domenica 6 settembre 2009

Sarà la mia cucina e quando vorremmo farci male al fegato...

Gli esperti, dicono, che sempre più giovani hanno problemi con l’alimentazione, o obesi, oppure nei casi più estremi, soffrono di anoressia.
Vorrei entrare in punta di piedi nel problema anoressia e chiedo scusa in anticipo, se i miei pensieri non trovano riscontro nelle ricerche degli esperti, ma sono solo mie impressioni quelle che esternerò.
Il rapporto sbagliato con l’alimentazione e chiedo ai miei fedelissimi, di fare una ricerca in proposito, nasce dal fatto che i giovani non hanno mai iniziato un rapporto con la cucina.
Sempre più, i giovani, considerano l’alimentazione, solo come carburante per il fisico, se troppo ingrassa e quindi ingolfa il veicolo e se poco, porta il fisico a reperire carburante dal fisico stesso e quindi al dimagrimento che a volte viene anche esaltato e cercato.
Iniziare fin dalla tenera età, alla cucina e quindi a prepararsi il carburante, secondo me è un buon antidoto alla anoressia e tenterò di far comprendere la mia teoria.
Il cuoco, non assaggia, ma annusa, il cuoco, non mette ingredienti a peso, ma sa distinguere la giusta dose, solo dall’olfatto e una ricetta, non è buona quando riesce, ma quando riesce a soddisfare i propri sensi ed in particolare il proprio palato.
Cosa significa questo, significa, che se si insegna fin da piccolissimi a cucinare, con ricette semplicissime, si insegna a gustare, cosa che non fanno i giovani con disturbi alimentari.
Sono sicuro, che in piccolissima percentuale, coloro che hanno disturbi alimentari, sanno cucinare.
Proprio questa percentuale, mi interessa e chiedo ai miei fedelissimi di verificarla.
Cucinare, non significa ingrassare, ma elaborare la fantasia e renderla opera d’arte in un piatto, quando si cucina, si ha un orgasmo di parte dei sensi, che sviluppa il desiderio dell’assaggio e quindi di poter gustare la propria arte.
L’assenza del rapporto dei sensi con la cucina, diventa elemento di assenza di desiderio all’assaggio e il cibo, viene considerato non nell’ambito dei sensi essenziali alla vita, ma solo come elemento esterno al corpo e quindi dannoso.
Saper cucinare un piatto per sé, è scaturire il proprio fabbisogno, si può dosare il peso, il sapore l’ingrediente giusto per sé.
Si gode, poi se il nostro cucinato piace ad altri, è un orgasmo, non riesco a trovare altra parola che possa semplificare il significato di tutti i sensi, anche la stima di sé stessi.
Inizierò, una piccolissima rubrica di cucina semplicissima poco calorica, proprio perché sono convinto di ciò che penso, saper cucinare istaura un rapporto con il cibo sano e efficace contro i disturbi alimentari.
FILIPPO.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !


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