua visione dei fatti, molto complessa.
Pare quasi, che la sinistra e includiamo anche quella di centro, abbia scordato i lider storici, come Berlinguer ad esempio, loro avevano dei nemici, anche tra gli amici, che sia questo che manca ai politici di sinistra? Loro oggi sono amici, non importa se esiste un problema creato da una parte della popolazione, l’importante per loro è accarezzare oltre chi subisce il problema, anche chi lo provoca.
Sono dei veri sacerdoti, come se a loro spetti la facoltà non di mediazione e quello sarebbe onorevole, neanche di pacieri che sarebbe altrettanto onorevole, ma di legittimare, non importa cosa o chi nella fattispecie, ma l’esistenza.
L’esistenza dei problemi, quella la scansano, la nascondono, la rifuggono legittimando così l’esistenza, magari della sicurezza, è giusto che esista, della povertà, è giusto che esista, della scuola decadente, è giusto che esista, del protezionismo sindacale, è giusto che esista e quindi pare che sia giusto che esista anche il centrosinistra, ma al voto sono stati quasi cancellati.
Il nemico o problema, va affrontato non accarezzato con proclami che prendono in giro chi lo subisce, uno molto più importante di noi, disse: “chi non è con me è contro di me” riconoscendo un oppositore, un contrario è possibile che voi siate così duali con la vostra anima? Non prendo l’esempio di chi diceva che era onore l’avere nemici, ma di sicuro bisogna assumersi la responsabilità di averne e non vanno rifuggiti i nemici.
Nel mondo, ci sono buoni e cattivi, chi volete difendere? E soprattutto chi volete rieducare? Voi ci provate, a rieducare la coscienza altrui, con discorsi a volte ineccepibili sulla moralità, ma la vostra di moralità quale è? A noi sembra equivoca, si confonde.
È vero che votano tutti, ma gli oppressi metaforicamente parlando, non si sentono rappresentati da chi è duale.
Insomma, da che parte state? Chi siete in realtà?
Gronchi Rosa: !

lunedì 21 aprile 2008

"Nel nome del padre"

È possibile, che noi tre, siamo così sciocchi da infilarci in una vicenda come stiamo per fare? La risposta è sì! Sì, perché come diceva una canzone di Giorgio Gaber: “libertà è partecipazione” e noi sentendoci liberi da tutti i vincoli, anche quelli economici, (non scriviamo per soldi) liberamente e con follia immaginaria, ci sentiamo partecipi di un evento che sta per accadere a Roma, ovvero la cessione della as. Roma.
In tempi non sospetti, in un nostro post, scrivemmo che volevamo sentirci liberi di poter mangiare pane e porchetta in curva sud e lo ribadiamo, consapevoli che oltre a essere indigesti, potremmo anche essere veggenti.
Pare che degli arabi, siano interessati all’acquisto e questo per noi tre diventerebbe un problema insormontabile, a quel punto smetteremo di tifare i colori della magica e questo non per fanatismo, razzismo o cose che ci potrebbero essere imputate, ma per “libertà” libertà di poter esercitare un credo religioso senza tornare nelle catacombe, Roma è stata conquistata dal cristianesimo, a suon di martiri è oggi la sede papale, nel mondo è la capitale della cristianità.
Sono molti i calciatori che entrando in uno stadio stracolmo, si fanno il segno della croce liberamente, senza essere spinti o ostacolati dalla società e della squadra e dalla società civile.
Quanto questo potrà essere liberamente ancora fatto? In molte zone arabe, non è possibile fare questo.
Roma ha realmente una identità giudaico cristiana, Roma ha combattuto anche il rappresentante principale di quella identità ovvero il papa, cercando la libertà con i carbonari, anche essi nascosti e segreti, vorremmo sentirci liberi dal fanatismo, magari in vendita ma sempre non diventando schiavi del fanatismo.
Quanto un arabo possa credere che tutte le religioni pregano lo stesso DIO? Anche se la fantasia umana lo fa apparire diverso a seconda delle razze? Il calciatore, che entrando in campo si fa il segno della croce, chiede a DIO assistenza e perché dovrebbe darla se messa al servizio di altra religione così diversamente propagandata? Noi tre speriamo nella comprensione araba, che la posta in palio è altissima, finche la religione mussulmana è preda del fanatismo.
Gronchi.Rosa: ! irriverente, ma leale

sabato 19 aprile 2008

La "vita" dieci Km in "SUA" compagnia 5 p.

Un giorno a DIO !
Mancarono servi al suo servizio
Così cerco due anime terrestri
Rapite in sogno
Per le richieste di raccomandazione

Ne scelse una figlia di signori
Di quelle in fila a battersi nel petto
E l’altra presso un oste alla fraschetta
Con l’aria di un barbon pagato a peso

Così chiamato il primo al SUO cospetto
Gli chiese per chi egli garantisse
Per occupare i posti in Paradiso

Il figlio di signori prese atto
Che bisognasse essere perfetti
Per occupare i posti nel SUO REGNO

Non ci pensò due volte e disse
Mamma , papà , mia moglie e mio fratello
Son tutti come me non c’è di meglio

Il cancelliere al fianco del SIGNORE
Incise tutti i nomi in un librone
E fece entrar dal GIUDICE il barbone

Stessa la richiesta che fu fatta
Pe i posti resi vuoti in PARADISO

Lui rise e disse : semo matti ?
Non garantisco manco pe me stesso
E tra quelli che conosco non c’è giusto
Che possa esse all’altezza de sto posto

Così intervenne DIO e disse bravo !
Tu certo si stai un pezzo avanti
Dovresti anda a spiegarlo a tutti quanti
Che IO SON sempre DIO e ME li creo
I servi sani per servire il REGNO

Puoi dire pure a tutti quanti
Che non c’è posto per raccomandati
Ho ancora gli occhi buoni e me li scelgo
Ma pure a guardar bene ne son pochi
Di esseri all’altezza di sto REGNO

Così gli disse pure : va tranquillo
Ti faccio ricordar di questo sogno
Così puoi certo ritrovar la strada
Per ritornare presso il mio cospetto .
ma adesso ti prego non applaudire, mi basta sapere che ti piacciano e non se siano esatte od errate le tesi delle mie poesie, che poi nemmeno possiamo chiamare poesie, per non offendere i poeti - Maurizio dette una pacca sulla spalla di Gabriele, con il sorriso sulla bocca e accortosi che si iniziava ad intravedere il paese più a valle, lo indicò a Gabriele allungando il braccio, poi prese a dire - certo è vero, che hai dovuto sopportare il non comprenderti degli altri, ritrovandoti di fronte agli psichiatri, ma il tuo pacifismo ti ha fatto superare tutte le situazioni critiche senza grandi problemi - - no! Ti prego non darmi del pacifista, non mi ci riconosco in quelli che oggi si definiscono pacifisti e sfilano nelle strade, proprio non mi ci riconosco e questo è un tema che non voglio toccare, perché troppo confusionario, io preferisco essere: pacifico - Maurizio capì cosa intendeva Gabriele e sorridendo cambiò discorso - conosci un posto dove si mangia bene al paese, vorrei offrirti un buon pranzo se arriviamo per tempo, cosa che dubito visto che ce la stiamo prendendo comoda e siamo ancora a metà strada, guarda si vede ancora in alto il monastero e guardando in basso si intravede il
paese - - io ho un piccolo appartamento in paese, quindi ti offrirò un buon piatto di spaghetti, sai non ho saputo rinunciare proprio a tutto, mi faccio arrivare dei pacchi da casa con quello che non trovo qui - e Maurizio riprese - allora non te la passi proprio male, riesci a vivere bene in questa vita - Gabriele fece una smorfia e - dovresti saperlo, anche se so che vuoi prendermi in giro, economicamente sto più che bene, una grande vincita mi ha risolto molte situazioni, anche perché di punto e in bianco mi sono ritrovato senza lavoro e tutte le strade mi venivano chiuse, per molti anni ho dovuto fare rinunce e sacrifici, ma non è stata quella la cosa più drammatica, però dai non parliamo di ciò che mi è accaduto in tutti questi anni, come hai potuto notare io non ti ho fatto domande e forse questa è l’unica occasione che ho di rivolgertene in questa vita, quindi dimmi sono così lontano da ciò che tu vedi in noi e di noi su questa terra? Se puoi rispondermi ti prego rispondimi - per la prima volta Maurizio si tolse il cappello, da quando erano usciti dal monastero, divento serio in volto ed anche il tono della voce cambiò, tornò quello del maestro d’armi che ricordava Gabriele in un film - tu non puoi sapere, è questo il patto che ho stipulato per trarre in salvo il mio popolo, i fedeli i veraci, devi combattere il male senza sapere, rimanendo nell’ignoranza, un giorno, quando saprai, probabilmente ci resterai male, ricorda Giobbe anche lui fu dato in potere del male nell’assoluta ignoranza di ciò che gli accadeva intorno, il significato della tua vita, probabilmente passerà inosservato su questa terra, ma il “Resto” te ne sarà grato, per te non deve avere nessuna importanza cosa io penso dell’essere umano, della sua totalità e quale conto io presenti loro - Gabriele un po’ sconsolato dalla risposta disse a Maurizio - mi aspettavo questa risposta , speravo ma l’aspettavo,
sai , da sempre ho sofferto l’isolamento da VOI, la solitudine e scrissi anche una poesia, perché tutto rimaneva solo nei miei pensieri, voglio recitartela, è per te:
Io sono

dalla padella alla brace

Non è una novità, il fatto che esprimiamo giudizi poco positivi sui politici italiani, su coloro che sono preposti a governarci e con nostro rammarico, non ce lo fanno cambiare nemmeno le: “onorevoli ragazze” titolo della trasmissione otto e mezzo di questa sera su la 7.
Parlano con frasine tratte dai loro libricini appena sfogliati, senza personalità, senza idee proprie, senza un minimo di sfacciataggine ai loro capi.
Per la precisione, se la memoria di uomo non ci inganna, erano la on. Lorenzin Beatrice e la on. Madia Marianna, una di centrodestra e l’altra di centro sinistra, si parla di uomini politici e di donne politiche, senza un minimo di rispetto per l’umanità, che contempla tutti e due i sessi, con tono di rivalsa, forse i loro libricini sono presi dalle piazze del sessantotto e la Armeni ne va fiera.
Peccato che otto e mezzo abbia perso Ferrara, maschio al punto giusto, anche antipatico ma maschio.
È una provocazione, la nostra sì ma provoca più l’intelligenza il fatto che donna o giovane debba essere meglio, certo meglio di ciò che presenta il nostro parlamento, è anche probabile, ma secondo noi tutto ciò che appare è solo il migliorare il peggio già visto.
La povertà di idee, sicuramente si eredita a scuola e i giornali sono pieni di pagine su come gli studenti siano somari, la dimostrazione pratica viene dal fatto che ciò ha impoverito anche economicamente l’Italia, e non per il fatto che in parlamento ci sono state poche donne.
A nostro avviso: donne siete povere come del resto tutta la politica italiana e come prevediamo ci impoverirete ancor di più.
Gronchi Rosa.

casualmente o mente-casual

Appunto casualmente, oggi ci è tornato l’occhio sulla rubrica: pagine di vita de: Il Messaggero, dove la Franca, francamente ha svelato il suo nome Fabiana? “C’è chi dice no!” e ci svela “pagine di vita” finora impensabili per lei, ne siamo felici! Siamo felici, perché l’uomo da lei conosciuto, risponde a tutti i contrari degli uomini da lei conosciuti, quelli che recitano: “L’Uomo” brava Fabiana, c’è l’hai fatta: AUGURI per il futuro.
Poi c’è zio Soros, tutti abbiamo uno zio americano ricco, tanto da poter realizzare i nostri sogni e noi romanisti abbiamo zio Georg Soros, che sposando la causa GIALLOROSSA, ci fa felici, senza nulla togliere al signor Sensi.
I laziali, quelli stanno arrabbiati, non ce vonno crede! Che la Magica Roma fa gola all’americani coi dollari.
Una osservazione saggia, mi è apparsa su il messaggero, perché i calciatori stranieri stanno bene? E perché anche un presidente straniero non può star bene e far bene? La risposta è semplice: zio Soros, dacce na Roma magica e i Conti tornano.
Ci andava di scrivere, per sentirci vivi e chissà che a qualcuno faccia rabbia?
Gronchi Rosa: !

giovedì 17 aprile 2008

IL piano-forte terapeutico

Aspettando che l’Italia venga prontamente presa in cura dal dottor Hous, ci riserviamo alcune legittime interpretazioni.
Appare, imponendosi anche al suo staff, che questa volta abbia sotto mano la situazione, o per meglio dire il malessere, affinché la diagnosi sia non solo scaturita da logiche di parte, ma da un’accurata visita, elaborata con tutto il suo staff e con l’orecchio al paziente Italia che espone i suoi malesseri.
Bisogna dare atto al dottor Hous, che la caparbietà è il suo forte e pare, che si avvierà a scelte impopolari, avendo ben in mente la terapia.
A questo punto della situazione, ci si deve domandare, se la cura sarà di sopravvivenza, oppure se al contrario con quelle che vengono chiamate scelte impopolari, chiedendo anche un probabile sacrificio al paziente, sarà una cura per la totale guarigione? Il o per meglio dire la paziente, è quasi condannata alla paralisi, si nutre con difficoltà e parte dei sui pensieri sono per l’eutanasia, che si vive a fa se nutriti con il sondino? Cinico, spietato ed arrogante, vogliamo vederti così se hai la diagnosi in mente, lo sbaglio fa parte del mestiere, le terapie per sopravvivere già le conosce la paziente.
Però ed è importante, quel cinismo vorremmo vederlo anche nei confronti della ricchezza, dei belli, degli snob!
Siamo solo alle prime lastre e quindi vorremo che la diapositiva, sia anonima, cosi che la cura sia solo ed esclusivamente indirizzata alla paziente Italia e non per salvare solo alcuni organi della paziente.
Gronchi Rosa: !

mercoledì 16 aprile 2008

Altro giro, altra bambolina


Nel dizionario, l’arcobaleno viene descritto come un fenomeno ottico che si sprigiona o dopo la pioggia, oppure vicino ad una cascata.
Ieri sera ho scattato questa foto e dando un po’ di parola all’immaginazione e prendendo il fenomeno come un segno, la domanda è pertinente per la nostra Italia: “ha smesso di piovere e quindi riprenderemo la vita con serene situazioni, oppure siamo vicini ad una cascata totale della nostra Italia? Attendiamo con ansia segni chiarificatori.
Gronchi Rosa: !

martedì 15 aprile 2008

Riuscissi a bere qualche cosa...

Pare che … in Italia qualcosa sia cambiata nella politica, pare che… ci sia trionfalismo, pare che… sia arrivata l’ora della riscossa.
Ce lo auguriamo tutti e pensando alla pubblicità della Wind con Aldo Giovanni e Giacomo, vediamo l’Happy Hour iniziato e avendo invitato anche tutti gli italiani, speriamo che chi come nella pubblicità si traveste da super eroe, riesca a farci bere qualcosa, al contrario di Aldo che rimane a bocca asciutta.
Loro tre, nella fantasia umoristica, riescono sempre ad essere al passo con i tempi e questa volta, ci auguriamo che sbaglino, Buon Lavoro e attendiamo di bere.

La "NOSTRA" scuola dell'obbligo

Per molti, come per noi tre, la scuola dell’obbligo può essere stata fatta con fatica, noi tre che nei compiti in classe al massimo prendevamo un cinque, sempre con la testa tra le nuvole e innamorati di teorie stravaganti.
Sarei felicissimo di leggere oggi quei temi e poter costatare che delle idee di allora, poco sia cambiato e chissà forse nulla, però eravamo dei dissociati, dalle comuni interpretazioni di storia o di illustri personaggi da studiare e magari da esporre in compiti in classe.
Da questo, ci è nata la consapevolezza, che l’insegnamento, dovrebbe essere la prima materia da insegnare, ovvero insegnare agli studenti tecniche di insegnamento, affinché diventino insegnanti di loro stessi.
Le tecniche di comunicazioni, sono per lo più sconosciute anche agli insegnanti e allora? Come poter imparare a comunicare con chi comunica diversamente dalla normalità? Studiosi e soprattutto persone di buona volontà, anno studiato modi per comunicare con muti sordociechi, con animali, insomma con esseri fuori dalla normalità, da li, è facile comprendere che la stessa cosa possa essere comunicata diversamente e che una stessa frase, possa significare cose diverse a seconda dei soggetti.
I soggetti a cui ci proponiamo con i nostri post, nascono da una forma di follia immaginaria, ovvero l’esistenza di fedeli servitori di DIO, che non necessariamente siano riconoscibili, ma proprio perché fedeli, nascosti nell’isolamento della segretezza.
Follia immaginari, per l’appunto e come tale la trattiamo, niente di concreto, reale o verificabile, quindi rimaniamo consapevoli che pubblichiamo post al vento, il vento porta a sua volta i nostri post a coloro cui immaginiamo di rivolgerci, ho detto molto in questa frase, ma sicuramente solo per il vento.
Ci illudiamo che persone prima di noi, abbiano avuto tale follia e che persone l’hanno o l’avranno, quindi proprio per questo motivo pubblichiamo, affinché le nostre esperienze e di folli utopie, trovino utilità, ma anche questo, rimane nell’immaginario, senza verifiche.
Anche per questo pseudo lavoro abbiamo dovuto fare una scuola, dell’obbligo, per l’esattezza, abbiamo dovuto studiare le nostre depressioni, la nostra pazzia sana e tutto ciò che ci circondava nella follia di immaginare ciò.
È stata una scuola per lo più dolorosa per la nostra psiche, con un insegnante misterioso che si è appropriato del nostro cervello, della mente e delle espressioni del nostro corpo, sempre con follia immaginaria, riteniamo l’insegnante: DIO.
I nostri studi, li abbiamo descritti in mille modi, con poesie, con post, con tecniche imparate negli studi da LUI dateci, quella scuola è purtroppo per pochi e sempre in quella scuola, abbiamo imparato a sentirci ultimi, ma non per stato di inferiorità, ma semplicemente, perché il più grande deve servire il più piccolo.
Così che al nostro servizio, senza paura di bestemmiare, abbiamo DIO stesso, ci serve intuizioni, traduzioni da altri modi di comunicare, gioia anche nelle situazioni poco felici e tutto quel mondo immaginario che crediamo esista.
È un scuola, purtroppo a cui è difficile sottrarsi, perché ne si è tanto affascinati quanto intimoriti e sempre con illusione immaginiamo di svolgere un lavoro a LUI molto prezioso, più delle sapienti guide religiose dei nostri giorni, abbiamo la folle consapevolezza che siamo addetti agli inviti alla SUA mensa, quella che è nella SUA casa.
Non giudichiamo, rimettiamo tutto nelle sue mani, noi ce le laviamo, in questo siamo spietati come i nostri nemici, non raccomandiamo nessuno a LUI, nemmeno noi stessi, non intercediamo, ogni anima deve subire il giudizio e non facciamo miracoli, li chiediamo a LUI pregando.
Sono molte le forme di pazzia e quindi è con immenso piacere che se qualche nostro post, possa essere d’aiuto a chi accusa quella che abbiamo vissuto noi a schiarire le idee, ben venga.
Gronchi Rosa: !

lunedì 14 aprile 2008

siamo costruttori del nostro dimenticatoio

Un film di tanti anni fa, si intitolava: “Mortacci” non ricordo il regista, ma il film diceva, che i morti, rimangono dispersi sulla terra fin che tanto qualcuno li ricorda e quindi per trapassare, l’anima deve essere dimenticata da tutti.
Stando alla tesi del film, noi tre: “Siamo tranquilli” ed aggiungiamo felici della teoria, già perché chi volete che si ricorderà di noi tre il giorno dopo che moriremo? Nessuno ci conosce, se non qualche strano elemento che legge il nostro blog, ci siamo ispirati un po’ a Pasquino, con il dovuto rispetto per Pasquino, volendo rimanere anonimi e spesso lo siamo anche a noi tre.
Una pubblicità che appare se non sbaglio della BASF o cosa simile, dice: “contributo invisibile, successo garantito” ci piace molto e ci illudiamo di dare un contributo alla semplificazione dell’irrazionale che illustriamo nei nostri post, spesso pare che scriviamo scriteriatamente, cose prive di senso e proprio quello, ci porta a crederci utili, proprio nella nostra caotica scrittura di cose incomprensibili anche a noi.
Tutti hanno paura di essere intercettati, ci sono calciatori e allenatori che parlano mettendosi la mano davanti alla bocca, probabilmente per paura di fare figuracce, mentre ieri, Totti ha lanciato un simpatico e genuino: “Mortacci” a qualche suo amico sulla tribuna, senza disagio, perché era simpaticamente amichevole, con il sorriso sulla bocca e privo di volgarità cattiva, ma di volgarità appartenente solo a chi non ha nel cuore la cattiveria.
Così ci è apparso ieri, così ci illudiamo di essere, privi di cattiveria anche quando siamo severi con le critiche e posso garantire che siamo severi anche e soprattutto con noi stessi.
Noi tre, non ci crediamo pane per platee, ma forse più per psichiatri, abbiamo fatto dell’illusione, anche una ragione di vita.
Gronchi Rosa: !

sabato 12 aprile 2008

cercasi lavoro da addetto alle vettovaglie

Effettivamente è vero, anche noi tre abbiamo un desiderio che esprimiamo, per esempio ieri sera, abbiamo mangiato il primo gelato della stagione e alla fragola, frutto che non mangiamo mai, facciamo dei piccoli fioretti, come quello di non parlare di politica durante le elezioni e tornando al desiderio, al primo assaggio del gelato abbiamo chiesto di: poter baciare i piedi di DIO.
Da pazzi, come potrebbe avverarsi tale circostanza e poi a noi tre? Già cerchiamo raccomandazioni, follemente convinti, che prima o poi ci sarà la resa dei conti.
Luciano Ligabue, disse in una intervista che la fine del mondo, vorrebbe vederla in TV e per ciò scrisse una canzone a tema, noi tre invece vorremo essere partecipi, essere parte in causa, non so del tipo: incaricati alle vettovaglie del suo esercito o cosa simile.
Valutando ciò che si vede nel mondo, profeti veraci ce ne sono pochi, quindi sappiamo ed abbiamo la consapevolezza che nessuno possa raccomandarci per tale lavoro.
Che sia questa la via, essere consapevoli che non possiamo essere raccomandati se non da DIO stesso?
Gronchi Rosa: !

semo regazzi, "fatti" cor pennello...

Vorremmo concludere, la settimana dedicata alla nostra: “Magica ROMA” con animo e stile romanesco, sperando di non essere fraintesi, ma presi scherzosamente con lo stile proprio della romanicità teatrale.
Si legge sui quotidiani romani, che inizia ad essere una vera trattativa tra le parti, oltre che un interessamento alla as Roma e i quotidiani, ci hanno nei giorni precedenti, illustrato gli interessati all’acquisto.
Già in altre occasioni, noi tre abbiamo criticato il fanatismo e ci auguriamo premettendo che non conosciamo meglio di come ce li hanno descritti i quotidiani, le persone a cui facciamo riferimento che la nostra Magica Roma, rimanga fuori dagli schemi del fanatismo.
Nella campagna elettorale, si è potuto ascoltare politici che proponevano giuramenti ad altri politici, affinché tranquillizzassero altri politici che di conseguenza consideravano giuramenti già fatti (insomma una vera e propria stupidata).
Il fanatismo è poco bello e quindi noi tre, vorremmo solamente poter continuare a mangiare: pane e porchetta in curva sud, serenamente, senza sentirci discriminati, non dagli sfottò genuini che fanno parte della tifoseria, ma dal fanatismo scellerato.
Può sembrare una provocazione, ma ripeto, lo spirito è genuino, del resto può informarsi chiunque chi e perché è l’autore di una frase molto amata dalla popolare gente romana: “nun c’è trippa pe gatti”.
Non vogliamo promesse, o giuramenti come nel caso su illustrato, ci basterà la semplicità e la genuinità, se poi accompagnata da folcloristico umorismo, potremmo brindare col vinello de Frascati, perché: “ è mejo er vino, de li castelli, de questa zozza società!” (canzone popolare romanesca).
Gronchi Rosa: !

venerdì 11 aprile 2008

il caffè del "risveglio"


Abbiamo un difetto, noi tre romanisti: non abbiamo er pelo ar core! Quando si parla della: “MAGICA ROMA” ci sfiora l’estasi.
Modo un po’ creativo per dire che sta accadendo qualcosa di impensabile qualche anno fa, qualcosa che a nostro pensare è straordinario, la nostra “MAGICA” ha degli innamorati, degli spasimanti e non spasimanti qualsiasi, ma delle vere e proprie corti che chiedono di sposarla, lei quella che era la cenerentola, quella che ha visto avvicendarsi, presidenti straordinari e innamorati a presidenti calcolatori del loro ego, oggi e non lo scorderemo mai, è nelle mani di un: innamorato “pazzo” della MAGICA, l’ha difesa con il coltello tra i denti e oggi, avendola cresciuta come una principessa, può permettersi di darla in sposa, alla corte più prestigiosa a suo giudizio, cosa che tempo fa alcuni ci illustravano la MAGICA; come una palla al piede.
Per tutti, viene il giorno del riscatto ed oggi è della famiglia Sensi, proprio per questo il vero tifoso, oggi non può nel modo più assoluto, parteggiare per l’uno o per l’altro spasimante, deve solo inchinarsi alla decisione di un buon padre di famiglia.
Non ce ne vogliano i vari spasimanti, ma speriamo che comprendano che dare in sposa una figlia, è veramente doloroso.
Questo dovrebbe essere preso da esempio, che amministrare una qualsiasi attività con amore può portare l’attività alla valorizzazione anche d’immagine di una squadra di calcio che porta tutta una città ad essere inorgoglita e a proposito ci viene in mente l’Alitalia che a SUO TEMPO ERA D’ORGOGLIO, mentre oggi è una palla al piede.
Vogliamo illuderci delle trattative serene, magari di fronte ad un caffè, senza core ingrato da nessuna parte, anche perché, bisogna riconoscere che se oggi la MAGICA viene chiesta in sposa, è perché qualcuno curandola, l’ha presentata al ballo delle debuttanti come una principessa.
Siamo consapevoli, che parlando della MAGICA, siamo ripetitivi e probabilmente noiosi, ma ciò che ci fa evadere dalla quotidianità, ci è molto caro, quindi vorremmo che il finale sia: e vissero felici e contenti, anche se gli spasimanti si ritirano, gli amori si sa, vanno e vengono, ma ciò che a noi tifosi ci rimane è il colore giallorosso a cui auguriamo di esse coccolato da un innamorato.
Gronchi Rosa.

giovedì 10 aprile 2008

Il passaggio del "testimone"

Questa mattina, nelle pagine sportive de: “Il Messaggero” fa spicco, l’articolo: “Roma ecco l’americano” il Perry Mason del Coonecticus.
Crediamo, che un vero romanista, prima di leggere il resoconto della partita di ieri sera, sia stato come noi tre preso alla lettura dell’articolo, dove si parla di due signori con molto rispetto e correttezza.
Noi tre, ricordiamo che nel momento peggiore della storia della nostra Roma, qualche anno fa, si parlava di alcuni russi sempre vogliosi di acquistare la as Roma e ciò che allora leggevamo e come venivano presentati, anche se molto ricchi per un rilancio della squadra di calcio da noi tifata, ci portava a sperare di poterla tifare nelle mani dei Sensi, anche se retrocessa in serie B, apparivano foto sui giornali piuttosto sfocate, come del resto tutta la trattativa in corso.
Noi siamo tifosi e per cui vorremmo vedere la nostra bandiera giallorosa, nelle mani di chi possa prenderla a cuore e questo ci appare dalle illustri persone, di cui si parla nell’articolo.
Detto ciò vorremmo e lo faremo, avere un nuovo motivo per continuare a sognare un futuro migliore per la squadra di calcio, affinché giornate come quelle di ieri (tutta euforia) possano nel futuro portare anche soddisfazioni di trionfo, con questo, siamo consapevoli che la famiglia Sensi ci abbia donato molto da parte loro, giornate come quelle di ieri continueremo a viverle fino alla fine dal campionato di calcio e di questo dobbiamo ringraziare coloro che oggi possiedono la nostra cara Roma.
Ricordo un film, di cui non ricordo il titolo né l’attore, che per vedere una finale del campinato di baseball, evase dalla prigione da cui era detenuto, questo significa tifare con il cuore, avere quel pizzico di follia che ti porta a fare cose sconsiderate, sempre però nel rispetto della legge, ricordo anche il film: “I mostri” dove Vittorio Gasman impersonava un tifoso romanista e che tifoso.
Purtroppo una buona parte delle tifoserie, grazie ad una partita di calcio, riesce se non altro per la durata dell’incontro ad evadere la quotidianità spesso triste e faticosa, poi dura per tutta la settimana la malattia del tifoso, sfottò pronostici e speranze, tutto racchiuso nella fede ad una squadra di calcio e ai suoi colori.
Benvenuti a raccogliere l’eredità di chi ai colori giallorossi ha dato molto o se non altro quello che poteva, con un calcio che gestirlo è diventato sempre più oneroso e difficoltoso, noi tre da tifosi romanisti, ci auguriamo che sentiate il peso delle speranze dei tifosi, che non diventi solo una impresa economica, ma che possiate apprendere dai Sensi se già non siete così, l’essere tifosi di una squadra che purtroppo la storia vuole in una città che dominò il mondo.
Gronchi Rosa: tifoso romanista!

p.s. iniziate anche Voi a soffrire insieme a noi per vincere il tricolore.

mercoledì 9 aprile 2008

Per noi sei già una Regina

Ai giorni d’oggi, andare in trasferta, è divenuta una necessità, lo è per i ricercatori che trovano fuori dall’Italia possibilità di lavoro, lo è oltre che per altri, anche per la “Magica” che in trasferta, dovrà fare qualcosa di straordinario per tutti i suoi fan, che pur rimanendo in sede, gli si stringono intorno e applaudendola da casa, cercheranno di dare alla “Magica” quel qualcosa in più affinché possa pretendere al titolo di regina d’Europa, cosa che le auguriamo.
Pare in trasferta, anche un americano, o almeno qualcuno per lui, che sonda la possibilità di acquistare la as Roma dai Sensi.
A Roma, per essere precisi un americano che si sentiva in trasferta già lo abbiamo avuto e lo abbiamo anche amato, ricordate l’Albertone nazionale? Purtroppo a lui lo aveva fregato la malattia, quella stessa malattia che lo rendeva straordinario: l’americanite, malattia che molti vorrebbero attaccare ai tifosi della as Roma.
Siamo piuttosto scettici al fatto che qualcuno possa soffrire di: italianite e per la vita che si svolge in Italia, quindi speriamo che se esiste qualcuno che vorrebbe acquistare la as Roma, lo faccia con il sentimento di amore o se non altro stima per la as Roma, che possa tramutarsi nel diventare tifoso della as Roma come chi lo ha preceduto, è un augurio che noi tifosi ci facciamo.
Tornando alla trasferta della “Magica”, vogliamo sperare che non rimanga vittima di stato d’inferiorità, trovando tanta perfezione e precisione nei meccanismi altrui: tutto è migliorabile e la tua presenza, potrebbe essere la cosa migliore che cercavano, affinché un’incontro diventi evento: “CIAO Magica fatti ammirare per ciò che sei nella Realtà”, semplicemente perfetta!
Gronchi Rosa: !

martedì 8 aprile 2008

il buon umore ti sia vicino

Siamo in pausa pranzo e vogliamo giocare con il commentatore o la commentatrice del post di ieri, visto che non abbiamo altre stupidaggini da scrivere e forse come si dice a Roma: “niente nuove, buone nuove” vuol dire che tutto procede bene e ne siamo felici.
Devi sapere, cara lei, ciò che noi speriamo è di avere delle ammiratrici, anche se ci fanno piacere anche gli ammiratori e quindi caro lui, commentatore del post di ieri, che dalle nostre parti, quando non si capisce bene ciò che altri dicono, si risponde: “ a te e tutti quelli che abitano al palazzo tuo” per non parlare di Roma poi, che in quelle stesse circostanze si risponde: “e de tu sorella” questo perché, perché si ha il sospetto che ciò che non si è capito, possa essere una offesa.
Ad intuito, noi tre anche se tontoloni, capiamo che il commento sia positivo e quindi lo contraccambiamo folcloristicamente con le frasi su dette, perché ringraziamo e contraccambiamo.
Siamo una sezione di Italia che fa del folclore una costante della vita, anche perché è già molto triste ciò che ci offrono: politici, televisioni con i loro programmi stupidi e tristi, quindi cerchiamo il buon umore disperatamente e cerchiamo di trasmetterlo agli altri.
Esiste anche dalle parti tue, il detto: “gente allegra DIO l’aiuta?” mai intristirsi, anche di fronte alle difficoltà che la vita ci porta.
Abbiamo un commento per te: “i fiori del tuo blog sono bellissimi”.
Un onda di petali ti avvolga: Gronchi Rosa: !

il nostro motto? orat e ignorat

Hello. This post is likeable, and your blog is very interesting, congratulations :-). I will add in my blogroll =). If possible gives a last there on my blog, it is about the Flores Online, I hope you enjoy. The address is http://flores-on-line.blogspot.com. A hug.
7 aprile 2008 19.04
S.O.S. cercasi traduttore per ignoranti come noi.


Peccato, alla nostra ignoranza linguistica, alla nostra ignoranza informatica: non sappiamo usare i programmi di traduzione, siamo veramente imbranati e patentati all’isolamento, chissà forse abbiamo un brutto virus? Quindi vorrei rispondere al commento ricevuto al post precedente a intuito con una proposta, per favore, puoi scriverci in italiano o in italico? Anche perché commentando il nostro post, dimostri di conoscerlo meglio di come noi conosciamo l’inglese! Ti ringrazio e ti prometto che visiterò il tuo blog, e se riuscirò ad imparare ad usare un programma per traduzioni, immaginando che sia in inglese lo leggerò quanto prima.
Chissà, forse è vero, che ci fa dei complimenti, come noi tre a senso intuiamo dalle parole del commento, non avendo neanche un dizionario di inglese, ma solo il nostro (se lo abbiamo e ci illudiamo di sì) sesto senso, ci piacerebbe molto intraprendere con altri blog relazioni di scambio di idee e poter commentare altri blog, ma non lo facciamo, perché non ci è mai stata data l’opportunità, essendo noi piuttosto critici, restiamo convinti delle nostre tesi, idee e continuiamo ad immaginare quella famosa isola che non c’è, siamo piuttosto bizzarri e illusi, ma non vogliamo assolutamente che le nostre illusioni diventino fanatismo, proponendoci come insegnanti sul banco oratorio, proponiamo solo le nostre esperienze, che ci hanno portato a scrivere ciò che chi ci segue legge.
Un abbraccio: Gronchi Rosa: !

lunedì 7 aprile 2008

Missione impossibile

Missione impossibile? Noooo! Solo pesante, vorremmo ritornare sul nostro post precedente e lo faremo con più leggerezza, perché siamo leggeri, come l’aria da cui apprendiamo, anche.
Anche che, il nostro unico Signore ci vuole bene, anche se ci da pesi non indifferenti da sopportare, anche se la follia appare invincibile, anche se i nemici ci sembrano mostri e lo sono.
Quando abbiamo iniziato a scrivere su blogspot.com, il nostro blog, avevamo delle vere e proprie motivazioni, che non sono solo quelle di mostrarci importanti, non solo quelle di comunicare ciò in cui crediamo, ma soprattutto perché credevamo che qualcuno a noi molto caro, potesse vivere ciò che noi tre avevamo vissuto in passato e lo tenemmo ben nascosto il nostro ultimo fine, ma… forse è a colei o colui che oggi è necessario rivolgersi senza tanti giri di parole.
La follia: immaginiamo e non a sproposito che siamo servi di chi ci ha creato, quindi cerchiamo di servirlo come merita.
L’immaginazione: immaginiamo che EGLI si serva di noi per combattere il male e riportare i suoi fedeli servitori, al suo cospetto.
La sofferenza: fortunatamente è solo psicofisica e non necessariamente di dolore fisico estremo.
La strategia: è la SUA, a noi non rimane che viverla per far si che EGLI ci riporti tutti a casa.
Anche la schizofrenia, può confondersi con la natura vigente, ma ciò che egli ci mostra nella mente, ci fa apparire tutto irrilevante, anche al cospetto di psichiatri che purtroppo e sottolineo purtroppo spesso appaiono più servi del male che amici e quindi pronti a combattere il male, ma ce ne sono di amici.
Appare come essere vittime predestinate di un gioco di ruolo, quando non è reale, ci si sente egocentrici, unici e in pericolo nell’insieme, ma quello è solo un fatto psicologico, solo affinché si possano vedere le differenze tra noi e coloro che frequentiamo abitualmente, perché l’elemento principale, è sempre il fatto che chi viene scelto ha una responsabilità diretta nei SUOI confronti, gli altri possono commettere tutto, mentre chi è scelto, può solo salvare con le proprie azioni, chi si è permesso tutto.
Noi tre, abbiamo anche pensato che poteva non fregarcene niente, degli altri, però purtroppo non è così che funziona, Egli sa chi e come salvare e soprattutto perché, anche senza che lo sappiamo, coloro da salvare sono stati a noi indispensabili, per la nostra esistenza.
Chi siamo? Nulla di più che parte della SUA creazione, forse a cuore di LUI, ma parte e come parte dobbiamo comportarci.
Si può non credere, però si perde l’occasione dataci e la ricompensa, che EGLI ci riserva.
Una lettura che molto ci fece riflettere, è stata la: Bagavad- gita, ci fece comprendere come DIO stesso scende al fianco dei suoi guerrieri, anche se poi la Sacra Bibbia ci ha dato tutte le risposte che cercavamo.
Con follia immaginaria: Gronchi Rosa: !


La doppia "Vita" della "Realtà"

Ricordo, nel film: “radio freccia” una scena e una battuta che diceva: “tu sta dentro che qua fuori è un brutto mondo” o cosa simile.
Verificare che il mondo è brutto è come un fulmine a ciel sereno, ti appare nelle sue espressioni più brutte, all’improvviso, quando meno te lo aspetti.
Verifichi il male nelle sue espressioni che non sono solo guerre, razzismo e violenza reali, ma nel suo infimo, strisciante e non visibile, mascherato da sorrisi e belle facce, da amicizie e falsi inchini di ammirazione.
Trovare dei “Bruto” così come lo è stato per Giulio Cesare è sempre più facile e purtroppo quando si entra in uno stato di coscienza dettato dall’altissimo, ci si accorge con intuito che spesso spaventa, che tutti nel loro inconscio, sono delle vere e proprie pedine del bene o del male.
Questo può spaventare, come successe a noi tre, ma se lo si prende giocando con l’umore leggero e disinvolto, si può dominare anche ciò che appare violento nei nostri confronti e che spesso ci annienta.
Gesù, dice ai suoi apostoli, che se interrogati non devono preoccuparsi neanche delle risposte, perché verranno dettate loro all’istante.
Questo fa capire che ci si deve abbandonare all’altissimo, non si può ne controllare ne indirizzare, perché spesso facendo ciò, si commettono sbagli che portano al dolore interiore, oltre che al fallimento dell’azione del momento.
La consapevolezza, che si acquista nel credere ciò, porta inevitabilmente al benessere della mente e dello spirito e la gioia che ne deriva è imparagonabile.
Pubblichiamo questo post un po’ sconclusionato, perché sempre come dice Ligabue in una canzone: “non so chi, ma qualcuno si sentirà così” con l’ego che barella, che porta ragione e azione a dividersi, ad essere incomprensibili l’uno dall’altro, a far stare male e con la paura.
Paura di cosa, a noi tre ci perseguitava, la paura di sbagliare, di non essere all’altezza delle situazioni, già parlammo della depressione in un nostro post, ma l’abbandonarsi ci ha prodotto azione, apparentemente ci lasciavamo andare, ma effettivamente, guidavamo il nostro io, fino a diventarne artefici.
Paura di essere qualcosa di diverso dai modelli prodotti, deve arrivare ad essere gioiosi, del fatto e qui c’è un po’ di razzismo, che essere scelti, anche per essere insignificanti nel mondo, porta alla: “VITA” quella che speriamo e di cui tutti parlano senza sapere.
Trovarsi a camminare in una strada cosparsa di calici di cristallo e camminando non farne cadere nessuno perché fragili, era la visione che ci tormentava, dovevamo agire non disperdendo nulla di ciò che già esisteva ed era fedele al Supremo, noi dovevamo semplicemente unirci e mostrare che la SUA sapienza ci aveva raggiunti.
La “nave di cristallo”, doveva sapere che chiedevamo imbarco e ci illudiamo che ce lo abbiano concesso, l’illusione è una guida illuminata da DIO.
Gronchi Rosa: !

sabato 5 aprile 2008

LA "VITA" DIECI KM. IN "SUA" COMPAGNIA 4P.

Un giorno…
…in un paese al purgatorio
c’èra un’anima distesa sotto un salice piangente
e pensava ad alta voce se èra ora ?
di lasciare il purgatorio per entrare nella luce

e continuava ancora ripetendo :
tanti anni son passati che me li son scordati
così intervenne il salice che s’èra un po’ stufato
di sentir questo tormento pure un po’ ingrugnato

e disse :
vediamo se hai studiato nel tempo che è passato
ti metterò alla prova e si saprà se è ora
di schierarti nell’esercito celeste

immagina pe un’ora di ritornar terrestre
e far da confessore a chi dopo un’ora muore
e ti racconta tutti i suoi peccati
a quel punto devi dargli l’indirizzo
di dove tu l’hai destinato
mo pensaci pe un’ora e dopo me lo dici

l’anima in attesa d’incominciar l’ascesa
pensò di certo qui ci sta un tranello
mi tocca individuarlo per fregarlo
così trapasso che sarebbe ora
di lasciare queste anime dormienti
pe andar al servizio dell’ONNIPOTENTE

così col cuore in gola passo pure quest’ora
di riflessione fatta attentamente
si presentò di nuovo dal salice piangente
con la risposta incisa nella mente

gli disse : dopo un’ora di arguta riflessione
sono arrivato alla conclusione
son diventato buono e lo dimostro
lo faccio passar pure con gli onori

per avere confessato i suoi peccati
lo mando in Paradiso col mittente
così dimostro che son maturato
e che da uomo buono ho perdonato

allora tu non hai capito niente
rispose intanto il salice parlante
quelle so cose dell’ONNIPOTENTE
che l’ospiti li sceglie con la lente
per circondarsi d’anime perfette

tu non puoi perdonar nemmeno il verme
che con la mela EVA si è mangiato
lasciando pure ADAMO incasinato

per entrare in PARADISO è constatato
devi essere ben disinfettato
perché se ci entra un microbo per sbaglio
c’è il rischio che si fa un’epidemia

e le anime lassù son tutte buone
e rischiano di farsi sopraffare
da chi è infettato ancora con il male

per ciò puoi ritornare fra cent’anni
per riprovare a entrare in PARADISO
rimetto te alla prova senza inganno
però devi sapere che nel REGNO
non posso far scoppiare un gran malanno .-

Maurizio applaudì facendo i complimenti a Gabriele, che timido all’applauso disse di riprendere il cammino aggiungendo - sai, ho sempre pensato ai nostri defunti, tutti, credendo nell’aldilà li immaginano in paradiso, ma io mi chiedo quanti entrino a far parte del TUO REGNO, quanti ne sono veramente degni, io ho sempre immaginato il TUO REGNO come ad una sala operatoria, dove nessun microbo potesse entrare, altrimenti metterebbe a rischio la salute del paziente e la vita stessa del paziente, ecco secondo me il TUO REGNO deve essere irraggiungibile a chi è infettato ancora con il male e penso che siano veramente pochi coloro che non lo sono -
Maurizio che nel frattempo si era rimesso in cammino insieme a Gabriele disse - per favore se ne hai un’altra di poesia in tema, ti prego recitamela - Gabriele divertito dall’entusiasmo di Maurizio disse - ma si, d'altronde scrivere poesie è stato l’unico vero divertimento che ho avuto, l’unico modo che ho avuto di esprimere i miei pensieri senza che mi portassero davanti ad uno psichiatra, quindi ascolta questa: L’offerta di lavoro

venerdì 4 aprile 2008

Pensando a Ulisse e Penelope e alle loro attese

L’attesa

L’attesa
Che a volte
È disattesa

Pesa
E aspetta
La sua resa

Per cui
Ed è
Di circostanza

Si attende
Quasi sempre
A oltranza

L’attesa
Può portare
Allo sconcerto

Del fatto
Che il fine
È sempre incerto

Si attende
A volte
Ore e ore

E si trova
Spesso
Un gran dolore

Io attesi
A lungo
Nel passato

Risposte
Che ho trovato
Nel presente

Risposte
Che han chiarito
Alla mia mente

Di attendere
Anche
Nel presente

Il fatto
Che io attendo
Non è un dramma

A pensarci
Può sembrare
Una condanna

Ma che
Volete fa
Se con l’attesa

Aspetto
Pure il giorno
Della resa

Il giorno
Del giudizio
Collettivo

Che fa
Paura pure
Al più cattivo

L’attesa
Non ha una
Buona intesa

Con chi
Vuol tutto e subito
All’istante

L’attesa
Sarà una
Gran sorpresa

Che fa giustizia
All’uomo
Che la attesa.

Zerodieci

giovedì 3 aprile 2008

Il "tempo" è in viaggio: aspettiamolo

“C’è tempo” continua a suonare Fossati, e Penelope con la sua tela lo allungava giornalmente.
Ulisse dal canto suo se la spassava, rischiava la tentazione delle sirene, ingannava Poliremo e sfidava il vento, che lo tenne lontano da Itaca.
Oggi i cantautori, i poeti li canterebbero diversamente e noi tre proviamo ad immaginare come.
Di sicuro Ulisse provocherebbe il Dio unico che oggi conosciamo e non tutto l’olimpo, sarebbe eroe della gente? Oppure ignorerebbe? Viaggerebbe ancora? Oppure viaggerebbe nella rete e con la fantasia? Combatterebbe per sfidare le forze della natura? Sono molti gli interrogativi, noi tre lo vediamo in questo tempo, più menefreghista, chi glielo fa fare? Di odisseare, in questo tempo? Tempo che tutti pensano al loro orticello? Che è fatto di piccoli clan, di amici da sistemare e da meteore che cercano solo i loro dieci minuti di notorietà? Ulisse, oggi se ne infischierebbe di tutto, però gli resterebbe a cuore Penelope sua moglie, ma saprebbe che il tempo non è ancora giunto, per presentarsi ad Itaca, ci sono delle scadenze da rispettare, purtroppo la guerra in cui sarebbe coinvolto non sarebbe finita, se non al tempo giusto.
Giusto, quando è? È quando l’unico DIO, lo decide, LUI ha delle scommesse da vincere con il male, più o meno come fece Ulisse, sfidando il suo stesso destino.
Penelope riempirebbe la fantasia di Ulisse, che sarebbe il suo unico legame con la realtà dei fatti, come unico obbiettivo da raggiungere per l’eternità.
Non proverebbe nemmeno a farsi tentare dalle sirene, perché le considererebbe frivole, senza anima, ammirerebbe poche donne, donne vere, ma senza attentare alla sovranità di Penelope.
Riappropriarsi del suo regno, ritornare ad “Itaca” per riunirsi Penelope così da finire con: “e vissero felici e contenti” grazie alla pazienza di Penelope.
Dedicato alla Penelope di oggi, “C’è tempo” incerto.
Gronchi Rosa: !

mercoledì 2 aprile 2008

ridimensiona il tuo "buco nell'anima"

Non sono poche le persone che nel momento più difficile, quello più critico, nei momenti peggiori, riescono a dare il massimo e trasformare situazioni critiche in veri e propri trionfi, così spesso ci è capitato, riuscendo a dare il massimo nei momenti peggiori.
Questo lo auguriamo all’Alitalia, all’Italia stessa, alla mozzarella di bufala che piace tanto e alla nostra magica Roma che ieri sera ha compromesso il suo cammino internazionale.
Fanno dei veri e propri corsi, per insegnare alle persone che un fallimento è l’inizio di una nuova scalata al successo e che non è un insuccesso a dover paralizzare nuove iniziative e aspettative.
Magica, prova la prossima settimana a trasformarti, metticela tutta noi ci crediamo ancora! Altra cosa è l’Alitalia che trova una crisi economica che non tutti vogliono accollarsi ma noi gli facciamo gli auguri.
Poi c’è l’Italia e questa è tutta altra storia, fatta di amanti (politici) che nella tua storia ai scelto, atri amanti li ha rifiutati, quindi mi viene in mente una canzone degli: articolo 31 “l’altra metà” che tra le altre cose dice “hai come un buco nell’anima” va a trovare chi te lo ha fatto? Ti sei data senza riserva nelle mani di chi ha approfittato di te.
Oggi, “io sto bene anche senza te, ora respiro davvero” e soprattutto “non faccio male a nessuno” possono dire altrettanto i tuoi amanti? “Si sei la stessa ma c’è di più, hai come un buco nell’anima” sei stata stravolta, non ti riconosciamo più.
La canzone, continua dicendo: “so che volevi, questo lato nascosto e adesso prendi il mio lato nascosto” perché “so che volevi il mio lato nascosto” mi dispiace, è ben nascosto e lo tengo per me.
Posso mostrarti solo il disappunto dei tuoi amori, parafrasando la canzone, a noi non piace il tuo modo di porti di fronte ai paparazzi, noi li evitiamo.
Stai per scegliere altri amanti, o c’è chi lo fa per te? E lo ha già fatto? Illuditi pure, che il tuo futuro lo curino con amore, noi tre siamo sicuri che continueranno ad approfittare di te Italia, della tua bellezza solo per mostrarsi ai paparazzi in tua compagnia.
Oggi ci sentiamo spietati, come i tuoi amanti, quindi un’altra canzone che ti dedichiamo è di Mina: “stay with me (stay)” così ci ai ridotto, ad essere spietati come i tuoi amanti.
Gronchi rosa: !

martedì 1 aprile 2008

i colori giallorossi

La fibrillazione aumenta minuto per minuto, quindi noi tre che stiamo nell’attesa, iniziamo a delirare.
Magica!
Magica
Nun c’ho parole

Come potette di
Quanto io t’amo

Pe aricambiatte
Quello che me dai?

M’hai dato gioia,
orgoglio e sentimento

pe quei colori
che indossi nei tornei

tu m’ariscatti
perfino dal tormento

de vive sommerso
dalli guai

la vita è molto amara
e ce lo sai

ma il calcio
è core e ce lo dai

ululi su
tutti li palloni

che viaggiano
nel campo n’do se gioca

m’hai dato
tutto quel che c’hai

col gioco
che piace a tutto er monno

se segni
strillo come n’pazzo

gioioso
come Remo alla poppata

che è er simbolo
De roma co la lupa

Che ha dato
Civiltà nel tempo

E nel mondo
Allora conosciuto

Roma, ha visto
Anche LUI

Il Figlio
Dell’essere creatore

Era Roma
A dominà la terra

Che ha visto
Il figlio nel suo esilio

Già allora
C’aveva ammirazione

Pe quelli
Che saranno gran campioni.

Zerodieci