mercoledì 29 agosto 2007

LA LAVAVETRI

Fine agosto
Appare su tutte le pagine dei quotidiani nazionali, la recente scelta del sindaco di Firenze, di applicare la linea dura nei confronti dei lavavetri ai semafori.
Sul quotidiano che acquisto abitualmente, c’è anche una intervista al sindaco di Genova in proposito e come sempre aspettando la ricetta giusta, se una ricetta ci sia, leggiamo di pro e di conto il sindaco di Firenze.
Non prendo, con questo post, una posizione, perché penso che le ragioni siano da ambo le parti, quindi pur con tutta la buona volontà, non saprei dare un giudizio in proposito, però mi è tornato alla mente una scena accadutami un paio di anni fa, io non vivo in una grande città, quindi lavavetri ai semafori li trovo solo quando vado nel capoluogo della provincia in cui abito e ci vado abbastanza spesso per motivi medici, ma in orari poco normali.
Quella volta, come da molti anni accadeva ed accade ancora, ero arrivato alle sei di mattina all’ospedale e dopo lunghe file, stress a non finire, controlli e terapia ritirata, sono uscito alle tredici e trenta circa, salito nell’automobile infuocata perché agosto, mi sono stranamente imbattuto in un semaforo rosso, con nella strada una ragazza, credo zingara, che chiedeva se avesse potuto lavare il parabrezza, sotto un sole che picchiava fortissimo.
Io quella volta, veramente non avevo monete e lo dissi alla ragazza, ma lei con il sorriso sulle labbra, disegnò con la schiuma un cuore alla perfezione sul parabrezza, io insistetti sul fatto che veramente non avevo monete, ma lei sempre sorridendo, disse che avrebbe offerto lei, ma continuava a cercare il mio consenso, per lavare il parabrezza.
Dopo ore ed ore di stress nella struttura sanitaria mi venne da ridere e ridendo per ciò che accadeva acconsentii, lei fece il lavoro sempre con il sorriso sulle labbra e finito, mi inviò un bacio con la mano.
Chi frequenta gli ospedali spesso e per molte ore, sa come si esce dopo sei ore passate in attese, file e in strutture poco moderne, (ma ringrazio sempre che ci siano) quindi al verde del semaforo quasi ero dispiaciuto di andare via, lo ero sicuramente perché non ho potuto contraccambiare, ma anche l’allontanarmi dalla bella zingarella, solo con un grazie, mi dispiacque.
Io penso che se qualcosa è in fallimento, è l’educazione, sempre più rara, anche tra i nostri giovani, quello che domina è il vandalismo anche nelle opere d’arte e la cattiva educazione.
La cavalleria, verso gli anziani, le donne incinte, gli invalidi, chi frequenta posti affollati può rendersene facilmente conto, non esiste più, proviamo a rispolverare l’educazione civica, se veramente ci sentiamo figli di una millenaria civiltà.

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