lunedì 1 settembre 2008

Ricordi genuini

Ieri sera, una emittente locale, per l’esattezza: Super Nova, ha proposto, una intervista ad Eugenio Finardi, cantautore e musicista, che mi ha portato in dietro con gli anni, è stato lui il primo impatto con la musica dal vivo e quella intervista, mi ha proprio emozionato, nel ricordare la mia giovinezza, quindi per non dimenticarla, la scrivo.
Era il 1999 all’incirca e allora avevo la mia prima fidanzatina, di quelle storie ingenue, delicate e ricordo che lei era già entusiasta di Finardi, così quando venne a dare un concerto nel capoluogo della mia provincia, fece di tutto per non perderlo, convincendo anche me ad andare.
Si partì in quattro: lei la gemella, un mio amico di allora e io che ignoravo tutto, in una cinquecento blue, all’arrivo al cinema dove davano il concerto, ci imbattemmo subito in proteste che allora erano di moda, per i prezzi popolari e storie simili, quindi quando iniziò a dare spettacolo Finardi sul palco, con una lite forse recitata, fece notare subito che lui si sentiva in regola, che quelle proteste non lo sfioravano, il concerto costava allora solo 5mila lire e veramente non era molto se si considera tutto ciò che girava in torno al musicista: gruppo, mezzi per lo spostamento e strumentazione.
Poi ci fu il concerto e mi fece innamorare, così che iniziai a seguirlo, anche in altri concerti e l’ultimo che vidi, fu a Genazzano, nel 1982, in cui si esibiva Finardi, ma continuai sempre a seguirlo e lo faccio ancora con piacere, anzi nell’intervista di ieri sera, ho avuto anche notizia di Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso, gruppi sempre più difficile da seguire, perché le notizie che vanno per la maggiore nel campo musicale, hanno scordato validi artisti.
Tornando al concerto di Genazzano, ci fu un incontro con Finardi, in quegli anni ero un po’ invadente della privacy, quindi cercavo occasione di irrompere nella quiete degli altri.
Andai dietro il palco, dove loro iniziavano ad accordare strumenti e visto Finardi mi accostai chiedendo: “che a fate: Scimmia?” una canzone bellissima di Finardi e lui da milanese, prendendomi in giro parlandomi in romanesco rispose: “t’a a famo Scimmia, t’a a famo!” poi essendo il periodo dei mondiali di calcio, quando l’Italia vinse il campionato del mondo, mi chiese se avessi avuto con me un tricolore da prestare per il concerto.
Io non lo avevo, però portavo nella tasca davanti al petto della salopette, tre mollette: bianca, rossa e verde, quindi potetti offrire quelle e lui le accettò e al concerto le appese al microfono.
Chissà se Finardi si ricorda di tutti gli scocciatori come me? Ciao.
Gronchi Rosa: !

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