giovedì 6 agosto 2009

Colpito, Affondato, ma mi rimane un salvagente

Nelle pagine de Il Messaggero, dedicate ai programmi televisivi, ci sono sempre delle piccole rubriche che mi diverte leggere, ed oggi, la Signora Michela Urbano, mi ha fatto proprio ridere di cuore: “Quella TV che mette apostrofi a sproposito”.
È la caratteristica della mi vita, tenere in tasca un piccolo salvagente, per le occasioni “di” emergenza (nota senza apostrofo e ci andrebbe).
Spesso, io non voglio usarlo e a volte lo uso volontariamente a sproposito, credo che siano modi più arcaici per scrivere, ma cerco di scrivere in maniera che i traduttori di italiano dei computer, siano agevolati, questo è il motivo forse immaginato, per cui l’apostrofo lo uso pochissimo.
A volte, lo uso male volontariamente, per far notare di più la parola in questione, ma adesso vorrei fare io una critica ai giornalisti di errore di scrittura, forse solo per una mia mentalità arcaica e quindi non considerato errore nella modernità della lingua italiana, ma mi farebbe piacere l’opinione del Professor Sabatini dell’accademia della Crusca.
Nei mesi passati e a tutto oggi, si legge spesso negli articoli: “dall’Aquila e all’Aquila”, secondo me è sbagliato scrivere in quella maniera.
Dovrebbe essere: “a L’Aquila e de L’Aquila”, ma ripeto forse è solo una maniera più arcaica di intendere la lingua italiana.
Filippo.
Gronchi Rosa, Crystal Ship e Zerodieci: !

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