giovedì 30 agosto 2007

COSA CI è RIMASTO?

Cosa ci è rimasto?
Oggi è il 30 agosto 2007, quasi trascorso un mese dal nostro primo post, sono finite le vacanze, quasi finita l’estate torrida e infuocata purtroppo e io mi trovo a casa con la giornata libera e spensierata, passata tutta a riascoltare la musica della mia gioventù, in vecchie musicassette, quella di “musica ribelle” di Eugenio Finardi e di “Patrizia” sempre di Finardi canzone che chissà quanti come me, hanno dedicato alla persona sbagliata, quella che avrebbe dovuto essere solo “la nave scuola” come dice più recentemente Luciano Ligabue nella canzone “lettera a “G” poi passare per “ventilazione” o per “la mia banda suona il Rock” di Ivano Fossati, passando poi per “l’odore degli zingari” e “non mi rompete” del Banco del Mutuo Soccorso, per passare poi ad un concerto di Bob Dylan “at budocan” del 28 febbraio 1978 a Tokio.
Insomma, quella di quando ancora non avevamo una principessa da apprezzare, ma che già risuonava nell’aria e tutti ci domandavamo quale sarebbe stata la nostra fine.
È vero, qualcuno diceva che “ci stavamo buttando via”, ma ascoltando una più recente canzone di Luciano Ligabue, “non è tempo per noi” anche io penso che “noi siamo bravi a raccoglierci”.
Molto, quasi tutto è cambiato da allora, qualcuno dice che coloro che dicevano che ci stavamo “buttando via”, già da qualche tempo, pensano al: “si salvi chi può”, hanno capito che quella che allora sembrava solo una farneticazione, si accosta sempre più alla “Realtà”, già, quello che veniva ritenuto uno “scellerato” che in molti, visionari e invasati, invece, allora riconoscevano un “LUI”, negli ultimi tempi ci ha dato segni che ci hanno rassicurato, sulla sua natura, non miracoli, non prodigi, ma “sapienza”, cosa molto rara.
Allora, avevamo solo nemici, anche acerrimi, che io a guardarli oggi, ne provo un po’ tenerezza, per la superbia che negli anni hanno dimostrato e per il loro modo che esercitano per apparire “buoni” nei giorni che stiamo vivendo, ma come dice Vasco Rossi nella canzone “gli spari sopra”, “è tutto scritto” e a noi non resta niente altro da fare, che leggere, tutto si può leggere, anche l’aria e quella che tira in questi tempi, per coloro che identifico Gronchi Rosa, è di attesa, che accada qualcosa di “scritto da altri, altre vite fa”.(frase di una canzone di Luciano Ligabue di cui non ricordo il titolo)
Può sembrare arrogante questa mia riflessione, ma in realtà è nostalgica, pura nostalgia di quando tutto era diviso e ben identificabile a differenza di oggi, che tutto appare confusionario e uguale.
Per noi, quelli che io chiamo Gronchi Rosa, la fine del secolo e l’inizio dell’altro, sono stati anni di soddisfazione, anni di conferme e se mai anche di prove, a cui nessuno ha potuto sottrarsi, neanche gli infiltrati e i risultati delle prove sono state purtroppo manifestate solo a noi.
Quindi tornando alla domanda iniziale, posso con certezza dire che di allora ci è rimasto molto, quasi tutto e sono certo che il tutto è migliorato, trovando nuovi stimoli ad andare avanti nelle nostre certezze, “utopiche” e folli: l’attesa della Gerusalemme Celeste!


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